Musica, "Passion Fruit" il disco di M’BARKA BEN TALEB. L'intervista di Fattitaliani: "le mie canzoni antiche e moderne, fatte di radici e di ali"


La cantante e attrice tunisino-napoletana M’BARKA BEN TALEB ha da poco pubblicato il cd “PASSION FRUIT” (Graf/Full Heads) disponibile nei negozi tradizionali, in digital download e su tutte le piattaforme streaming.
Anticipato in radio da un’inedita versione etnofunk di “Je t’aime moi non plus” e prodotto da Jerry de Concilio con Michele J Romano, vede la firma del beatmaker Tonico 70, del violoncellista Arcangelo Michele Caso e di Salvio Vassallo per la produzione artistica. In questo nuovo album l’artista gioca con le lingue, passando dal francese all'italiano, dal napoletano all'arabo, ma anche con i ritmi e i beat. “Passion Fruit” contiene 6 cover di grandi successi nazionali e internazionali, qui reinterpretati al femminile con ironia e sensualità, e 3 brani inediti nati dall’incontro con il maestro della nuova canzone napoletana, Enzo Gragnaniello, il beatmaker Tonico ’70 e il chitarrista Fausto Mesolella, oltre che dalla collaborazione con giovani creativi “newpolitani”. Fattitaliani l'ha intervistata.
Secondo che criteri hai scelto i sei brani editi da reintepretare? 
Avevo bisogno di cambiare suono, avevo ormai esplorato le possibilità di una world music nata dall'incrocio tra la mia Arabia e la mia Napoli. Il suono digitale di Tonico '70 e il violoncello di Arcangelo Michele Caso mi hanno proiettato verso sonorità rinnovate, alternative, insieme antiche e moderne, fatte di radici e di ali. Ho scelto di pancia, di cuore, di passione. Sono canzoni d'amore e carne, canzoni maschili, come "Je t'aime moi non plus" di Serge Gainsbourg, "Storia d'amore" di Celentano, "Guaglione"... che declinate al femminile diventano ancora più sensuali, se non spudorate. Frutti di passione, appunto. 
E il titolo "Passion Fruit" da che cosa deriva?
C'è il mio passato con "Passione" di John Turturro, c'è il mio presente artistico fatto di passione. C'è un disco che vuole essere, appunto, un Frutto della passione.
Al di là delle diverse lingue, le canzoni hanno un denominatore comune che le unisce? 
La passione, la voglia di tenere insieme suoni, culture e lingue diverse. 
C'è un brano fra i nove dell'album che ti ha divertito e ti diverte di più cantare? 
Il più difficile, per la lingua, è stato "Nun te scurda'" degli Almamegretta, il più divertente la spudorata versione al femminile dello scandaloso "Je t'aime moi non plus" di Serge Gainsbourg. Una birichinata ad alta gradazione erotica. 
L'incontro con gli autori dei tre brani inediti in che cosa ti hanno arricchito? 
Gragnaniello, un maestro oltre che un amico, mi ha regalatao la sua arte e la sua voce in "Sotto 'o ciel 'e Paris" Alessio Arena, con "Nisciuno", è stata una vera scoperta, artistica ed umana, segnalatami da Federico Vacalebre, un po' come a mio tempo successe a me, quando mi presentò a Turturro: lui è davvero un critico alla ricerca di novità, un amante della grande bellezza.
Hai ritrovato nei brani e nei suoni napoletani un po' della tua Tunisi? 
Certo, sono città e culture simili, se non gemelle. 
In che cosa il disco ti rispecchia come napoletana e come tunisina? 
Di Tunisi ci sono le mie radici, di Napoli il mio vivere contemporaneo. Ma poi ci sono suoni e lingue e culture di tutto il mondo, dalla Francia alla Giamaica all'America. Siamo cittadini del mondo. 

Ti piacciono le definizioni “la leonessa magrebina” e “la risposta arabo-partenopea a Grace Jones”? riflettono il tuo stile e la tua personalità? 
Leonessa guarda alla mia criniera di capelli, Grace Jones spunta fuori per la versione di "La vie en rose" che riparte dalla cover reggae cesellata per lei da Sly & Robbie. Onorata che la stampa abbia scelto per me simili definizioni. 

Facile conciliare tempi della cantante con quelli dell'attrice? Lo sai che in Italia verso l'eclettismo c'è un atteggiamento solitamente scettico? 
Concilio senza problemi questo ed altro, a partire dal mio ruolo di genitrice. Gli scettici possono vedere il frutto del mio lavoro e ricredersi. 
Ti piacerebbe portare sul grande schermo la storia di una cantante o attrice famosa? 
Oum Kalsoum, magari! Giovanni Zambito.
© Riproduzione riservata
Foto di Eugenio Blasio
Fattitaliani

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