di Giovanni Zambito - Il 18 luglio a Siculiana sarà inaugurata l'Estate Mediterranea 2025 con il concerto di Calandra & Calandra, il duo musicale dei due fratelli Maurizio Calandra e Giuseppe Calandra che da anni portano avanti un progetto interamente dedicato alla cultura siciliana. Con le loro canzoni in siciliano, non solo celebrano la loro lingua madre, ma anche le tradizioni e le storie della loro terra. Nell'intervista concessa a Fattitaliani, ci confessano cosa rappresenta per loro cantare nella loro lingua madre e come il pubblico reagisce ai loro testi.
Da anni portate avanti un progetto musicale interamente in siciliano. Cosa rappresenta per voi cantare nella vostra lingua madre?
Cantare la nostra lingua per noi è un modo speciale di mantenere viva la nostra cultura e le nostre radici. È come portare un pezzetto della nostra terra ovunque andiamo. Ci piace condividere storie, leggende, emozioni e tradizioni per mantenere vivo con orgoglio e amore il patrimonio culturale della nostra terra.
Come risponde il pubblico non siciliano ai vostri testi? È una barriera o un ponte?
I nostri brani sono molto spesso ironici. Ci piace giocare con le parole e gli scioglilingua, suscitando ilarità. Riusciamo a strappare qualche risata anche toccando temi seri... Più che una barriera, ci piace creare un ponte con il nostro pubblico per creare una comunicazione aperta e inclusiva!
I vostri brani spesso mescolano ironia, tradizione e attualità. Come nasce l’idea per un testo?
La nascita di un testo è frutto di un compromesso, in quanto spesso abbiamo idee diverse. Di solito, ci ispiriamo alla tradizione e alle storie della nostra terra. Come detto sopra, spesso l'ironia diventa un modo per arrivare alla gente e rendere il messaggio più leggero e divertente, ma anche per far riflettere in modo più profondo. Il nostro modo di scrivere collega il passato con il presente. Ci piace anche coinvolgere e incuriosire le nuove generazioni.
C'è una canzone che considerate più rappresentativa del vostro stile e della vostra identità artistica?
Abbiamo scritto diversi brani toccando tanti aspetti della quotidianità della nostra Sicilia. Sicuramente, tra questi, quelle che ci rappresentano dal punto di vista musicale sono: "Sicilianu Tipu Stranu", che è stato il nostro primo inedito, e "Scotula Scotula" per il messaggio sociale che mandiamo.
Qual è secondo voi il ruolo della musica nella valorizzazione delle lingue e culture regionali?
La musica ha un ruolo fondamentale in tutte le sue forme, sia nella valorizzazione della nostra lingua che della nostra cultura. È un mezzo di comunicazione che permette di diffondere le tradizioni e le identità di un territorio. Per intenderci, è un modo bello e coinvolgente di vivere le nostre radici.
Parliamo dello spettacolo "Ammutta Ammutta", il cui titolo è molto evocativo. Quali sono i temi principali dello spettacolo? C’è un filo narrativo o è un viaggio tra brani e storie?
Lo spettacolo "Ammutta Ammutta" è un mix di canzoni rivisitate, folk e inediti dedicate alla nostra bellissima Sicilia, per raccontarne, attraverso i video e i brani, le tradizioni, usi, costumi, modi di fare e di dire di noi siciliani.
Quanto spazio ha l’improvvisazione e il rapporto diretto con il pubblico in questo nuovo show?
L’improvvisazione e il rapporto diretto con il pubblico hanno uno spazio molto importante in tutti gli spettacoli. Noi non seguiamo uno schema ben preciso. Ci piace improvvisare in modo da arrivare al pubblico presente, che si accorge della tua spontaneità e a far sentire così ogni spettatore parte integrante dello spettacolo. A volte ci riusciamo…
Canterete anche "Lu Velu", la mia canzone preferita?
"Lu Velu" è un brano molto intimo che abbiamo dedicato a tutte le persone che hanno perso un proprio caro. Credo l’abbiamo cantato un paio di volte, e non è inserito in scaletta.
Avete portato la vostra musica anche fuori dall’Italia. Come viene accolta la canzone in siciliano all’estero?
Portare la musica fuori dalla Sicilia è sempre un’esperienza emozionante. Riesce sempre a toccare il cuore di chi ascolta e fa rivivere l’amore della propria terra che resiste nel tempo, malgrado la distanza.
Avete notato differenze nel modo in cui pubblici diversi reagiscono alle vostre performance?
Siamo stati a suonare in diversi stati, tra cui New York, Canada, Svizzera, Belgio, Francia, Guatemala e di recente a Chicago. Ci sentiamo di dire che la musica è l’unico linguaggio universale, a prescindere dallo stile, lingua o appartenenza.
Quanto è importante per voi esportare l’identità siciliana in contesti internazionali?
Per noi è molto importante esportare la sicilianità all’estero. La nostra terra, ricca dal punto di vista culturale, musicale e gastronomico, è unica al mondo. Portarla fuori dai nostri confini significa rappresentarla e farla conoscere ad un pubblico più ampio.