Ospite a Domenica In su Rai1, Roberto Vecchioni è stato protagonista di un’intensa intervista con Mara Venier.
Il Professore ha spiegato la nascita della fondazione voluta da lui e sua moglie Daria dopo la morte del figlio Arrigo: “Abbiamo dato inizio ad una fondazione per difenderci dallo stigma delle malattie mentali anche perché in Italia non c’è attenzione e prevenzione. Un ragazzo su sette ne soffre. I ragazzi sono desolati e poco aiutati. Non basta la famiglia, e non basta nemmeno l’amore. Ci sono tantissimi problemi, anche per i parenti che soffrono insieme a chi è malato. È una nube continua sulla tua vita. Puoi fare di tutto, però questo problema non sfugge mai, ti rimane addosso. Non si sa mai come salvarsi”. Il cantante ha raccontato la sofferenza che stanno affrontando dopo il lutto: “Mia moglie alla sera, dieci, dieci e mezza, comincia a piangere fino a mezzanotte. Non è passata mai, non passa. Passa tutto nella vita ma non quando se ne va una cosa che è la tua carne, il tuo spirito, la tua anima, che è un figlio. Io ho tentato, ma io mi nascondo, lei la lascio fare. Gliel’ho detto: piangi quando vuoi, nei negozi, in tram, fottitene degli altri quando ti vien voglia, piangi. Io invece non posso, vado in bagno e mi chiudo. Eppure ci sono soluzioni, sono sempre ottimista e so che ci saranno”. Infine ha rivelato: “Ornella Vanoni ci chiamava sempre. Lei è sempre stata di un cuore grandissimo, e quando si affezionava a una persona sentiva che doveva dare qualcosa. In questi due anni di sofferenza di mia moglie quasi tutte le sere la chiamava per dirle ‘parla parla, tanto il dolore lo so passare, non ho preoccupazioni, me lo prendo tutto io’.

