Lussemburgo. Mattarella in visita ufficiale. Il Granduca Henry: l'Italia, un partner di primo piano.

 


Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è in Visita Ufficiale nel Granducato di Lussemburgo fino all’11 giugno.


Il Presidente Mattarella e la Sig.ra Laura sono stati accolti, a Palazzo Granducale, da S.A.R. il Granduca di Lussemburgo, Enrico di Lussemburgo, e da S.A.R. la Granduchessa di Lussemburgo, Maria Teresa di Lussemburgo.
Dopo l’esecuzione degli Inni Nazionali e gli onori Militari, il Presidente Mattarella e la Sig.ra Laura hanno avuto un colloquio con le LL.AA.RR. il Granduca e la Granduchessa di Lussemburgo.

"Questa visita è un vero e proprio gesto di amicizia, che ci tocca particolarmente, ha affermato nel suo discorso il Granduca".

L'Italia, culla del Rinascimento, dell'innovazione e di una cultura millenaria, occupa un posto unico nel cuore dei lussemburghesi. I nostri due paesi vantano infatti legami particolarmente stretti che risalgono a tempi molto lontani.

Mentre nel XVIII e all'inizio del XIX secolo il Lussemburgo era un paese di emigrazione, alla fine del XIX secolo la situazione si è invertita e siamo diventati un paese di immigrazione.

I primi ad arrivare furono gli italiani. Si stabilirono soprattutto al sud per lavorare nell'industria siderurgica, prima fonte di crescita e di ricchezza economica del paese.

Queste donne e questi uomini, che hanno lasciato la loro patria, hanno contribuito in modo significativo non solo alla ricchezza economica ma anche a quella culturale, politica e gastronomica del Paese. Senza di loro, il Lussemburgo non sarebbe quello che è oggi e li ringrazio di cuore.

Oggi siamo passati dall'estrazione mineraria e siderurgica all'esplorazione spaziale e alla costruzione di satelliti lussemburghesi in Italia. Molti attori, tra cui la Camera di Commercio Italo-Lussemburghese, lavorano attivamente per rafforzare le nostre relazioni economiche e me ne rallegro.

Grazie al loro impegno, numerose imprese italiane si sono stabilite in Lussemburgo. I nostri legami nei settori della finanza e delle assicurazioni sono forti, come lo dimostra la presenza di numerose banche e compagnie assicurative.

Sono convinto che la sua visita, Signor Presidente, rafforzerà ulteriormente questa cooperazione. Penso in particolare ai settori della digitalizzazione, della sicurezza informatica e della difesa.

Al di là di questi legami economici e culturali, i nostri due paesi condividono valori comuni quali la pace, la democrazia, i diritti umani, il rispetto dello Stato di diritto e la cooperazione internazionale.

In qualità di paesi fondatori dell'Unione europea, abbiamo una responsabilità particolare.

Quest'anno celebriamo diversi anniversari della nostra storia europea comune: i 75 anni della Dichiarazione Schuman, i 70 anni della Conferenza di Messina e i 40 anni della firma degli Accordi di Schengen.

Tutti anniversari che ci ricordano l'importanza dell'integrazione europea per la pace e la prosperità del nostro continente.

Questa importanza ci viene ricordata ogni giorno dalle sfide che dobbiamo affrontare a livello mondiale: la guerra in Ucraina e in Medio Oriente, il cambiamento climatico, l'aumento delle disuguaglianze e la minaccia allo Stato di diritto.

Tutte sfide che richiedono di continuare ad impegnarci per i nostri valori comuni e ricercare, insieme, soluzioni creative per risolverle.

So che con l'Italia, e con lei in particolare, Signor Presidente, il Lussemburgo può contare su un partner di primo piano, su un amico, con il quale potremo affrontare queste sfide per trasformarle in opportunità.

Il Presidente Mattarella ha voluto esprimere sentimenti di gratitudine  per la calorosa accoglienza, ha sottolineato che "sono stati anni di cambiamento e di sfide per il panorama globale ed europeo, anni nei quali abbiamo potuto apprezzare l’importanza dei nostri profondi e autentici legami.

La storia del Lussemburgo e dell’Italia, radicata nella comune identità europea, ha origini antiche.

Un percorso parallelo che è proseguito nei secoli attraverso un susseguirsi di evoluzioni e, talvolta, di risvolti drammatici. Abbiamo da poco ricordato insieme gli ottanta anni dalla conclusione della Seconda Guerra mondiale: entrambi i nostri Paesi ebbero a vedere messa in discussione la propria indipendenza con l’invasione da parte del Terzo Reich. Entrambi i Paesi ebbero modo di verificare il valore della realizzazione di un sistema internazionale in grado di garantire la libertà dei rispettivi ordinamenti.

E’ con orgoglio che possiamo riscontrare come - anche grazie ai leader politici di Lussemburgo e Italia dell’epoca - il continente europeo sia riuscito nell’obiettivo di lasciarsi alle spalle le lacerazioni per puntare a un futuro di pace e prosperità condivise.

E’ stato un percorso senza esitazioni quello che ci ha visto uniti nella Nato nel 1949, nella realizzazione della Comunità del Carbone e dell’Acciaio nel 1951, nella generosa impresa della Comunità di Difesa nel 1952, infine nei Trattati di Roma del 1957 che dettero avvio alla storica esperienza dell’Unione Europea.

A buon diritto, Granducato del Lussemburgo e Repubblica Italiana possono considerarsi tra i fondatori dell’Europa odierna.

Pace, prosperità, giustizia sociale, nel progetto di integrazione europea, sono radicate nella democrazia, nel rispetto dei diritti umani e nella libertà per tutti i popoli.

Lussemburgo, con istituzioni come la Corte di Giustizia Europea, la Corte dei Conti, la Banca Europea degli Investimenti è, oggi, una delle capitali dell’Europa unita: un Paese che ha saputo fare dell’integrazione e della convivenza un vero punto di forza, e che ha accolto ed accoglie tanti cittadini europei di origine italiana.

Ricorrono, quest’anno, settanta anni dalla Conferenza di Messina, durante la quale i sei Paesi fondatori della Ceca posero le basi per il percorso di integrazione europea. E desidero ricordare, qui, una delle figure protagoniste di quel percorso, l’insigne statista lussemburghese Joseph Bech, che di quella Conferenza fu presidente.

Nuove prove la vicenda internazionale presenta continuamente. Ad esse dobbiamo far fronte nel medesimo spirito di cooperazione e fermezza sui valori.

Altezza Reale, ha concluso,  il Lussemburgo è divenuto la casa di tanti italiani. Oltre un secolo è passato dai primi arrivi di connazionali per lavorare nelle miniere e nelle acciaierie. Oggi Lussemburgo è un caleidoscopio di talenti che si sono qui raccolti. Un’esperienza di integrazione e di convivenza che è parte della grandezza d’Europa.

È dai rapporti tra le nostre rispettive società, tra i nostri popoli, che la fratellanza tra i nostri due Paesi trova sempre nuovo vigore, uniti come siamo da una radicata comunione di valori."

Mercoledì 11 giugno, il Capo dello Stato incontrerà il Presidente della Camera dei deputati, Claude Wiseler e, successivamente, il Primo Ministro Luc Frieden.

Prima di fare rientro a Roma, il Presidente Mattarella – alla presenza del Granduca di Lussemburgo – avrà un incontro con il personale dell’Ambasciata d’Italia in Lussemburgo e una rappresentanza della collettività italiana.


En Français

Le Président de la République, Sergio Mattarella, effectue une visite officielle dans le Grand-Duché de Luxembourg jusqu’au 11 juin.

Le Président Mattarella et Madame Laura ont été accueillis, au Palais grand-ducal, par S.A.R. le Grand-Duc de Luxembourg, Henri de Luxembourg, et par S.A.R. la Grande-Duchesse de Luxembourg, Maria Teresa de Luxembourg.
Après l’exécution des hymnes nationaux et les honneurs militaires, le Président Mattarella et Madame Laura ont eu un entretien avec LL.AA.RR. le Grand-Duc et la Grande-Duchesse de Luxembourg.

« Cette visite est un véritable geste d’amitié, qui nous touche particulièrement, a déclaré le Grand-Duc dans son discours. »

L’Italie, berceau de la Renaissance, de l’innovation et d’une culture millénaire, occupe une place unique dans le cœur des Luxembourgeois. Nos deux pays entretiennent en effet des liens particulièrement étroits, qui remontent à des temps très anciens.

Alors qu’au XVIIIe et au début du XIXe siècle, le Luxembourg était un pays d’émigration, la situation s’est inversée à la fin du XIXe siècle et nous sommes devenus un pays d’immigration.

Les premiers à arriver furent les Italiens. Ils s’installèrent principalement dans le sud pour travailler dans l’industrie sidérurgique, première source de croissance et de richesse économique du pays.

Ces femmes et ces hommes, qui ont quitté leur patrie, ont contribué de manière significative non seulement à la richesse économique, mais aussi à la richesse culturelle, politique et gastronomique du pays. Sans eux, le Luxembourg ne serait pas ce qu’il est aujourd’hui et je les en remercie chaleureusement.

Aujourd’hui, nous sommes passés de l’extraction minière et sidérurgique à l’exploration spatiale et à la construction de satellites luxembourgeois en Italie. De nombreux acteurs, dont la Chambre de Commerce Italo-Luxembourgeoise, œuvrent activement pour renforcer nos relations économiques et je m’en réjouis.

Grâce à leur engagement, de nombreuses entreprises italiennes se sont établies au Luxembourg. Nos liens dans les secteurs de la finance et des assurances sont solides, comme en témoigne la présence de nombreuses banques et compagnies d’assurance.

Je suis convaincu que votre visite, Monsieur le Président, renforcera encore davantage cette coopération. Je pense en particulier aux secteurs de la numérisation, de la cybersécurité et de la défense.

Au-delà de ces liens économiques et culturels, nos deux pays partagent des valeurs communes telles que la paix, la démocratie, les droits humains, le respect de l’État de droit et la coopération internationale.

En tant que pays fondateurs de l’Union européenne, nous avons une responsabilité particulière.

Cette année, nous célébrons plusieurs anniversaires de notre histoire européenne commune : les 75 ans de la Déclaration Schuman, les 70 ans de la Conférence de Messine et les 40 ans de la signature des Accords de Schengen.

Autant d’anniversaires qui nous rappellent l’importance de l’intégration européenne pour la paix et la prospérité de notre continent.

Cette importance nous est rappelée chaque jour par les défis que nous devons relever à l’échelle mondiale : la guerre en Ukraine et au Moyen-Orient, le changement climatique, l’augmentation des inégalités et la menace envers l’État de droit.

Autant de défis qui exigent que nous continuions à nous engager pour nos valeurs communes et que nous recherchions ensemble des solutions créatives pour les surmonter.

Je sais qu’avec l’Italie, et avec vous en particulier, Monsieur le Président, le Luxembourg peut compter sur un partenaire de premier plan, sur un ami, avec lequel nous pourrons affronter ces défis et les transformer en opportunités.

Le Président Mattarella a souhaité exprimer des sentiments de gratitude pour l’accueil chaleureux et a souligné que « ce furent des années de changements et de défis pour le paysage mondial et européen, des années durant lesquelles nous avons pu apprécier l’importance de nos liens profonds et authentiques. »

L’histoire du Luxembourg et de l’Italie, enracinée dans une identité européenne commune, a des origines anciennes.

Un parcours parallèle qui s’est poursuivi au fil des siècles à travers une succession d’évolutions et, parfois, de tournants dramatiques. Nous venons de commémorer ensemble les quatre-vingts ans de la fin de la Seconde Guerre mondiale : nos deux pays ont vu leur indépendance remise en cause par l’invasion du Troisième Reich. Tous deux ont pu constater la valeur de la création d’un système international capable de garantir la liberté de leurs ordres constitutionnels respectifs.

C’est avec fierté que nous pouvons constater que – également grâce aux dirigeants politiques du Luxembourg et de l’Italie de l’époque – le continent européen a réussi à tourner la page des divisions pour viser un avenir de paix et de prospérité partagée.

C’est sans hésitation que nous avons cheminé ensemble vers l’adhésion à l’OTAN en 1949, la création de la Communauté du charbon et de l’acier en 1951, la noble entreprise de la Communauté européenne de défense en 1952, et enfin les Traités de Rome de 1957, qui ont lancé l’historique expérience de l’Union européenne.

À juste titre, le Grand-Duché de Luxembourg et la République italienne peuvent se considérer parmi les fondateurs de l’Europe actuelle.

Paix, prospérité, justice sociale – dans le projet d’intégration européenne – sont enracinées dans la démocratie, le respect des droits humains et la liberté pour tous les peuples.

Le Luxembourg, avec des institutions telles que la Cour de Justice de l’Union européenne, la Cour des comptes européenne, la Banque européenne d’investissement, est aujourd’hui l’une des capitales de l’Europe unie : un pays qui a su faire de l’intégration et du vivre-ensemble une véritable force, et qui a accueilli et continue d’accueillir de nombreux citoyens européens d’origine italienne.

Nous commémorons cette année les soixante-dix ans de la Conférence de Messine, au cours de laquelle les six pays fondateurs de la CECA ont jeté les bases du processus d’intégration européenne. Je souhaite ici rappeler l’une des figures majeures de ce processus, l’éminent homme d’État luxembourgeois Joseph Bech, qui présida cette conférence.

La scène internationale nous confronte sans cesse à de nouvelles épreuves. Nous devons y faire face dans le même esprit de coopération et de fermeté sur nos valeurs.

Votre Altesse Royale, a-t-il conclu, le Luxembourg est devenu la patrie de nombreux Italiens. Plus d’un siècle s’est écoulé depuis l’arrivée des premiers compatriotes venus travailler dans les mines et les aciéries. Aujourd’hui, le Luxembourg est un kaléidoscope de talents qui s’y sont rassemblés. Une expérience d’intégration et de coexistence qui fait partie de la grandeur de l’Europe.

C’est dans les relations entre nos sociétés respectives, entre nos peuples, que la fraternité entre nos deux pays trouve sans cesse un nouveau souffle, unis que nous sommes par une profonde communauté de valeurs."

 Mercredi 11 juin, le Chef de l’État rencontrera le Président de la Chambre des députés, Claude Wiseler, puis le Premier ministre Luc Frieden

Avant de rentrer à Rome, le Président Mattarella – en présence du Grand-Duc de Luxembourg – aura une rencontre avec le personnel de l’Ambassade d’Italie au Luxembourg et une représentation de la communauté italienne.

 


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