Villa Della Torre e Palazzo Te: l’Amarone “Camera del Sole e della Luna” e il “Gioco del Ramarro” celebrano l’alleanza

 


Cresce, evolve e si rafforza il legame che unisce Villa Della Torre e Fondazione Palazzo Te.

 

Da un lato la meravigliosa dimora eretta dai Della Torre tra la fine del Quattrocento e gli inizi del Cinquecento, oggi di proprietà della famiglia Mastella Allegrini, dall’altro lo splendido palazzo dei Gonzaga, unanimemente riconosciuto come uno dei massimi esempi di villa suburbana manierista del Rinascimento.

 

Due capolavori – il primo a Fumane, in provincia di Verona nel cuore della Valpolicella Classica, il secondo a Mantova – le cui vicende storiche e architettoniche si sono intrecciate nel solco e nel segno di Giulio Romano. Sono molteplici le assonanze storico-artistiche che legano i due palazzi: il gioco prospettico degli spazi esterni alle facciate, l’uso del bugnato, le peschiere, i rimandi al grottesco.

 

L’obiettivo è quello di offrire un punto di vista inedito con cui scoprire i due monumenti: proporre al turismo di prossimità un itinerario nuovo che di fatto accorcia le distanze tra Mantova e Verona e, prima ancora, offrire al patrimonio culturale italiano una nuova, preziosa, occasione di valorizzazione.

 

Una narrazione che, nell’anno del Cinquecentenario di Palazzo Te, inizia un nuovo capitolo della sua storia: «Rinnovare l’alleanza con Villa Della Torre e annunciarne un ulteriore sviluppo, proprio nell’anno in cui celebriamo i cinquecento anni di Palazzo Te, significa riconoscere la forza e la bellezza di un percorso intrapreso insieme unendo le forze e le idee per quel meraviglioso patrimonio di cultura e bellezza italiana che abbiamo l’onore di condividere» dichiara Stefano Baia Curioni, Direttore di Palazzo Te.

 

Due le novità. La prima rappresenta un’evoluzione del progetto enologico che negli scorsi anni ha visto Villa Della Torre – monumento rinascimentale ma anche cantina del Gruppo Marilisa Allegrini – vestire con gli affreschi della Camera dei Giganti e della Camera di Amore e Psiche di Palazzo Te due edizioni limitate dei propri vini, il Valpolicella Classico Superiore e il Lugana. A completamento della proposta, oggi si aggiunge un’edizione limitata di Amarone – vino simbolo della Valpolicella e di Verona – dedicata alla Camera del Sole e della Luna.

«Villa Della Torre è da sempre luogo di sperimentazione e di racconto. Questo Amarone dedicato a Palazzo Te, realizzato con le uve del brolo della Villa, è un tributo a un comune sentire e alla visione di bellezza che ci accomuna. L’Amarone è, per la sua stessa storia, qualcosa di unico, un prodotto nato da un lungo processo di appassimento che caratterizza e che racconta la Valpolicella e il suo territorio. È per noi, ancora una volta, una grande gioia vedere come il frutto della terra e il sapere enologico possano intrecciarsi con la potenza dell’arte. Questo progetto dà voce ad un legame speciale tra arte e vino, due universi che sono espressione, in tutto il mondo, della nostra identità nazionale» commenta il Cav. Lav. Marilisa Allegrini.

 

Due le etichette da collezione che differenziano la limited edition: la prima, che caratterizza la bottiglia da 0,75L, riporta una sezione della volta del soffitto della Camera del Sole e della Luna. Le vele della volta di questa stanza sono decorate a lacunari (192 tra losanghe e triangoli ai bordi della composizione) con rilievi di stucco, su fondo celeste, raffiguranti uomini, animali, emblemi. La seconda, che caratterizza i grandi formati (1,5L e 3L), riporta in etichetta il meraviglioso affresco che si trova sulla volta centrale dell’omonima stanza, con l’allegoria del carro del Sole al tramonto e quello della Luna che spunta, metafora del trascorrere incessante del tempo. Una lunga tradizione vuole che l’affresco sia stato eseguito dal più brillante allievo di Giulio Romano: il bolognese Francesco Primaticcio.

 

Stefano Baia Curioni e Caterina Sofia Mastella Allegrini

Iconico e fortemente identitario il vino ancora una volta diventa un forte strumento di comunicazione in quanto capace di raccontare l’arte, l’architettura, la storia così come il territorio e la sua cultura produttiva mettendo in armoniosa contaminazione il patrimonio culturale materiale e immateriale.

La seconda novità è un progetto artistico ideato con l’intento di legare ancora più profondamente i due luoghi. Si è deciso di chiedere all’artista Flaminia Veronesi di creare un gioco da tavola che ricreasse e attraversasse simbolicamente Palazzo Te e Villa Della Torre. È nato così il “Gioco del Ramarro” che, riprendendo la struttura tipica del gioco dell’Oca, conduce i partecipanti da un luogo all’altro. Il nome del gioco è intrinsecamente legato alla storia di Palazzo Te, il Ramarro infatti compare ripetutamente nelle sale del Palazzo ed è il simbolo scelto da Federico II Gonzaga per nascondere un messaggio segreto legato al tormento amoroso.

 

«Credo che la parola chiave per esprimere al meglio il lavoro, portato avanti insieme alla Fondazione Palazzo Te, sia meraviglia. Meravigliarsi della forza espressiva di Giulio Romano e della sua Scuola, delle affinità e delle differenze tra i due Palazzi, è stato il centro di tutto e, prima ancora, un regalo. Per questo è stato naturale chiedere a Flaminia Veronesi, a cui va il nostro sentito grazie per la dedizione dimostrata al progetto, di immaginare un gioco che li unisse e raccontasse il territorio che li connette. È un invito a guardare con occhi nuovi le geometrie, i simboli e le allegorie di questi due luoghi straordinari» spiega Caterina Sofia Mastella Allegrini, Vicepresidente del Gruppo Marilisa Allegrini e Direttrice Marketing & Comunicazione di Villa Della Torre.

 

«Lo spazio che separa le colline della Valpolicella e i laghi di Mantova, intervallato da colline, vigneti, laghi, fiumi, è un esempio impareggiabile della convivenza tra il fare dell’uomo e la forza della natura. Questo paesaggio è geograficamente contenuto tra due vertici, Villa Della Torre e Palazzo Te, che idealmente si guardano e si rispecchiano. Il Gioco, creato da Flaminia Veronesi, è un quadro che mette in luce il territorio che li connette, attraverso storie, personaggi dell’inconscio, rimandi mitici, mostri e bellezze. Un gioco tramite cui sognare e imparare» commenta Stefano Baia Curioni.

 

«Ringrazio Palazzo Te e Villa Della Torre, che mi hanno chiesto di immaginare un modo per connettere questi due luoghi straordinari, dove arte, mito e meraviglia convivono e si intrecciano da secoli. Fin da bambina ho interpretato la vita come se fosse un grande gioco dell’Oca e al gioco, fantasia e meraviglia ho dedicato la mia ricerca artistica. Giocare è un atto serio: richiede coraggio, apre alla fantasia, allena alla meraviglia e al cambiamento. Il Ramarro, simbolo d’amore e trasformazione, accompagna i giocatori in un cammino in cui ogni tappa è occasione di scoperta. Giocare con la fantasia è il primo passo per cambiare il mondo» dichiara Flaminia Veronesi.

Fattitaliani

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