Barbara Frale, dal 1° settembre in libreria "IL GIOCO DEGLI ARCANI" per camminare per le vie del Medioevo. L'intervista di Fattitaliani

Barbara Frale (Viterbo, 1970) è una storica medievista dell’Archivio Segreto Vaticano. Esperta di scritture e documenti antichi, ha pubblicato diversi saggi scientifici sui Templari, la Sindone di Torino e le discusse dimissioni di papa Celestino V.
È anche autrice di romanzi storici ispirati alle fonti originali che rappresentano il suo normale ambito di lavoro, tra cui La lingua segreta degli dei (2012). Dal 1° settembre in tutte le librerie sarà disponibile il nuovo libro "Il gioco degli arcani" (Casa editrice: Centauria - Collana: I Falchi - Pagine: 250 - Prezzo: 15,00€) ambientato nella Roma del 1300: nell’anno del Giubileo della misericordia, un giallo che riporta in vita le atmosfere del primo Giubileo della storia della cristianità. Fattitaliani ha intervistato l'autrice.
Attraverso la lettura del suo romanzo quale Roma e Chiesa vengono fuori?
Roma è una città paradossale, dove svettano ancora le antiche rovine imperiali che sono enormi per l'uomo del medioevo, il quale guardandole pensava al concetto un po' magico della Fortuna: i Cesari sono stati dominatori del mondo, tanto da poter innalzare templi e palazzi così immensi, ma poi un capriccio della sorte li ha fatti cadere in rovina.
La Chiesa è scissa in due: da una parte quella temporale e mondana, che Bonifacio VIII dirige con pugno di ferro, dall'altra parte emerge l'istanza della spiritualità evangelica, incarnata dal cardinale Niccolò Boccasini, umile, sapiente e frugale. Strano può sembrare il fatto che i due, così diversi tra loro, invece che odiarsi si stimavano a vicenda. Il papa angelico, uno come Boccasini, era ciò che il mondo voleva, allora come oggi; eppure Boccasini divenne papa con il nome di Benedetto XI ma fu assassinato dopo neppure un anno di governo, un anno in cui aveva lavorato per mettere pace fra le varie parti in lotta. Evidentemente, gli uomini di allora non erano pronti per avere un papa così.
In che modo cambia e si evolve la reciproca conoscenza fra Caetani e la badessa?
Madre Benedetta Petrocomite ha la stima del papa per lo stesso motivo per cui ce l'ha il cardinal Boccasini: sono persone dedite a vivere il vangelo realmente, in particolare la badessa si distingue per la cocciutaggine con cui vuole combattere le piaghe della miseria e della malattia. Anche in lei, come in Boccasini, Bonifacio VIII vede il se stesso che avrebbe voluto essere, se non fosse stato tanto ambizioso da cercare la carriera ecclesiastica. Quando poi la storia evolve, Bonifacio VIII scoprirà un volto inedito della badessa, che in fondo è un essere umano come gli altri, perciò esposta alle tentazioni e alle colpe. Questo non intaccherà la fiducia che il papa ha di lei. Anzi, forse ora potrà rispecchiarsi in lei ancora di più, perché anche lui ha delle colpe.
Quali sono i punti di convergenza fra i due personaggi e quali, invece, in comune? 
I loro caratteri sono molto simili, a partire dall'intelligenza spiccata. Pari è anche la debolezza verso i parenti, per i quali nutrono un tenero affetto e che non hanno il coraggio di punire, se necessario. Diverso è il ruolo che la società del tempo offre loro, naturalmente. L'una e l'altro comunque si sono adattati a quanto veniva da altri imposto, ed hanno saputo ricavarsi una porzione di felicità terrena, ognuno secondo la sua tempra. Come il papa, anche la badessa è una donna di potere, benché sia un potere occulto che gestisce con discrezione dal fondo di un convento. Entrambi sono gravemente danneggiati da qualcuno molto vicino a loro, nel quale avevano erroneamente riposto la piena fiducia.
I lettori troveranno un Medioevo inedito e quello tramandato da manuali di storia e letteratura?
Senza dubbio. I manuali di storia devono tracciare un profilo rapido e generale, quindi non tengono conto di tantissime cose: il medioevo dura mille anni! Un romanzo storico che penetra nella dimensione medievale restituisce ambienti, odori, colori e sapori che erano diversi dai nostri. Ma prima di tutto, ci restituisce il modo di pensare degli uomini di allora, capace di godere a fondo della vita e di prendere le cose con maggior fatalismo.
Come passare dalla storia alla narrativa, dalle prove del passato alla narrazione fittizia senza perdere in credibilità e verosimiglianza?

Questo libro in pratica si è scritto da solo, nel senso che i personaggi sono tutti reali, come gli ambienti e i giochi di potere. Gli anni che vanno dal 1300 al 1314 sono pieni di intrighi e di eventi drammatici che hanno contribuito alla formazione dell'Europa moderna: la nascita dello stato laico, lo schiaffo di Anagni, il processo dei Templari... Di delitti e complotti ce n'è già abbastanza, inventare non è indispensabile. Semmai, la sfida più ardua è quella di descrivere e narrare i fatti in modo che il lettore, quasi senza rendersene conto, scivoli indietro nel tempo con un salto di secoli. Ritrovandosi a camminare come per magia per le vie di un medioevo autentico. Giovanni Zambito.
©Riproduzione riservata

Sinossi:
Roma, anno 1300.
Papa Bonifacio VIII ha indetto il primo Giubileo della storia e in una città affollata e in preda alla frenesia non vuole altri problemi. Tantomeno un omicidio.
Ma Giovanna Savelli, una delle nobildonne più in vista dell’Urbe, è stata trovata morta, forse avvelenata. E la principale indiziata è la bellissima Immacolata Colonna, che appartiene a una famiglia ostile al pontefice: processarla senza prove certe potrebbe scatenare una rivolta.
A chi affidare un’indagine così delicata? Il papa sceglie una strana coppia: suo nipote Crescenzio Caetani, che sogna di diventare medico, e la potente badessa di San Silvestro in Capite. Un braccio, giovane e ardimentoso, e una mente sottile protetta dalla clausura. Ben presto, si delineano due piste distinte. La prima conduce dritta a madamigella Colonna, ai suoi affari di cuore e al suo insidioso fascino. La seconda porta alla misteriosa zingara saracena Zaira, e al mazzo di carte con cui legge la fortuna e si dice dispensi la morte. Passando per il giardino dello scorbutico medico del pontefice, Arnaldo da Villanova, in cui a nessuno è permesso entrare…
In questo giallo incalzante, Barbara Frale attinge alle ricche simbologie e agli affascinanti intrighi di un Medioevo ricostruito con passione, per tessere una tela in cui si intrecciano amore e vendetta, politica e magia. «Chi cerca maghi, trova il demonio», dice l’accorta badessa: il diavolo è furbo. Ma la verità trova sempre una via, per quanto tortuosa, per venire alla luce.

Fattitaliani

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