Netum, ovvero Noto Antica, una spettacolare ricostruzione virtuale frutto dell’Opera EFIAN “Experimental Fruition Ingenious Ancient Noto”

Netum, ovvero Noto Antica, è l'antico abitato di Noto raso al suolo dal terribile terremoto dell'11 gennaio 1693. Al momento del terremoto, Netum era la quinta città più potente, più ricca e più importante politicamente, religiosamente e culturalmente della Sicilia di allora.
Netum, nelle sue rovine che ne fanno il sito archeologico più grande e più importante (dopo Pompei) del vecchio continente, conserva una storia millenaria con una stratificazione culturale e architettonica unica in Europa. La città antica è situata nelle colline del monte Alveria, che si configura con una morfologia geologica straordinariamente ricca e interessante, roccaforte naturale con le sue precipitose vallate rocciose di quella che fu la fortezza medievale di Noto Antica. Fu una città fiorente e ricca di cultura, di arte, di artigianato prezioso e di vita sociale, che vide il susseguirsi di diverse dominazioni: dal primo insediamento urbano del XVIII-XV sec. a.C., dai romani agli arabi, dai bizantini ai normanni e agli aragonesi.

L’Opera EFIAN di ricostruzione virtuale di quattro aree del sito archeologico, finanziata dal Ministero dell'Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR) all’interno del Programma Operativo Nazionale “Ricerca e Competitività” (PON R&C) 2007-2013, ha permesso, attraverso l’uso delle più moderne tecnologie informatiche e multimediali, di far fare ai visitatori un salto centenario nel tempo, e precisamente un attimo prima del terribile terremoto dell’11 gennaio 1693.
L’Opera EFIAN è stata progettata e realizzata da una compagine societaria pubblico-privato che ha presentato il progetto a valere sull’Avviso pubblico “Ricerca e Competitività” del MIUR datato 13 marzo 2013 (prot.n. 00436); MIUR che con Decreto Direttoriale del 19 luglio 2013 (prot.n. 001417) ha finanziato il progetto classificandolo al primo posto nella graduatoria nazionale della “Linea 2 Cultura ad Impatto Aumentato. Il 24 marzo 2014 veniva firmato il contratto di realizzazione dell’Opera EFIAN tra la compagine societaria e il MIUR. Il 21 novembre 2014, con una Conferenza pubblica tenuta a Noto presso Palazzo Trigona di Cannicarao, in presenza di diversi esperti e autorità locali e nazionali, prendeva il via il cantiere di realizzazione dell’Opera. La chiusura dei lavori e la fruibilità turistica e scientifica di EFIAN, coincide con la Conferenza di chiusura e di lancio del progetto dell’11 gennaio 2017 tenuta sempre presso Palazzo Trigona di Cannicarao.
L’Opera EFIAN ha visto coinvolti diverse organizzazioni ed enti, che hanno lavorato congiuntamente, ognuno con un preciso compito rispetto alle rispettive competenze e conoscenze professionali e scientifiche, nel rispetto dei tempi e dei mandati di realizzazione di parte dell’Opera loro affidata. In particolare hanno partecipato le due più importanti Università dell’Isola, quella di Palermo e quella di Catania, con i rispettivi Dipartimenti di Architettura e nello specifico di Storia dell’Architettura, di Rappresentazione, di Progettazione; la fondamentale collaborazione del Comune di Noto che col sindaco Corrado Bonfanti ha messo a disposizione il sito archeologico, il museo civico della città e un prezioso contributo progettuale e di servizi perché l’Opera venisse realizzata a regola d’arte; due società private: la Services & Advice s.r.l. di Palermo, capofila della compagine societaria e coordinatrice di tutte le azioni progettuali, e la società di restauro e di salvaguardia di siti archeologici e architettonici Siqilliya s.r.l. di Barcellona Pozzo di Gotto; il partenariato esterno dell’Assessorato ai Beni Culturali della Regione Siciliana.
Il risultato finale dell’Opera EFIAN, che oggi tutti possiamo ammirare, realizzata per la prima volta in Italia in un sito così importante, è stato possibile grazie ai “Daydream View” che hanno reso fruibile una futuristica visita del Parco Archeologico della città vecchia. Il percorso scientifico-turistico, inizia nel centro storico della Noto Barocca, presso il Museo Civico di via Vittorio Emanuele, corso principale della città ricostruita integralmente dopo il terremoto nello stile architettonico tardo-barocco di allora, ad una distanza di circa otto chilometri in linea d’aria dalla vecchia città. Noto fu l’unica città del Val di Noto ad essere ricostruita in un altro luogo. Tutte le altre città di quel territorio, anch’esse distrutte dall’evento naturale, furono ricostruite lì dov’erano state distrutte.
foto area 1999
La prima parte di progettazione dell’Opera, ha visto un lungo e certosino lavoro di ricerca storico-architettonica, in capo alle due Università siciliane, che ha consentito la ri-creazione e ri-costruzione progettuale delle “fabbriche”, ed in particolare delle quattro aree prescelte - piazza Maggiore, Chiesa del Carmine, Cappella di San Michele e Chiesa dei Gesuiti – che oggi è possibile vedere virtualmente nel loro originario splendore, con l’utilizzo delle tecnologie di ultima generazione che permettono al visitatore di immergersi in una città bellissima e viva qual era Netum, oggi conosciuta come Noto Antica, un attimo prima del terremoto di allora.
ANDREA GIOSTRA.
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Link e informazioni utili per conoscere meglio il sito archeologico:
U.R.P. del Comune di Noto
+39 0931 896904 (Ufficio Relazioni con il Pubblico – P.zza Municipio)
+39 0931 836462 (Museo Civico di Noto – C.so Vittorio Emanuele)
relazionipubbliche@comune.noto.sr.it
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Link e informazioni utili per conoscere meglio e per visitare il sito archeologico:

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