Rai 3, stasera a Report "Cantiere Cortina" e "Allerta alimentare"



Mancano due mesi all'inizio delle Olimpiadi invernali Milano Cortina 2026. L'Italia se le era aggiudicate nel 2019 con un dossier di candidatura ispirato ai principi di sostenibilità economica e ambientale. Le avevano ribattezzate Olimpiadi a costo zero.

Il 90% degli impianti era già esistente per cui bastavano pochi soldi per risistemarli. Com'è andata alla fine? Se ne parla nell’inchiesta di Claudia Di Pasquale, con la collaborazione di Norma Ferrara, Celeste Gonano e Giulia Sabella “Cantiere Cortina”, in onda per “Report” domenica 7 dicembre alle 20.30 su Rai 3. Dopo l’analisi di alcuni dati, sembrerebbe che in sei anni il valore delle opere possa aver superato i 3,8 miliardi di euro e che molte di esse potrebbero essere completate dopo i Giochi, anche a distanza di anni.

A seguire, Giulia Presutti, con la collaborazione di Samuele Damilano, propone “Fratelli coltelli”. A marzo Giorgia Meloni ha inviato un commissario da Roma per riunificare la Sicilia – poi scossa dall’inchiesta giudiziaria che ha coinvolto il presidente dell’ARS Gaetano Galvagno e l’Assessora al Turismo Elvira Amata, entrambi di FdI - sotto un'unica guida, quella di Luca Sbardella. Fra i motivi, anche la contesa che nella parte orientale dell'isola ha visto contrapposti il deputato regionale Carlo Auteri, che ha lasciato il partito, e il vicepresidente della commissione bilancio della Camera Luca Cannata. Che cosa è successo davvero?

È ancora, “Allerta Alimentare” di Giulia Innocenzi, con la collaborazione di Greta Orsi. Dopo che Report ha consegnato all'Ats Valpadana le etichette e le informazioni raccolte sulla carne scaduta rimessa in commercio dal macello Bervini, è scattata l'allerta alimentare. E cioè si procede al ritiro della carne potenzialmente pericolosa finita in bar, ristoranti e mense. Inoltre, l'Autorità sanitaria ha inoltrato il fascicolo alla procura di Mantova per i reati di frode nell’esercizio in commercio e vendita di sostanze alimentari non genuine come genuine. Ma dov'è finita davvero la carne scaduta? E perché ci è voluto tanto per intervenire?

Per “Lab Report”, infine, Lucina Paternesi con la collaborazione di Cristiana Mastornicola firma “Confiscati e abbandonati”. Può un’azienda gestita dallo Stato separare una frazione dal suo comune? Succede ad Aci Castello, in provincia di Catania, dove uno stabilimento balneare, il Lido dei Ciclopi, bene confiscato alla mafia, separa il paese dalla sua frazione, Aci Trezza. Nonostante l’amministrazione comunale abbia elaborato un progetto per gestire il lido come bene comune, l’Agenzia nazionale che amministra i beni confiscati non l’ha mai assegnato all’ente locale. Ma come funziona la gestione dei beni confiscati alla mafia? Ad oggi, in tutta Italia, sono circa 25mila tra edifici, aziende, terreni e persino castelli. Da Torino a Venezia, passando per Rimini e la Sicilia, i sindaci lamentano tempi lunghi per l’assegnazione, mancanza di fondi per ristrutturare gli immobili e tanta confusione burocratica; alla fine, troppo spesso, gli immobili deperiscono dopo anni di abbandono.

Fattitaliani

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