di Giovanni Zambito - Unire bellezza, cultura e accessibilità trasforma una serata a teatro in un’esperienza capace di avvicinare anche i più profani all’universo della lirica.
L’idea di fondo è semplice ma efficace: un gruppo di cantanti lirici tra confidenze, ricordi e batture sulle arie preferite parlano brevemente di una determinata melodia, apre la porta a un'esecuzione dal vivo, accompagnata da una scenografia digitale che riproduce la scena originale dell'opera da cui proviene l’aria. Il risultato è un flusso narrativo leggero e avvolgente, dove lo spettatore si muove tra emozioni, stili e epoche, guidato da voci potenti e presenza scenica.
Uno degli aspetti più riusciti dello spettacolo è proprio questa alternanza tra racconto e canto, che rende il tutto comprensibile anche a chi non ha mai messo piede a teatro per ascoltare un’opera. Il pubblico, così, non solo gode dell’esecuzione vocale, ma entra anche nel contesto emotivo e narrativo dell’opera, grazie a un linguaggio semplice e coinvolgente.
Il repertorio è ampio e ben scelto, con alcuni classici intramontabili come “Un bel dì vedremo” da Madama Butterfly e le arie tratte da La Bohème, tra cui “Mimì” e il “Valzer di Musetta”. Questi momenti, già di per sé carichi di pathos, sono stati ulteriormente valorizzati da un accompagnamento visivo che ricreava in scena un'atmosfera ad hoc come il porto giapponese e la soffitta bohémien parigina. Un’idea riuscitissima che aggiunge profondità alla fruizione musicale.
Altro momento di forte suggestione è stata l’esecuzione della celebre “Habanera” da Carmen di Bizet, con la sua sensualità inconfondibile e il ritmo ipnotico che hanno immediatamente catturato l’attenzione della sala.
Particolarmente toccante è stato anche l’inserimento di “E lucevan le stelle” da Tosca, un momento di intensità lirica assoluta: la voce del tenore ha restituito la struggente malinconia del personaggio di Cavaradossi, e in questo caso la scenografia digitale evocava la cupa atmosfera della prigione romana, regalando alla sala un silenzio carico di emozione prima dell’applauso liberatorio.
Ma non è solo l’opera italiana a farla da padrona. Lo spettacolo ha dato ampio spazio anche alla zarzuela, genere tipicamente spagnolo che merita un posto d’onore. Spesso poco conosciuta al di fuori della Spagna, la zarzuela è una forma di teatro musicale che alterna canto e recitazione, con testi vivaci, melodie popolari e una grande capacità narrativa. Le interpretazioni di brani come “Por la calle de Alcalá” o “No puede ser” hanno restituito al pubblico tutto il fascino di questa tradizione, dimostrando quanto possa essere accessibile e godibile anche per chi non ha familiarità con il genere.
Un momento di grande allegria è stato poi l’esecuzione di “Funiculì Funiculà”, celebre canzone napoletana che ha fatto da ponte tra la lirica colta e la musica popolare mediterranea. Eseguita con brio e partecipazione, ha strappato applausi convinti, portando un sorriso collettivo in sala. Infine, come degna conclusione, l’esecuzione di “Nessun dorma” ha suggellato la serata con un’esplosione di emozione e potenza vocale: il celebre acuto finale ha fatto vibrare l’intera sala.
Ópera & Zarzuela Dreams si rivela essere una serata piacevole, intensa e sorprendente, capace di conquistare gli appassionati e incuriosire chi si avvicina per la prima volta a questo mondo. Un tipo di teatro che educa senza annoiare, che emoziona senza spaventare, che riesce a far sentire tutti parte di una storia più grande.
Un invito, forse, a lasciarsi trasportare dalla musica, anche solo per una sera.
En español
Ópera & Zarzuela Dreams: un viaje entre emociones, melodías y tradiciones
La idea de fondo es sencilla pero eficaz: un grupo de cantantes líricos, entre confidencias, recuerdos y bromas sobre las arias preferidas, introduce brevemente una determinada melodía que abre la puerta a una ejecución en vivo, acompañada por una escenografía digital que reproduce la escena original de la ópera de la que procede el aria. El resultado es un flujo narrativo ligero y envolvente, en el que el espectador se mueve entre emociones, estilos y épocas, guiado por voces poderosas y una presencia escénica cautivadora.
Uno de los aspectos más logrados del espectáculo es precisamente esta alternancia entre relato y canto, que lo hace comprensible incluso para quienes nunca han puesto un pie en un teatro de ópera. El público, así, no solo disfruta de la ejecución vocal, sino que también entra en el contexto emotivo y narrativo de la ópera, gracias a un lenguaje sencillo y cercano.
El repertorio es amplio y bien escogido, con algunos clásicos intemporales como “Un bel dì vedremo” de Madama Butterfly y las arias de La Bohème, entre ellas “Mimì” y el “Vals de Musetta”. Estos momentos, ya de por sí cargados de pathos, se vieron reforzados por un acompañamiento visual que recreaba en escena atmósferas ad hoc, como el puerto japonés o la buhardilla bohemia parisina. Una idea muy acertada que añade profundidad a la experiencia musical.
Otro momento de gran sugestión fue la interpretación de la célebre “Habanera” de Carmen de Bizet, con su inconfundible sensualidad y el ritmo hipnótico que captaron de inmediato la atención de la sala.
Especialmente conmovedora fue también la inclusión de “E lucevan le stelle” de Tosca, un momento de intensidad lírica absoluta: la voz del tenor devolvió la desgarradora melancolía del personaje de Cavaradossi, mientras que la escenografía digital evocaba la sombría atmósfera de la prisión romana, regalando a la sala un silencio cargado de emoción antes del aplauso liberador.
Pero no solo la ópera italiana tuvo el protagonismo. El espectáculo dedicó también amplio espacio a la zarzuela, un género típicamente español que merece un lugar de honor. A menudo poco conocido fuera de España, la zarzuela es una forma de teatro musical que alterna canto y recitación, con textos vivos, melodías populares y una gran capacidad narrativa. Las interpretaciones de piezas como “Por la calle de Alcalá” o “No puede ser” devolvieron al público todo el encanto de esta tradición, demostrando lo accesible y disfrutable que puede ser incluso para quienes no están familiarizados con el género.
Un momento de gran alegría fue luego la ejecución de “Funiculì Funiculà”, célebre canción napolitana que sirvió de puente entre la lírica culta y la música popular mediterránea. Interpretada con brío y participación, arrancó fuertes aplausos y dibujó una sonrisa colectiva en la sala. Finalmente, como digno colofón, la interpretación de “Nessun dorma” selló la velada con una explosión de emoción y potencia vocal: el célebre agudo final hizo vibrar a toda la sala.
Ópera & Zarzuela Dreams se revela así como una velada agradable, intensa y sorprendente, capaz de conquistar a los apasionados e intrigar a quienes se acercan por primera vez a este mundo. Un tipo de teatro que educa sin aburrir, que emociona sin intimidar y que logra hacer sentir a todos parte de una historia más grande.
Una invitación, quizá, a dejarse llevar por la música, aunque solo sea por una noche. Giovanni Zambito.



