Giacomo Pilati, già in prima ristampa il nuovo romanzo "Piccolo almanacco di emozioni"

Fattitaliani
Un prezioso elogio dell’infanzia. Un romanzo  civile e personale  intriso di emozioni scolpite nel cuore. Una lettura autobiografica del passato, tra odori e sapori, desideri e delusioni. E in mezzo l’infanzia felice e consapevole.

Come solo i bambini sanno viverla. Sorprende in ogni pagina la memoria prodigiosa che esalta e rivela i particolari. Stupisce la dovizia delle insistite sfumature narrative, l’abbondanza dei più minuti dettagli descrittivi. Il terremoto del Belice, il viaggio in ascensore, la scoperta del mare, la testa fuori dal tettuccio della cinquecento,  il telefono col lucchetto, le sigarette alla menta, le feste in casa, i primi turbamenti. Gli anni drammatici del cambiamento esplodono con il rapimento Moro. La realtà assume altre direzioni.  La cronaca degli avvenimenti diventa inesorabilmente la storia. La strage di Pizzolungo, l’antimafia, l’incontro con Mauro Rostagno. I giornali e le televisioni locali.  Trapani è il luogo del racconto, dove i  drammatici eventi diventano l’emblema delle storture del mondo, delle ingiustizie. Le cronache televisive in diretta segnano definitivamente la fine delle illusioni.  E ancora  l’omicidio del giudice  Ciaccio Montalto con la targa a lui dedicata. Bisogna non si riveli il vero motivo della sua morte. Uno stupore disvela le connivenze, i ritardi culturali delle istituzioni. Denunzia la paura e l’impotenza nell’ affrontare il cancro mafioso. Anzi il sospetto e la diffidenza che la provincia vive sono l’unico modo per non prendere coscienza della realtà.
Non serve, in fondo, sapere se i ricordi  sono veri o inventati dalla scrittura, ma nel suo dispiegarsi diventano palpabili e credibili cronache di un tempo che non tornerà mai più. Emerge come ultimo capitolo la cronistoria di Minchia di Re, una storia vera diventata romanzo di successo e film premiato in ogni parte del mondo. L’autore come in un eterno ritorno rivede, però, sempre se stesso bambino. Non vuole e non deve dimenticarlo. Non rinuncia all’infanzia. Tutto è conseguente. La scrittura racconta tra le righe i vizi, le abitudini della provincia siciliana. Vuole cioè in tal modo riscattarla e affrancarla dal torpore. Restituirci la speranza. Attraverso il valore immutabile dell’umanità. E la irripetibile poesia del quotidiano. Il matrimonio, il servizio militare, le malattie improvvise, la nascita di un figlio. Contrabbandando la difficile realtà sempre con la speranza. Parlando dell’amore struggente per la propria madre. Parlando dell’amore per i propri cari attraverso i ricordi. Le sensazioni intime, spesso inconfessabili della vita comune.  
Editore: Imprimatur (31 agosto 2017)
Leggi intervista di Fattitaliani a Giacomo Pilati

Giacomo Pilati giornalista e scrittore, è nato a Trapani nel 1962. I suoi romanzi sono: Le Siciliane (Coppola), Le altre Siciliane (Coppola), La città dei poveri (Il Pozzo di Giacobbe), Minchia di re (Mursia), Sulla punta del mare (Mursia), Le nuove Siciliane (Di Girolamo), Morsi d’Italia (Tarka). Nel 2009 da Minchia di re è stato tratto il film Viola di mare in concorso al Festival internazionale del cinema di Roma, e un monologo messo in scena in diverse parti del mondo da Isabella Carloni. I suoi libri sono stati pubblicati in Francia, Stati Uniti, Russia. Collabora con diversi giornali. Si è aggiudicato due volte il Premio nazionale di giornalismo Giuseppe Fava.
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