E’ “Chiù” di Sofia Bruschetta, la
sceneggiatura vincitrice della terza edizione del Premio Carlo Bixio,
indetto da Rai, Associazione Produttori Televisivi (APT) e Rti e sostenuto
da SIAE e riservato ai giovani, tra i 18 e i 40 anni, autori di una
sceneggiatura originale di fiction ispirata al genere della commedia.
La
cerimonia di premiazione si è svolta ieri, 15 settembre, all’Auditorium
Parco della Musica di Roma, durante l'ottava edizione del RomaFictionFest.
Il premio è stato consegnato dall'attrice *Cristiana Capotondi* mentre
Giulio Scarpati ha letto le motivazioni, alla presenza della presidente del
Premio, Gabriella Campenni Bixio, dei giurati e del comitato promotore.
Alla
vincitrice vanno quindicimila euro, messi a disposizione dalla Rai, a
fronte di un contratto di licenza di dodici mesi.
“Chiù” narra di una famiglia bizzarra, composta soltanto da cugini e
governata da un patriarca, che vive in un antico palazzo in un bellissimo
borgo del nord Italia. Una dinastia influente, sulla quale si concentra
però un velo di mistero, oltre che un vespaio di dicerie. Saranno l’arrivo
di un ragazzino rimasto orfano, una tata misteriosa e un matrimonio andato
a monte a cambiare per sempre il destino della straordinaria famiglia e a
svelare i poteri dei suoi componenti.
“Il premio Carlo Bixio viene assegnato a “Chiù” - si legge nella
motivazione - per l’originalità dell’impianto narrativo, che mette in campo
personaggi sorprendenti, e mescola con abilità il quotidiano con il
sovrannaturale, la commedia con il mistero. Il progetto si è imposto
all’attenzione della giuria per la novità e il coraggio ideativo e per la
freschezza nella creazione di personaggi, situazioni, svolte narrative e
dialoghi”.
Durante la serata è stato anche assegnato il “Premio SIAE idea d'autore”,
un riconoscimento di tremila euro per la sceneggiatura che si è distinta
nell'originalità della concezione iniziale. A vincerlo è stato “Nascondi un
posto a tavola” di Francesco Caronna, Roberto Fiandaca, Giancarlo Germino
e Alessandro Menchi,* che racconta la storia di una famiglia borghese
romana, sconvolta dalla fuga dei genitori, coinvolti in una colossale
truffa finanziaria. I tre figli, precipitati improvvisamente dal loro mondo
di vizi e privilegi in un inferno fatto di polizia, magistrati, giornalisti
e creditori, prendono in mano la situazione, e tra mille sorprese
rovesciano i ruoli di una famiglia convenzionale e solo apparentemente
integerrima.
Il lavoro è stato premiato, si legge nelle motivazioni, “per la capacità di
portare senza timore nei territori della commedia personaggi e situazioni
fortemente legati alla contemporaneità. Nel racconto gli autori scavalcano
le barriere del politicamente corretto e costruiscono una rete di rapporti
- di sangue e non - comicamente dominati dal solo mito del denaro”.
Le due sceneggiature premiate sono stati scelte nella cinquina finalista,
di cui facevano parte anche “Ti voglio bene maestra”, di Raffaella
Migliaccio, “Cronache del primo banco”, di Alessandra Pomilio e “Gli amici
fidati”, di Alida Musumeci.