“Sogni Ribelli”: La forza di essere se stessi - Intervista ad Antonella Bucci

Antonella Bucci - Ph. by Giovanni Santarelli 
Dal 27 giugno Antonella Bucci torna in radio con “Sogni ribelli”, un brano che è un inno alla libertà personale e alla coerenza emotiva, prodotto con la preziosa collaborazione di Raf. Abbiamo incontrato l’artista per scoprire di più su questa canzone e sul percorso che l’ha ispirata.

“Sogni ribelli” è un titolo potente. Cosa rappresentano per te questi sogni?

Per me “Sogni Ribelli” sono quei desideri profondi che resistono, che non si piegano anche quando tutto attorno sembra spingerti a smettere di crederci. Sono sogni testardi, viscerali, che parlano della parte più autentica di noi. Non sono ribelli per forza, ma perché scelgono strade diverse, più difficili, più vere. In questo senso, rappresentano il mio percorso, quello artistico e personale: fatto di resistenze, di scelte non sempre facili, ma sempre guidate dal cuore.

Com’è nata la collaborazione con Raf e in che modo ha influenzato il brano?

La collaborazione con Raf è nata in modo molto semplice e naturale, com’è giusto che accada tra persone che si stimano. Durante una chiacchierata in pausa, è emersa la necessità di un brano che potesse raccontare qualcosa di vero, di sentito. Io e Mauro Mengali stavamo già lavorando su alcune idee, una serie di brani in cantiere, e da lì Raf insieme a Valerio Bruno ha saputo cogliere l’anima giusta, dando forma a questa piccola perla. Il suo tocco sensibile ha portato equilibrio, intensità e una sonorità profonda che ha reso Sogni ribelli qualcosa di speciale.

Il video racconta una rinascita visivamente intensa. Quanto ti rispecchi nella performer protagonista?

Mi ci rispecchio moltissimo. La performer è il mio riflesso simbolico: attraversa fasi di oscurità, resistenze interiori, e poi trova la forza di liberarsi, di affermare sé stessa. È un viaggio emotivo che ho vissuto sulla mia pelle. Ogni gesto, ogni movimento racconta una parte di me che ha lottato per tornare alla luce, senza più chiedere il permesso di esistere. Guardarla è come guardarmi da fuori, con tutte le fragilità e la forza che ho imparato ad accogliere.

Qual è stato il momento più emozionante della registrazione del pezzo?

Il momento più emozionante è stato sicuramente quando ci siamo ritrovati negli studi Rai, nella sala prove, io e RAF. Avevamo davanti il brano e ci siamo messi lì, a lavorarlo nel canto, cercando insieme la giusta intensità, l’emozione vera. È stato un momento intimo, creativo, quasi magico, in cui tutto ha preso forma in modo naturale, come se le note e le parole sapessero già dove andare. Poi, con il lavoro in studio insieme a Mauro Mengali e Valerio Bruno, abbiamo iniziato a scambiarci il materiale, limando ogni dettaglio con cura, fino a far emergere tutta l’anima della canzone.

Il brano contiene un messaggio di autenticità e coraggio. Credi che oggi ci sia più bisogno di canzoni che parlino di identità?

Assolutamente sì. Oggi più che mai c’è bisogno di canzoni che parlino di identità, di coraggio e verità. In un tempo in cui tutto scorre veloce e spesso in superficie, raccontare chi siamo davvero – con le nostre fragilità, le nostre scelte controcorrente, i sogni che non molliamo – diventa un atto necessario. "Sogni ribelli" è proprio questo: un invito a non omologarsi, a restare fedeli a sé stessi, anche quando è scomodo. La musica può ancora scuotere, far riflettere, e soprattutto far sentire meno soli.

Dal punto di vista vocale e interpretativo, come hai lavorato sulla tua performance in studio?

Assolutamente sì. Oggi più che mai c’è bisogno di canzoni che parlino di identità, di coraggio e verità. In un tempo in cui tutto scorre veloce e spesso in superficie, raccontare chi siamo davvero – con le nostre fragilità, le nostre scelte controcorrente, i sogni che non molliamo – diventa un atto necessario. "Sogni ribelli" è proprio questo: un invito a non omologarsi, a restare fedeli a sé stessi, anche quando è scomodo. La musica può ancora scuotere, far riflettere, e soprattutto far sentire meno soli.

“Sogni ribelli” anticipa un progetto più ampio: cosa puoi svelarci del tuo prossimo album?

Posso solo dire che “Sogni ribelli” è il primo battito di un cuore che ha ancora tanto da raccontare. Il progetto che sto costruendo è fatto di verità, passaggi intensi e suoni che parlano direttamente all’anima. Sarà un album variegato ma coerente, dove ogni brano rappresenta un frammento di vita, non solo mia ma anche di chi si riconosce in certe emozioni. Sto lavorando con grande cura per dare voce a un percorso artistico che mette al centro la libertà di essere. Non posso svelare troppo, ma prometto autenticità.

 

Fattitaliani

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