Claudia Campagnola in "8 donne e un mistero": Il mio personaggio mi dà modo di esplorare tantissimi mondi e colori. L'intervista di Fattitaliani


Teatro Quirino di Roma, fino al 14 aprile “Otto donne e un mistero” di Robert Thomas. Traduzione di Anna Galiena. Adattamento di Micaela Miano. Con Paola Gassman nel ruolo di Mamy, Anna Galiena (Gaby), Caterina Murino (Pierrette), Debora Caprioglio (Augustine), Claudia Campagnola (Suzanne), Antonella Piccolo (Sig.ra Chanel), Giulia Fiume (Louise). Regia di Guglielmo Ferro. Per Fattitaliani.it abbiamo intervistato Claudia Campagnola.

Ho intervistato tantissime volte Claudia Campagnola, ho sfidato la neve caduta a Roma per assistere alla presentazione del docu-film “Vorrei dire ai giovani” in cui interpreta la partigiana Gina Borellini, diretta da Francesco Zarzana e proiettato ieri alla Camera dei Deputati eppure, ogni volta scopro qualcosa di nuovo. Attrice poliedrica si cala nel ruolo assegnatole sempre con una sfumatura diversa. In Otto donne e un mistero con la sua entrata in scena ed un saluto frizzante alla nonna, potremmo paragonarla ad una stella del Rock, non una qualsiasi ma la paragonerei a Patti Smith.
Claudia è il trait d’union tra i vari personaggi. 
Bello il testo, bella la scenografia divisa in due piani. Sopra, la camera da letto del Pater familias quasi a troneggiare sulla scena nonostante ciò che è successo! 
Si percepisce una tensione esitante da gioco teatrale che serve a catturare l’attenzione del pubblico e a tenerlo con il fiato sospeso.
Otto donne, tutte diverse le une dalle altre e ognuna con un segreto da svelare!
Otto donne ed un mistero, chi è il tuo personaggio?

Io sono Suzannne, la figlia maggiore di Marcel e Gaby. Torno dal mio college in Inghilterra per le vacanze di Natale con il mio solito entusiasmo e ho in serbo una grande sorpresa che poi si scoprirà alla fine del primo atto.
Nella prima scena viene detto “quando c’è Suzanne, qui c’è molta più gioia c’è molto più entusiasmo, più allegria”. Poco dopo il mio arrivo c’è un omicidio e quindi da lì...
Quanto ti ha spaventato il confronto con il personaggio del film?
Guarda, in realtà non ho volutamente fatto un confronto, nonostante lo abbia visto, ho cercato di dare una verità che mi appartenesse, una possibilità espressiva che potesse essere il più affine possibile al mio modo di recitare però una cosa molto divertente è che un paio di giorni fa una mia amica che veniva a vedermi mi ha detto “tu fai la figlia minore?” citando l’attrice francese che faceva il ruolo nel film ed io ho detto “no la figlia maggiore” però non mi ricordavo il nome e sono andata a cercarla, ho cercato una foto e devo dire che ho trovato molte similitudini fisiche, un bel sorriso, capelli lunghi come i miei. Tra l’altro siamo nate nello stesso anno di nascita, siamo tutte e due del 76, incredibile anche se lei ha fatto il film un po’ di anni fa.
Quindi di tuo cosa hai portato in questo personaggio?
Sicuramente il mio entusiasmo, la mia gioia di vivere, il mio essere frizzante e a volte anche strabordante. Il regista mi prende molto in giro perché dice che quando entro e dico “ciao nonnaaaaa”,  sembro quasi una rock star che in un concerto dice “ciao Romaaa”. 
Ho cercato di metterci il gioco che sicuramente mi appartiene, più colori possibili perché la bellezza di questo mio personaggio è che poi nel secondo atto, rivela un segreto molto importante che va nella direzione opposta rispetto a come si presenta all’inizio.
La bellezza del testo è che devi scrutare nel mondo dell’essere umano, nelle ombre e nella luce. Entro piena di luce e finisco mostrando dei fantasmi non molto leggeri, forse uno dei tabù più forti che riguardano l’essere umano. Ho cercato di metterci tutto quello che avevo, il bello ed il brutto di me.

8 donne ed un mistero, ma i misteri sono più di uno…!
Direi di sì, ognuno di noi ha un mistero, una polarità negativa, da nascondere. Un nero interiore che porta anche negli abissi del dolore, della malinconia, della cattiveria, del cinismo.
È un lavoro molto interessante. Il mio personaggio, in maniera particolare, mi dà modo di esplorare tantissimi mondi e colori.  Io amo i colori e gioco con i colori. Per me questo personaggio è stato proprio bello perché rappresentativo molto di più dell’arcobaleno in quanto riesco ad andare anche nei toni neri, grigi, marroni, quelli torbidi.

8 donne in scena, 8 donne che lavorano insieme, 8 donne che probabilmente faranno una tournée. Andate d’accordo o avete degli screzi?
In realtà l’abbiamo già fatta una parte di tournée, l’anno prossimo gireremo per altri 3-4 mesi. Devo dire che sopra ogni aspettativa ci siamo trovate molto bene. Siamo un gruppo con esperienze, età, background, origini, città diverse. Devo dire che viene confermata sempre di più la mia teoria che la diversità è davvero una risorsa. Da ognuna di noi si riesce a prendere sempre qualcosa di interessante, persino il confronto più aspro è fatto sempre con grande intelligenza, grande dignità, grande maturità. Io rappresento un po’ la via di mezzo, anche come età. Sono un po’ il trait d’union di queste donne, ei mi piace molto, è una responsabilità che mi prendo volentieri e credo di prendermela anche nella vita nel senso che sono un’attrice comunque accomodante, accogliente e quindi mi trovo ad essere anche un punto di unione in un conflitto o per un’incomprensione. Mi sono trovata molto bene e stimo tantissimo tutte le mie colleghe. Per me è un grandissimo lavoro.
Dove andrete in tournée?
Siamo stati già a Torino, in Veneto e nelle Marche! Dopo Roma finiremo con Genova e finisce questa prima parte di tournée.
Ripartiremo a novembre prossimo ma ancora non sappiamo le date e le città.
Elisabetta Ruffolo
Foto di Tommaso Le Pera

Fattitaliani

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