Ancora una volta il Mart mette in dialogo periodi storico-artistici differenti, attraversando i secoli e superando i limiti del tempo. La struttura stessa del museo, disegnata dall’archistar Mario Botta, celebra la classicità: dal Pantheon ripreso nella forma e nelle proporzioni della cupola, all’impluvium romano a cui è ispirata la fontana al centro della piazza, fino alla pietra gialla di Vicenza che riveste la struttura.
Anticipano i curatori che a Rovereto sarà possibile ammirare: “Corpi lanciati nell’agone sportivo raccontati dalla pittura e dalla scultura, dalla letteratura alla poesia, dal cinema alla pubblicità, posti in dialogo virtuoso con corpi danzanti nell’intento di allargare l’ambito disciplinare alle diverse manifestazioni in cui il corpo umano amplifica sé stesso attraverso il movimento, la sfida oltre il proprio limite, la ricerca della grazia e dell’espressività”.
Se lo sport è fenomeno di massa per eccellenza, l’arte ha certamente contribuito all’iconografia del mito: dal “discobolo” alle icone contemporanee, la mostra evidenzia come il racconto del corpo nella performance sportiva abbia definito la nascita di eroi ed eroine, siano essi atleti o lottatori classici come quelli ritratti nelle fotografie di Mimmo Jodice o rappresentati nelle sculture di Giulio Paolini, oppure personaggi del presente, come la danzatrice Carla Fracci o le atlete del Team Olimpico Statunitense immortalate dall’obiettivo di Fabrizio Ferri. In questo senso, alcuni oggetti appartenuti o utilizzati dagli sportivi diventano cimeli leggendari che trovano spazio in mostra, è il caso per esempio, limitatamente al ciclismo, delle biciclette di Gino Bartali (vincitore del Giro d’Italia nel 1936, 1937, 1946 e del Tour de France nel 1938, 1948), Fausto Coppi (vincitore del Giro d’Italia nel 1940, 1947, 1949, 1952, 1953 e del Tour de France nel 1949, 1952), Gastone Nencini (vincitore del Giro d’Italia nel 1957 e del Tour de France nel 1960) e la bicicletta con cui Francesco Moser, il 23 gennaio 1984 a Città del Messico, batte il record dell’ora superando il muro dei 50 chilometri.
In una prospettiva contemporanea, la mostra suggerisce che il corpo non sia solo strumento per superare record o per eseguire performance straordinarie. La competizione implica tensioni, fisiche ed emotive, e contrapposizioni, tra perfezione e cedimento, record e limite. Prima del risultato, lo sport è fatica, dolore, disciplina. L’agonismo include tanto la vittoria, quanto il fallimento e la sconfitta, il sovrumano contiene l’umano.
- Quando
- da sabato 01 nov 2025 | a domenica 22 mar 2026
- Prezzo
- Intero 15 €, ridotto 10 € (biglietto unico per tutte le sedi del Mart)
- Credits
- A cura di Antonio Calbi, Daniela Ferrari.Nell’ambito di Olimpiade Culturale di Milano Cortina 2026 e di Combinazioni_caratteri sportivi, Provincia autonoma di Trento.


