Lucia Russo, Sicilia in breve: orizzonti di separazione e continuità tra memoria, identità e paesaggi dell’isola

 


«Viviamo col limite dell’orizzonte, specie in un’isola. Il mare separa da altre terre e al contempo unisce a un altrove prefigurato in lontananza.»

Dalla quarta di copertina l’autrice di “Sicilia in breve - Racconti di luoghi e volti dell’isola” (LuoghInteriori, 2025), Lucia Russo, esplicita così la linea di separazione/continuità tra l’insularità di un siciliano e la vita oltre lo Stretto e il Mediterraneo quale filo rosso dei 12 racconti brevi ambientati nella Sicilia degli ultimi sessanta anni. Storie che partono da specifici luoghi siciliani dall’anima fortemente identitaria, le cui vicende coinvolgono ogni volta anche un luogo lontano. Separazione/continuità, come una sorta di ossimoro che le pagine via via raccontano e mostrano.

Nati e pubblicati singolarmente in anni diversi (dal 2011 al 2021), con l’aggiunta di alcuni inediti, i racconti sono qui riproposti dopo un’elaborazione stilistica che tiene conto della varietà e dei generi di scrittura contenuti, in una personale e riuscita miscela tra narrativa poetica e narrativa giornalistica della scrittrice, altresì giornalista e poeta. Oltre i racconti brevi, all’esordio di Lucia Russo nella scrittura con la silloge poetica “Identità” (Algra Editore srls, Aprile 2015) aveva fatto seguito nel 2021 la pubblicazione del romanzo “Il presagio del pipistrello rosso” (coautrice Maria Pina Crifò Antonello, Algra Editore srls).

Dai testi frutto di pura immaginazione e fantasia, al racconto fedelmente biografico di Nel nome del padre, all’autobiografia-memoir contenuta in A Villafranca Tirrena e, ancora, alla narrativa giornalistica del racconto Theresa Maggio, l’americana che narrò la Mattanza o di Catania vista da Palazzo Stidda.

Con voce narrante diversa, disposti senza un ordine preciso, i racconti compongono un viaggio sospeso nel tempo tra la Sicilia di oggi e di ieri, in vari angoli e scorci più o meno noti dell’isola. Viaggio che è anche interiore per i protagonisti di alcuni racconti (come in Segreto in Cattedrale e Segnalibro di trame) o solo esteriore per altri.

Un collage di narrazioni dalla pluralità di temi e ambiti. L’amore, la politica, l’attaccamento alla terra, il mistero del suo richiamo per gli stranieri, il mondo fatato dell’infanzia (A Villafranca Tirrena), quello travagliato dell’adolescenza (Segnalibro di trame), la transizione tra vecchia e nuova Sicilia (Rossa come sangue, rosa come Autora), l’universalità tra madri (Contatti). E ancora, le criticità e ferite dell’isola (Catania vista da Palazzo Stidda), le varie fasi della vita, la solitudine di certe sue fasi, la resistenza delle isole minori e la larvata sensualità che nasce nelle zone baciate dal sole, di Come salsedine. Onnipresente poi la natura, come le onde, «una compagnia che non dice parole», eppure rallegra, rincuora, risuona.

Storie dai volti realmente esistiti, tratti dalla cronaca e/o da incontri reali, insieme a quelli inventati per trasfigurazione. Personaggi spesso dalle originali scelte di vita ma che rispondono alle caratteristiche dei luoghi d'ambientazione, veri protagonisti e soggetti ispiratori delle storie, come dichiara l’autrice.

Tratti di vita o, come in Nel nome del padre, l’intera biografia stesa in forma di breve saggio. Vicende che comunque testimoniano l’inesauribile fonte di meraviglia sprigionata dall'isola, in vicende quotidiane talvolta assurte alla cronaca per la loro singolarità. Individui che in quella terra sono nati e la amano, o che pur da lontano e da stranieri ne hanno sentito fortemente l'appartenenza e il richiamo, personaggi attraverso cui narrare i tre angoli della Sicilia.


Quasi tutte le province della regione sono di volta in volta protagoniste. Dall’insularità propria delle Isole Egadi e Isole Eolie a quella delle zone costiere; dalla natura incontrastata e consolatoria di Testa dell’Acqua (Noto) a quella leggendaria della Scala dei Turchi (Agrigento); dall’oasi serafica del messinese al cuore isolano di Enna e Caltanissetta, alla vulcanica città di Catania con la filosofia di vita dei suoi cittadini; e infine la grande e magnifica Etna, patrimonio di ogni dove. Non da ultima, ma al contrario centrale, la singolarità dell’isola linguistica dal dialetto gallo-italico, nel cuore della regione, nel racconto Segreto in Cattedrale.

L'atmosfera e il sentimento prevalente dei luoghi d’ambientazione emergono dalle pagine grazie alla capacità descrittiva ed evocativa dell’autrice, dalla scrittura misurata in un linguaggio accurato e suggestivo.


Fattitaliani

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