Museo Bagatti Valsecchi, il nuovo capitolo di "Transitum" personale dell’artista Fabrizio Cotognini

 

Installation view, Transitum, Fabrizio Cotognini, Museo Bagatti Valsecchi, Milano, ph. Leonardo Morfini

Courtesy BUILDING, Milano




L’artista

 

Fabrizio Cotognini (Macerata, 1983) vive e lavora a Civitanova Marche. Si è diplomato all'Accademia di Belle Arti di Macerata in Pittura e Scultura nel 2009.

La sua ricerca è caratterizzata da un costante rimando all'antico rivisitato in chiave contemporanea. Tempo, memoria, mito sono elementi centrali nel suo lavoro che vengono esplorati attraverso la storia, la letteratura, l'architettura e il teatro.  Nelle sue opere questi linguaggi si incontrano e si fondono dando vita a complesse narrazioni in cui iconografia e scrittura si potenziano vicendevolmente. l suo medium d' elezione è il disegno che declina su tavola - spesso intervenendo su incisioni antiche di cui è collezionista appassionato -, in forma di libro d'artista e in diari di lavoro.

Appassionato di alchimia, conduce un'instancabile e metodica ricerca e sperimentazione su materiali e processi di produzione sia per opere bidimensionali sia per la scultura dedicandosi, negli ultimi anni, alla microfusione.

Vincitore o finalista di diversi premi artistici italiani, tra cui il premio Cairo, ha iniziato ventenne ad esporre in mostre collettive (2003) e dal 2011 in mostre personali nel territorio italiano.

È stato invitato da istituzioni pubbliche e private per cui ha spesso realizzato progetti site-specific, tra i quali Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino, Parco dei Fori imperiali di Roma, Palazzo Buonaccorsi di Macerata, Teatro Anatomico dell’Archiginnasio di Bologna, American Accademy di Roma, Museo Archeologico di Salerno, Palazzo Ducale di Urbino, Palazzo Magnani di Reggio Emilia, Fondazione Pastificio Cerere di Roma, Castel Sant’Elmo di Napoli, Fondazione Morra Greco di Napoli.

Le sue opere sono state esposte anche all’estero (ICI di Berna; Oficina, Barcellona; Hero Gallery, Amsterdam; ICI di Caracas; Centro de Desarrollo de las Artes Visuales, La Havana; National Gallery, Georgia).

Il suo lavoro inoltre è stato presentato in importanti manifestazioni tra cui Biennale di Thessaloniki, Manifesta 12 di Palermo, Biennale del disegno di Rimini, Biennale del mediterraneo e eventi collaterali della Biennale di Venezia nonché in fiere d'arte nazionali e internazionali.

La curatrice 

 

Marina Dacci è laureata all''Università di Parma con studi in Lettere, Arte e Pedagogia. 

Responsabile dell'Ufficio Cultura del Comune di Reggio Emilia e successivamente coordinatrice generale della prima edizione di Fotografia Europea e del progetto di arte pubblica Invito, lavorando direttamente con gli artisti, fra cui Sol LeWitt, Robert Morris, Luciano Fabro, Eliseo Mattiacci e Richard Serra. Dall'ottobre 2006 al dicembre 2017 è stata direttrice della Collezione Maramotti, collaborando con numerosi artisti nazionali e internazionali per specifiche commissioni e pubblicazioni. Dal 2008 al dicembre 2018 si è inoltre occupata del Max Mara Art Prize for Women, in collaborazione con la Whitechapel Gallery, Londra, per il progetto di residenza semestrale in Italia e la relativa mostra alla Collezione Maramotti.  

Dal febbraio 2018 è membro del Comitato Scientifico della Fondazione Palazzo Magnani, per cui ha anche curato alcune mostre. Attualmente cura mostre in Italia e all'estero, è autrice di testi e saggi e cura pubblicazioni per artisti nazionali e internazionali. 

Fattitaliani

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