POV RISE, "1999 POST APOCALYPSE GRUNGE". Un mondo cristallizzato che non evolve

 


Nel suo crepuscolo, il Novecento ha partorito nuove generazioni di loser.

Le ha cresciute a colpi di sconfitte e ottimismo reazionario, per poi condannarle all’alienazione, alla precarietà, a una morte in vita. Come un fantasma che si aggira oltre la propria fine, un eterno e marcescente 1999 tiene l’umanità in ostaggio, impedendole di evolvere, privandola del tempo.

Il nuovo album dei POV Rise, “1999: Post Apocalypse Grunge”, è un ritratto sonoro di quest’epoca, tracciato lungo il filo sottile che lega il malessere alla rabbia. Otto tracce che affondano le radici nel Seattle sound, arricchite da sorprendenti contaminazioni psichedeliche, per un ascolto ruvido, sporco e liberatorio. Un disco che parla direttamente a chi ha imparato a convivere con il disagio.


TRACKLIST


Change Your Mind:

L’apertura è una bordata fuzz che suona come una dichiarazione di guerra alla borghesia e al suo pensiero dominante. Un monito rabbioso, ma anche ironico, contro la presunta immortalità del sistema.


This Wave Is Mine:

Una ballata distorta che celebra il contrasto tra natura umana e dinamiche sociali. Il ritratto viscerale di una trentenne che balla nuda sul pavimento, seguendo un’eco interiore che non ha mai smesso di suonare.


Burn-out:

Tra ritmiche funk e melodie pop, il disagio lavorativo diventa contagioso. Un inno amaro alla gabbia quotidiana, dove frustrazione e odio di sé si diffondono come un tormentone radiofonico.


1999: Sons of Crash Lonely Hearts:

Un sogno a occhi aperti dentro la notte. Tempi dilatati e atmosfere liquide raccontano un amore istantaneo e travolgente, destinato a consumarsi nel tempo di una stella cadente.


You Did Me Wrong Today:

Sul calore elettrico di un riff grunge si adagia una riflessione sui fantasmi relazionali: il narcisismo, la paura di soffrire, l’incapacità di comunicare.


Sunday Apocalypse:

La malinconia psichedelica di una domenica pomeriggio come tante, tra il silenzio urbano e l’impotenza emotiva. Bob e Mary Ann si aggirano tra solitudini parallele, prigionieri di un tempo immobile.


#3DaysOfRain:

Una stanza, una tempesta e un manipolo di anime perdute. Un trip lisergico tra vizi condivisi e isolamento, mentre fuori il mondo affonda. Tre giorni per consumare una generazione.


Sabotage:

“Se non ami te stessə, non permetterai a nessun altrə di farlo.”

Nel loop tossico dell’autosabotaggio si chiude il cerchio. L’ultimo brano è un rito sacrificale quotidiano, senza catarsi. Solo consapevolezza.



POV RISE nascono a Roma durante la pandemia. Le loro prime canzoni prendono vita tra locali chiusi, strade deserte e birre clandestine nei parchi. L’inquietudine urbana diventa carburante creativo per Mirko, Pasquale, Pierpaolo, Luca e Nico, che trasformano il disincanto in un linguaggio sonoro abrasivo, tra grunge, crossover e psichedelia.

Nel novembre 2023 pubblicano il primo mini-EP digitale “Hey Baby, Gear Over!”. Da giugno 2024 inizia la collaborazione con Sorry Mom!.

Nella primavera 2025 arriva finalmente il disco d’esordio, “1999: Post Apocalypse Grunge”, anticipato da tre singoli e due videoclip. Un debutto che non fa sconti e non cerca consensi: racconta il mondo com’è, senza filtri. E lo fa con il volume al massimo.

Fattitaliani

#buttons=(Accetta) #days=(20)

"Questo sito utilizza cookie di Google per erogare i propri servizi e per analizzare il traffico. Il tuo indirizzo IP e il tuo agente utente sono condivisi con Google, unitamente alle metriche sulle prestazioni e sulla sicurezza, per garantire la qualità del servizio, generare statistiche di utilizzo e rilevare e contrastare eventuali abusi." Per saperne di più
Accept !
To Top