A volte le grandi idee nascono dai momenti peggiori. Alessandro Pozzi lo sa bene: la sera in cui la sua compagna lo ha lasciato per colpa di una pizza fredda è stata anche quella in cui è nata l'idea che potrebbe rivoluzionare il delivery mondiale.
"Ero
rimasto imbottigliato nel traffico milanese", racconta Pozzi con un
sorriso amaro. "Sono arrivato a casa con le pizze da asporto ormai fredde.
Lei ha fatto una scenata e se n'è andata per sempre. Certo, la pizza era solo
la goccia che ha fatto traboccare il vaso, ma in quel momento mi si è accesa la
lampadina: perché nessuno ha mai risolto questo problema?"
Da quella
domanda è nato Fòvet (www.fovet.it), il contenitore automontante con
il claim "Lui scalda tu gusti!". Un progetto sviluppato negli uffici
milanesi di Fextal Srl (www.fextal.com), dove Pozzi e il suo team hanno
trasformato una disavventura personale in un'opportunità di business da
miliardi di euro.
Il motto? "Immagina l'impossibile per renderlo
possibile"
"Ho
messo subito al lavoro il mio team", continua Pozzi. "Da noi si
respira aria di pura follia, sembra di entrare nella stanza di Archimede
Pitagorico. Concepiamo decine di prodotti ogni anno, ma solo dopo una rigida
selezione pochi vengono alla luce."
Fòvet è uno
di questi. Un contenitore per pizza completamente ripensato che risolve tre
problemi in un colpo solo.
Primo: si monta da solo. Basta appoggiare
la pizza e Fòvet si chiude automaticamente. Niente più perdite di tempo nelle
ore di più richiesta, e il 70% in meno di spazio per stoccare i cartoni vuoti.
Secondo: ha un sistema di
"camini" brevettato che fa circolare il calore tra le pizze impilate.
Più pizze ci metti, meglio funziona. È fisica applicata al delivery che
consente di trasportare la pizza fino a casa ancora calda e croccante.
Terzo: migliora l'igiene. I contenitori
non restano aperti per ore ad accumulare polvere prima di essere usati.
Un mercato da 78 miliardi di euro
Il packaging
alimentare muove 78 miliardi di euro a livello globale. Solo la pizza delivery
in Europa vale 2 miliardi. E il food delivery continua a crescere del 25%
all'anno, soprattutto dopo la pandemia che ha cambiato le abitudini di consumo.
"Fòvet
arriva nel momento giusto", spiega Pozzi. "Le analisi di NielsenIQ e
Euromonitor dicono la stessa cosa: il mercato vuole sostenibilità, funzionalità
termica, design che fa la differenza. Noi abbiamo messo insieme tutto questo in
un solo prodotto."
L'obiettivo
è ambizioso: partire dall'Italia, espandersi in Europa nel primo anno,
conquistare il 90% del mercato italiano del packaging per pizza entro cinque
anni e poi procedere alla conquista del mercato globale.
Sostenibile, efficiente, digitale
Fòvet usa
gli stessi materiali biodegradabili dei cartoni classici, ma costa uguale al
pizzaiolo e offre prestazioni decisamente superiori. Il brevetto prevede già
l'uso di materiali ancora più innovativi.
"La
sostenibilità non è uno slogan per noi", dice Pozzi. "Euromonitor la
indica come uno dei cinque trend fondamentali del food. Noi siamo già
pronti."
E c'è di
più. Nel packaging alimentare si parla sempre più di soluzioni
"intelligenti": QR code, tracciabilità, sensori. Fòvet è già
predisposto per tutto questo. "Possiamo dare ai ristoratori strumenti per
analizzare le consegne, fidelizzare i clienti, raccogliere feedback. E ai
consumatori un'esperienza più ricca."
Non solo pizze
"Il
brevetto non copre solo le pizze", precisa Pozzi. "Funziona con
qualsiasi cibo che deve restare caldo durante il trasporto. Pollo fritto,
hamburger, focacce. Ovunque serva mantenere temperatura e croccantezza."
Fextal ha
pensato a quattro strategie per portare Fòvet sul mercato: vendita diretta a
pizzerie e catene (B2B), versione per i consumatori che vogliono portarsi la
pizza a casa dagli amici (B2C), licenze di produzione per i mercati esteri e
personalizzazioni in white label per i grandi brand.
La filosofia Fextal: investire sui concept
Fextal non è
una startup improvvisata. Il team conta già dieci professionisti che lavorano
su progetti tra i più diversi.
"Il
nostro approccio è particolare", ammette Pozzi. "Arriviamo fino
all'idea, alla protezione brevettuale, agli studi di fattibilità, alla fase
alpha. Noi investiamo sui concept, ci prendiamo tutti i rischi della fase
iniziale. Poi cerchiamo partner: aziende che già operano nel settore e per cui
sviluppare il prodotto costa poco, oppure investitori che credono nel progetto
fin dall'inizio e vogliono salire a bordo. Questi sono quelli che chiamiamo
'gli investitori della prima ora': non rischiano al buio, investono poco e
massimizzano i risultati."
L'obiettivo
è trovare i partner finanziari giusti entro due mesi, costituire la società,
realizzare i prototipi e arrivare alle prime vendite in sei-otto mesi.
Produzione, logistica e amministrazione? Tutto in outsourcing, per restare
agili e scalabili. In alternativa, Fextal è aperta a collaborare con il giusto
partner industriale che crede nel progetto e vuole svilupparlo insieme.


