In The Woods, nel nuovo disco di Mike 3rd "il suono del legno e degli uomini". L'intervista

Registrato in analogico con Ronan Chris Murphy, In The Woods di Mike 3rd è un suggestivo viaggio con ospiti come Pat Mastelotto, Benny Greb, Scott Steen e Roberta Canzian. C'è anche una versione in vinile in legno di ciliegio in edizione limitata, distribuzione Self, schede su carta pregiata e compact disc in busta di carta cedro incluso. L'intervista a Mike 3rd.
Da un po’ di anni a questa parte ti vediamo in una veste a dir poco poliedrica: compositore, produttore, strumentista, docente di musica, uomo di studio e di palco in diverse situazioni, dal rockabilly dei Tunatones all’avant-punk degli ExKGB. In The Woods però è il primo disco “tutto tuo”: possiamo definirlo come una sintesi di tutte le tue precedenti esperienze? 
Ad un certo punto della tua vita se ti dedichi anima e corpo all’arte, nel mio caso alla musica, è naturale sentire di dover abbandonarsi all’esigenza creativa che ti porta ad esplorare in libertà. Questa è la forza guida. Poi decidi di chiedere ad amici collaboratori che stimi in modo incondizionato se abbiano piacere di condividere con te un percorso emozionale come quello di un disco. Sono stato fortunato, hanno accettato tutti con entusiasmo. 
In The Woods ha tutto il sapore di un nuovo punto di partenza, eppure già dal primo ascolto si ha la sensazione che il tuo mondo musicale sia in bilico tra l’omaggio a un sound “classico” da te tanto amato e il bisogno di esplorare nuovi territori. 
Sono un appassionato amante dei bei suoni. Negli anni ho capito che questi sono sempre creati da musicisti con una passione sconfinata per il loro strumento, per la musica, tormentati da una inarrestabile ricerca della perfezione, ovviamente nella loro visione delle cose. In The Woods è un importante capitolo della mia vita, rappresenta un percorso compositivo di anni attraverso esperienze personali di tutti i tipi. La scelta di arrangiarlo in totale assenza di strumenti elettrici, privilegiando così gli esecutori e gli strumenti acustici è di per sé una ricerca, una esplorazione sull’essere musicista, sulla natura delle vibrazioni che corde, pelli, bicchieri di cristallo propagano attraverso l’aria. In The Woods è il suono del legno e degli uomini, è raffinata ricerca.
Un titolo come In The Woods, per chi conosce l’ambiente suggestivo dei Prosdocimi Recording (nei quali è nato anche questo album), può suonare familiare: è un omaggio alle tue terre e ai tuoi luoghi della musica o c’è altro? 
Il bosco è avvolgente, è ambiente silenzioso di percezioni, esaltazione dell’esperienza dei sensi, lontano dalla società, nasconde sorprese ed insidie. La luce gioca con le ombre su tronchi e gocce di rugiada, i profumi inebriano la mente. Ne sono attratto, nutro profondo rispetto per boschi e foreste. In questi ambienti i maestri liutai che conservano e tramandano l’antica arte della costruzione degli strumenti musicali traggono con rispetto i legni che daranno voce alle nostre emozioni di musicisti. In The Woods è un omaggio alla natura, all’uomo di passioni e di valori, è una visione romantica della vita e dell’essere. Forse al giorno d’oggi, pensando alla società consumistica che creiamo, è più una visione eroica della vita e dell’essere che un auspicio ad una nuova realtà. 
Chi ti ha ascoltato come chitarrista dei Tunatones o degli ExKGB; ma anche chi ricorda l’esperienza Hypnoise o le tue produzioni dai ClayToRide agli Empirical Time, ha un’idea di te come musicista “di genere”: le canzoni di In The Woods sfuggono invece a questa catalogazione, qual è stato il segreto? 
Il segreto sono io e per questo mi sento di dire che non è un segreto. Quando lavori in una band il risultato musicale è un insieme di più tensioni artistiche che danno vita ad una identità. Quando lavoro in veste di produttore artistico il mio obiettivo è esaltare la forza creativa degli artisti che si affidano a me, cerco di fare in modo che rendano lucente la loro identità. Nel mio lavoro solista il mio io artistico, il mio istinto non si trova a dover mediare con quello di altri compagni di viaggio. Per questo In The Woods rappresenta naturalmente il mio essere uomo di passioni, di istinto, riassume in tutte le sfumature chi sono, come sono, cosa mi piace.
In The Woods è un album di special guest, arrivati nei tuoi studi grazie al rapporto di amicizia e fiducia costruito negli anni. Ci piacerebbe avere, più che l’elenco degli ospiti, un tuo flash su ognuno dei musicisti coinvolti. 
Sorrido sempre quando ci penso, anche perché non mi sarei aspettato così tanta disponibilità, entusiasmo e bellezza. Tutti hanno deciso liberamente quali erano le canzoni nelle quali avrebbero suonato, quelle che più erano nelle loro corde e tutto è stato naturale ed armonioso come mai avrei potuto aspettarmi. Quando ho deciso di iniziare questa avventura, più di un anno fa, ho pensato in primis a chi mi sarebbe piaciuto avere come batteristi in studio dal momento che registro le mie produzioni in dominio analogico. Da anni ne parlavo con Pat (Mastelotto ndr) che si era sempre dimostrato interessato al mio lavoro, poi grazie ad Alberto (Stocco ndr) che me lo ha fatto notare, ho pensato a Benny Greb. 
Eccovi allora un po’ di aneddoti: Aneddoto I: Pat sta vivendo un periodo molto impegnato della sua carriera dividendosi tra King Crimson, Crimson Project, Stickmen e vari altri progetti. È una forza della natura! Dopo un po’ di tentativi per trovare un momento per lavorare assieme in studio mi fa: “Mike, se mi mandi le tracce qui posso registrare tutto nel mio studio e rimandartele” ed io: “Pat le ho in bobina” e lui: “Ah! Mi ero dimenticato che sei analogico, dai dammi un paio di giorni e vedrai che facciamo tutto!” Così mi scrive che sarebbe stato di passaggio sul Lago di Garda in day off con i Crimson Projekt e che se andavo a prenderlo per riportarlo il giorno dopo a Chieti potevamo fare tutto per bene. Fu così che il 28 Aprile scorso mi trovavo in autogrill a prelevare Pat approfittando nel frattempo per far quattro chiacchiere con Tony (Levin ndr) che non vedevo da un bel po’. Abbiamo trascorso una giornata splendida, abbandonati alla creatività nella ricerca e produzione dei suoni per le sue parti ottenendo le performance in modo semplice, naturale. Come già detto in In The Woods non sono stati usati loop o sampling audio, all’occorrenza quei suoni sono stati creati seguendo il principio che uso spesso e che Jojo Mayer chiama ”reverse engineering”. Avendo dunque bisogno di un particolare sound ritmico di sottofondo ci siamo ritrovati a sperimentare il rumore del ghiaino mosso con un rastrello per poi finire per optare su due fogli di carta vetrata, grammatura 180 per la precisione. Questa la ascoltate in Shining Light, il primo pezzo del disco. 
Aneddoto II: Benny si trovava in studio per un workshop che avevamo organizzato con Alberto e durante la pausa mi fa: “Mike, tu ed il tuo studio siete unici, voglio portare qui uno dei miei masterclass, nell’occasione se vuoi posso registrare in qualche tuo lavoro” ed io “Benny sto mettendo assieme il mio lavoro solista, sarei felicissimo se volessi esserci anche tu” e così a pochi mesi di distanza Benny Greb era in studio a suonare in tre pezzi del mio album, meraviglioso come sa essere lui. È nata una bella amicizia, grazie alla musica ultimamente ho conosciuto persone magnifiche, sono fortunato. 
Aneddoto III: Alberto Stocco è un giovane talento Italiano, musicalità in costante maturazione e crescita. L’ho scoperto che aveva iniziato a suonare da un anno o poco più in occasione di un demo nel mio studio, già allora vidi quella unica luce negli occhi. Sono cose che mi hanno sempre colpito. Così, dopo essere entrato tra gli endorser dell’Italiana eccellenza Stocco Drums di Carlino con la quale casualmente condivide il cognome ed aver precedentemente iniziato un percorso di studio che lo sta portando sempre più lontano, è arrivato il suo momento: “Alberto, sto facendo il disco solista, ci sono Benny e Pat, te la senti di entrare nel trio?” e lui con sorriso “se bisogna … facciamolo”! Così gli ho dato le tracce ed il messaggio è stato: “Fai quello che senti sia giusto, so che mi piacerà” come per Benny e Pat mi è piaciuto e sono felice che abbia accettato di essere parte di questo lavoro con tutta la sua musicalità. 
Aneddoto IV: Scott (Steen ndr) arriva in studio grazie al mio art director Michele Gervasuti che lo conosce per strada a Padova il giorno di Pasqua. Affascinato dallo studio e dal lavoro che sto facendo arriva con la tromba in spalla, ci conosciamo ed ascolta 15 Days per la quale pensavo ad un assolo di tromba nel finale. Scott è una persona fantastica e musicista meraviglioso. Suona una performance incantevole, esce dalla live room e iniziamo a chiacchierare facendogli ascoltare il resto delle canzoni. Arriva In the circle con Alberto alla batteria, sbarra gli occhi e mi fa: “ferma tutto, ferma tutto, falla ripartire!” ascolta una volta e dice: “mi è saltato in testa un riff, posso suonarlo?” ed io “certo Scott no problem” e lui “non me la sono portata, avrei bisogno di una ventosa, di quelle per sturare i cessi … pulita però! (sorridendo)” ed allora con lui e Michele corri a cercare nelle case vicine una ventosa per quello che è uno dei riff più adorabili di In The Woods
Aneddoto V: Arriva sempre grazie a Michele Gervasuti la soprano Roberta Canzian che, allieva di Katia Ricciarelli ha già cantato tra gli altri con Battiato. Una delle mie passioni musicali. Donna spettacolare, simpaticissima, cantante meravigliosa. Roberta, un po’ come il mio amico Gabriele Nani, ama la musica leggera ed è affascinata dalla sua unione con il canto lirico. Siamo in studio a provare varie soluzioni e le chiedo se potesse farmi un regalo nel doppiare la mia voce nei ritornelli con il colore e la potenza della sua. Così fa una prova, tutto ok, iniziamo a registrare e alla seconda frase del ritornello parte con un acuto improvvisato che lascia me, Ronan ed Alberto assolutamente senza fiato. Lo ha fatto così, naturale, sorridendo da provocare pelle d’oca e persino pianti per la forte emozione… il potere della musica. Mi sono dilungato lo so… scusatemi, è la passione.
A differenza delle tue band, che possono contare su un organico fisso e stabile, In The Woods è un album “a geometria variabile”, nel quale ogni pezzo ha la sua fisionomia e la sua line-up. Quanto può essere rischiosa una scelta del genere? 
Sai, non la considero rischiosa perché è dettata dall’istinto, una forza alla quale rispondo da un paio di anni in modo incondizionato e che mi sta regalando bellissime esperienze. Volevo che ogni singolo pezzo fosse immagine sonora di quello che avevo in testa, volevo che comunicasse emozionalmente quello che sentivo. Così a fianco della mia chitarra e della mia voce come elemento unificatore ho avuto stabilmente tre batteristi meravigliosi. Menzione speciale per Alessandro Arcuri al basso acustico e contrabbasso, che è musicista che l’Italia intera dovrebbe portare in palmo di mano, nel disco ha fatto un lavoro da capogiro! Quasi sempre presente poi Giulio Campagnolo al pianoforte, altro bravo musicista che mi ha reso molto, molto felice durante le session. Una lode particolare a Maurizio e Filippo Galvanelli rispettivamente padre violoncellista e figlio arrangiatore che con entusiasmo impagabile hanno creato, tradotto e arricchito le mie visioni di arrangiamento per il quartetto d’archi che ho voluto in alcuni pezzi. Oltre a ringraziare tutti i ragazzi del quartetto, un pensiero lo devo pubblicamente rivolgere al mio carissimo amico Gigi Sinkope che me li ha fatti conoscere e che mi ha sempre supportato nelle mie avventure. Il mio pensiero anche ad una grande persona che è anche mio art director, Michele Gervasuti. Grazie a lui le mie intuizioni per i colori finali di In The Woods sono diventate realtà infatti, grazie a lui ho conosciuto e collaborato con Scott Steen, Roberta Canzian e Kicco Montefiori al sax! Ultima ma non per meriti la brava Sofia Borgo, cantante e insegnante di canto che durante le session finali ha stupito per competenza e velocità di esecuzione sia me che Ronan dando a In The Woods la voce femminile che sentivo dovesse esserci. In The Woods è omaggio ai musicisti ed in Italia ne abbiamo di meravigliosi e sottovalutati! Svegliati Patria! Lunga vita all’arte ed agli artisti! Di Arte e Cultura si vive felici!
Ancora una volta il fido Ronan Chris Murphy ti affianca alla produzione: qual è stato il suo parere sul disco? 
“È il miglior lavoro che tu abbia mai fatto”: questa la frase che mi ha detto Ronan quando ha terminato di mixare il disco in studio. E mentre faceva i mix io gli dicevo “esattamente quello che volevo, sei mitico!”. Altro bel complimento è arrivato da Diego Lopez il suo assistente a Los Angeles che ha preparato per il mastering. Appena ascoltato il disco, in attesa che Ronan fosse di ritorno a L.A. ci ha scritto: “il disco suona da paura anche sui big monitor in studio”! Queste sono parole che ti fanno felice quando spendi tempo e passione nel creare un disco, i suoni che lo rendono vivo, lo studio in cui questi prendono vita. 
In The Woods stupirà molti anche per la scelta grafica, che coinvolge come accennato il popolare art director Michele Gervasuti in persona. 
Siamo partiti con l’idea di realizzare una stampa in vinile audiofila su supporto 33rpm 180 grammi. La scelta della grammatura risiede nel fatto che questa, a differenza dei 200 o più grammi, mantenendo l’ottima qualità consente l’ortogonalità dello stilo nel solco senza bisogno di regolazioni del braccio di lettura. Prendendo poi spunto dal titolo del disco e dalle nozioni apprese dal padre Eugenio Gervasuti, maestro ebanista, Michele ha suggerito che la copertina del vinile dovesse essere in legno di ciliegio. Contattata Stocco Drums - con la quale ho un rapporto splendido - si sta procedendo alla realizzazione di queste copertine super limited edition fatte e numerate a mano. Nel cofanetto in ciliegio saranno ospitati il vinile 180 grammi, il compact disc in busta di carta cedro, schede grafiche su carta di alta qualità create appositamente per l’edizione in vinile e stampate da un bravissimo artigiano della provincia di Padova. Si tratta di una tiratura limitata di vinile fatta interamente a mano, interamente in Italia, interamente da artigiani Italiani. A questa nostra appassionata release l’etichetta Ma.Ra.Cash Records aggiungerà il regolare compact disc con una copertina dal sapore misterioso della foresta di Sherwood che troverete in tutti i negozi specializzati d’Italia e nelle catene Feltrinelli, Saturn, Ricordi. 
Per questo tuo debutto solista non ti fai mancare nulla, neanche una tourlist che battezzerai addirittura alla Biennale Musica di Venezia!
In Associazione Prosdocimi stiamo lavorando tutti assieme per far si che il disco possa essere sentito dal vivo nel maggior numero di location possibili. Lo porterò live in varie formazioni che vanno dal duo acustico al quartetto e, se ci sarà il budget, anche con formazione completa. Facciamo il nostro lavoro con passione e la massima professionalità a dispetto dei continui ostacoli che burocrazia e miopia delle politiche culturali di questo paese pongono sulla nostra strada. Vi aspetto ai concerti in compagnia dei menestrelli che arricchiranno di suoni In The Woods live, vi aspetto curiosi onorato di poter suonare per voi.

Il tour In the woods è iniziato ieri presso Gervasuti Foundation, Venezia. Ecco le altre date: 22 ottobre (Bad King, Perugia), 23 ottobre (Green Door, Recanati - MC), 24 ottobre (Fiction Jazz Club, Chieti), 25 ottobre (Almost Blue, Benevento), 26 ottobre 2014 (Affuoco, San Giorgio del Sannio - BN), 30 ottobre (Al Porteghet, Trento), 31 ottobre (Ex Eurobar, Roana - VI), 14 novembre (Rive Jazz Club, Cartigliano - VI), 25 novembre - 2 dicembre (Squalo Tiki Bar, Matinal Beach, Barbaridad, Chiristones, El Medano - Tenerife, Spagna), 12 dicembre (Good Music Live, Torino), 13 dicembre (Club il Giardino, Lugagnano di Sona - VR), 20 dicembre (Piccolo Teatro AurOra, Ora - BZ), 12 luglio 2015 (Rifugio Alpe Madre, Solagna – VI).
Info:

Mike 3rd - official:

MaRaCash Records:

Prosdocimi Recording Studio:
Fattitaliani

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