Teatro, a "Girotondo" il premio "Ombra della sera". Fattitaliani intervista il regista Francesco Branchetti: "le luci in teatro sono fondamentali. Il premio m'incoraggia a proseguire"

Il regista e attore fiorentino Francesco Branchetti il 2 agosto scorso al teatro romano di Volterra all'interno del festival internazionale del teatro ha ritirato il premio "All'ombra della sera" per lo spettacolo da lui diretto "Girotondo" di Arthur Schnitzler nella traduzione di Gianni Guardigli e interpretato da Gaia De Laurentiis e Lorenzo Costa. La regia di Francesco Branchetti ha saputo restituire al testo la "capacità d'indagare l'animo umano e le tortuose relazioni che abbiamo con noi stessi e poi con gli altri; ansie, paure, malesseri, malinconie, dolori, solitudini si confondono in una danza macabra e straziante che ci trascina nell'inferno privato di un rapporto di coppia, di una relazione, di un incontro". Fattitaliani lo ha intervistato.
"è stata una piacevole sorpresa - ci dice - ricevere il PREMIO OMBRA DELLA SERA ed è stato particolarmente gratificante data la giuria prestigiosissima che ha assegnato a “Girotondo” il premio come miglior spettacolo dell’anno. E devo aggiungere che il premio OMBRA DELLA SERA negli anni scorsi ha sempre premiato spettacoli straordinari, che ho visto personalmente, per cui sono molto onorato che il mio “GIROTONDO” l’abbia vinto. È una grandissima gioia e soddisfazione soprattutto pensando al lavoro fatto da me come regista, ma anche dai miei bravissimi collaboratori, dagli attori e dalla produzione il Teatro Garage di Genova ed è stato meraviglioso riceverlo nella splendida cornice del Teatro romano di Volterra.
Francesco Branchetti alla serata di premiazione

Il premio ripaga in un certo senso le scelte che lei ha fatto nel corso della sua carriera come attore e regista? 
Senz’altro è un forte stimolo a non fermarmi, anzi, ad andare avanti con decisione e convinzione; per cui il premio a “Girotondo” rappresenta certamente una conferma al lavoro fatto, ma è soprattutto un incoraggiamento per nuovi slanci artistici e creativi. Ovviamente devo ringraziare tutti coloro che hanno lavorato a GIROTONDO che sono stati davvero tantissimi e il loro lavoro è stato fondamentale per la riuscita dello spettacolo; e devo ringraziare soprattutto Lorenzo Costa e il Teatro Garage di Genova che hanno prodotto con grande coraggio e determinazione uno spettacolo difficile ed impegnativo come GIROTONDO. Abbiamo lavorato tantissimo su questo spettacolo e il lavoro è stato premiato. Spero che spettacoli coraggiosi come questo si continuino a fare. 
Dalla messa in scena "Girotondo" in che modo le vicende dei personaggi diventano emblema di uno stato d'animo generale, di un periodo? 
“Girotondo” ha il fascino intenso di un testo che, raccontando una storia apparentemente guidata dai meccanismi ambigui dell’eros e dai movimenti del pensiero di personaggi che duettano su partiture a tema privato, racconta in realtà la fine di un’epoca, la fine di un impero, la fine di un mondo . E’ un’avvincente prova di “stile drammaturgico” spinto talmente in alto da raggiungere gamme diversissime: da note ironiche a sfumature di profonda amarezza, da gioco verbale ai limiti del virtuosismo a denuncia dell’ipocrisia delle norme morali dell’Austria felix e, in particolare, della Vienna in cui sta nascendo la psicanalisi e sta crollando l’Impero Asburgico. Ogni personaggio di questa geniale pièce è un tassello di un mosaico che esibisce tutti i colori della società dell’epoca. Ma Girotondo è anche una commedia attualissima e a renderla tale è il tono drammaturgico di Schnitzler, il suo disincanto, la sua ironia che spesso sfocia nell’amarezza e che svela spesso l’assurdità delle norme e consuetudini morali dominanti nella società. In Girotondo si indaga la catastrofe affettiva ed amorosa in cui ogni essere umano può imbattersi, si parla con straordinario acume psicologico della crisi generale dell’uomo contemporaneo, in una riflessione sulla condizione umana in cui l’amore talvolta diviene soltanto piacere fisico, pur inteso in tutte le sue sfumature, e che spesso e volentieri sfocia in mera abitudine. Girotondo è la rappresentazione di una società in crisi che fatalmente è costretta a fare i conti con se stessa.

In che cosa assieme alla traduzione di Guardigli ha tenuto a mantenere lo spirito del testo di Schnitzler? 
In tutti gli elementi principali della messinscena ho tentato di ricreare e mantenere lo spirito del testo di Schnitzler a partire dall’ambientazione storica e quindi parlo dei costumi d’epoca e della scena altrettanto storicizzata. Secondo me mantenere l’ambientazione originale sottolinea ancora di più la modernità della parola di Schnitzler, magnificamente tradotta da Gianni Guardigli. 
Ha curato anche il disegno luci: perché? con quale intento? è un tutt'uno con la regia? 
Ti ringrazio infinitamente per questa domanda che nessuno mi ha mai fatto. Io faccio personalmente quasi sempre nei miei spettacoli il disegno luci, perché il lato illuminotecnico di uno spettacolo è fondamentale ed essenziale alla creazione di una atmosfera, di un'emozione e trovo che le luci in teatro siano fondamentali e GIROTONDO ne è l’esempio; le luci in Girotondo creavano e rappresentavano gli stati d’animo dei personaggi femminili e seguivano ed erano un tutt’uno con i cambiamenti e le scosse emotive dei personaggi interpretati da Gaia; inoltre le luci hanno la valenza fondamentale per me di disegnare narrativamente e stilisticamente i miei spettacoli. Vorrei ringraziare per la bravura e la competenza i tecnici che hanno seguito GIROTONDO: Osvaldo Giordano, Luca Pirlo, Stefano Rota e Flavio Mainella. 
La danzatrice è presente anche nella versione originale? 
No, la danzatrice non è presente nella versione originale e qui ha la funzione narrativa importante ed estremamente evocativa ed emozionante di introdurre il pubblico, mimicamente e con il linguaggio del corpo al sentimento portante del quadro successivo, quasi come una sorta di angelo nero, che conduce emotivamente lo spettatore nel ”GIROTONDO”. 
Gaia De Laurentiis in scena

Un'attrice come Gaia De Laurentiis meriterebbe di essere valorizzata ancora di più nel nostro teatro? 
A mio avviso assolutamente sì. 
Prossimi progetti teatrali? 
Nella prossima stagione ci saranno molti miei spettacoli in tournée, porterò in scena “CLEOPATRA” di Gianni Guardigli con Daniela Giovanetti e proseguirà la tournée di “SINCERAMENTE BUGIARDI” con Debora Caprioglio che ha debuttato quest’estate al Festival Teatrale di Borgio Verezzi, a Roma invece al Teatro dei Conciatori tornerà in scena “SENSO” sempre di Guardigli, arrivato alla sua quarta stagione di repliche ed interpretato da una straordinaria Isabella Giannone, inoltre tornerà in scena al teatro dell’Angelo ”IO, ETTORE PETROLINI” di Giovanni Antonucci con Antonello Avallone ed infine ho scritto una sceneggiatura per il cinema e vorrei fare, dopo tanto teatro, la mia prima regia cinematografica. Giovanni Zambito.
© Riproduzione riservata
Fattitaliani

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