Una festa che unisce storia, fede e tradizione
La celebrazione
Fuochi d'artificio, concerti, sfilate e antiche danze: a Peñíscola il passato e il presente si fondono in una celebrazione speciale, dove la memoria del leggendario Papa Luna si intreccia con la devozione per la Vergine della Ermitana. Ogni anno, questa cittadina della costa valenciana si trasforma, offrendo uno spettacolo che unisce la solennità della tradizione con il fervore popolare.
Papa Luna e il castello templare
A un primo sguardo, i balli ancestrali che rappresentano il clou delle feste sembrano non avere nulla a che fare con la storia di Benedetto XIII, il controverso Pedro Martínez de Luna. Eppure il legame con il maestoso castello che domina la città, ultima dimora del Papa Luna, è innegabile.
Costruita dai templari sui resti dell’antica alcazaba araba, la fortezza divenne dal 1415 residenza papale. Qui Benedetto XIII esercitò per due decenni la sua funzione di pontefice in pieno Grande Scisma d’Occidente, fondò una delle biblioteche più importanti dell’epoca e resistette a veleni, complotti e pressioni per abdicare. Morì il 17 maggio 1423, convinto fino all’ultimo di essere l’unico papa legittimo.
Danze e devozione
Oggi il castello non è più residenza papale, ma palcoscenico principale delle Fiestas de la Ermitana, celebrazione che ruota intorno a balli ancestrali chiamati danses. I gruppi di dansants, gitanes, moros e cristians eseguono coreografie spettacolari che culminano nel castell, la torre umana coronata da un bambino.
Le giornate di festa comprendono anche sfilate, concerti, sfide sportive, corride, processioni religiose e fuochi d’artificio, in un intreccio di gioia e devozione.
Il sindaco Andrés Martínez Castellá ricorda:
“La Vergine della Ermitana ci accompagna in ogni celebrazione, in ogni desiderio, in ogni incertezza, in ogni commemorazione. Fa parte della nostra tradizione e della nostra fede.”
Tradizioni e simboli
Le danze popolari conservano elementi unici:
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Sottane inamidate indossate dagli uomini, retaggio di un antico rito nato dal dono delle donne ai loro uomini reduci da una battaglia.
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Els cavallets, un gruppo di danzatori che simula combattimenti a cavallo.
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Coreografie con spade, bastoni, archi e nastri, simboli di un passato guerriero e contadino.
Ogni gruppo prende parte alla processione pomeridiana, ballando davanti all’immagine della Vergine, portata a spalla per le vie del borgo.
Origini storiche
Le feste risalgono alla Riconquista, quando l’immagine della Patrona, nascosta durante la dominazione islamica, fu riportata al culto. La prima attestazione ufficiale risale al 1664; quella delle danze processionali al 1677.
Un momento centrale è rappresentato dalle sfilate di Mori e Cristiani, che commemorano le battaglie tra VIII e XV secolo. Con costumi sfarzosi, le compagnie moresche e cristiane rievocano invasioni, cavalieri e soldati, offrendo spettacoli di straordinaria suggestione.
Il gran finale
I festeggiamenti si chiudono con un imponente spettacolo pirotecnico che illumina il borgo antico e il castello del Papa Luna, sigillando così una celebrazione che, anno dopo anno, continua a coniugare storia, fede e comunità.