“Ho avuto e ho tutt'ora a che fare con i senza fissa dimora” ha dichiarato il cantautore genovese “e quello che mi ha sempre colpito nella maggior parte delle loro storie (che sono storie dell'orrore, ma di un orrore semplice e quotidiano) è che basta davvero poco, pochissimo, per passare da quella parte, per ritrovarsi tra gli ultimi e i dimenticati, privi ormai anche di una loro identità”.
Registrato e mixato da Fabrizio Chiapello presso il Transeuropa Recording di Torino, Dio dei baraccati è stato realizzato in collaborazione con la marching band torinese Bandakadabra che si muove come una sorta di banda dell'Esercito della Salvezza che accompagna il cammino dei protagonisti, nel progressivo disvelarsi di fotogramma in fotogramma della loro condizione di minorità e marginalità.
Di grande impatto e forza di suggestione il video, costruito dal regista Paolo Severini, sulla successione di istantanee del fotografo genovese Adriano Silingardi, pubblicate nel volume “Vivere (e morire) in strada a Genova” per cui è per il capoluogo genovese che si dipana questa intricata matassa di vita agra e sofferta, di ingiustizie e dolori che ispirano e sorreggono il canto di un cantautore mai incline a proposte facili e scontate.
Nel suo ultimo CD, Sirianni canta di una condizione e di un destino in cui l’affanno del cuore e l’incertezza della mente sembrano sciogliersi solo nel compiersi improvviso di un’attesa, nella ricchezza di piccole gioie quotidiane: quella stessa attesa che sembra essersi dileguata dagli animi di tanti nostri fratelli, abbandonati alle intemperie della stagione e, quello che più addolora, all’indifferenza delle persone e alle ingiustizie della vita.
Qui il video
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