"LUCE ENERGIA INFINITO", Wang Yancheng alla Galleria dell’Accademia di Firenze dal 24 giugno al 21 settembre 2025

 

Wang Yancheng, Untitled 2020 Oil on canvas cm. 210 x 320

Dal 24 giugno al 21 settembre 2025, in occasione delle iniziative che celebrano i 550 anni dalla nascita (1475) di Michelangelo, Wang Yancheng, artista franco-cinese di fama internazionale, rende omaggio con la mostra “Luce energia infinito” alle opere del genio rinascimentale esposte alla Galleria dell’Accademia di Firenze, attualmente diretta dal Prof. Massimo Osanna, Direttore Generale Musei del Ministero della Cultura. 

A cura di Gabriele Simongini, la rassegna presenta 18 dipinti, alcuni dei quali di grandissime dimensioni, realizzati fra il 2018 e il 2025 - tre dei quali realizzati per la rassegna di Firenze - dove assume sempre più importanza una concezione del vuoto come stato materiale che ribolle di possibilità. La pittura assoluta di Wang Yancheng è il risultato di un linguaggio profondamente personale, una sorta di ibrido che ha assorbito e reinventato il dialogo fecondo fra Oriente e Occidente. Per Wang Yancheng è del tutto naturale stabilire connessioni ideali e sorprendenti con i grandi Maestri della storia dell’arte: solo per fare un esempio, spesso l’artista immagina e realizza nei suoi quadri traiettorie ideali e saettanti che collegano diverse zone dell’opera in una sorprendente variazione e reinvenzione della sezione aurea e degli assi prospettici rinascimentali riflettendo anche sul rapporto tra volume e superficie. Il titolo scelto per l’esposizione, restituisce con efficacia la poetica di Wang Yancheng, elaborando un linguaggio pittorico fondato su una profonda sintesi tra Oriente e Occidente, tra gesto e meditazione, materia e spirito. Le sue opere si collocano in uno spazio che sfugge a ogni classificazione, evocando paesaggi interiori e cosmici, energie vitali e vibrazioni primordiali, in un equilibrio dinamico tra ordine e disordine, controllo e abbandono, offrendo al pubblico un’esperienza immersiva e coinvolgente, costruita attraverso stratificazioni cromatiche, trame complesse e spazi dilatati. In esse si riflettono la lunga tradizione della pittura di paesaggio cinese, la lezione dell’astrazione europea e americana, ma anche una profonda riflessione sulla scienza contemporanea, sulla meccanica quantistica e sul rapporto tra l’essere umano e l’universo. L’incontro con l’opera di Buonarroti – in particolare con i Prigioni, che sembrano trattenere e liberare al tempo stesso forma ed energia – ha rappresentato per l’artista un momento di intensa rivelazione. Ispirato da quell’esperienza, Wang Yancheng interpreta la materia come un campo di tensione viva, in cui la forma non è mai conclusa, ma si rivela nel gesto, nel processo, nella ricerca continua di una spiritualità profonda e in divenire capace di restituire la complessità e la profondità di questa esperienza.

“Michelangelo – dice Wang Yancheng - ci insegna che l'arte non è solo rappresentazione, ma è un ponte verso dimensioni superiori, dove l'energia e lo spirito si fondono in un'unica, eterna manifestazione. Le sue opere continuano a ispirare, ricordandoci che l'arte è un atto di connessione con l'universo e con l'infinito”. 

Come scrive Gabriele Simongini, nelle sue opere astratte, gestuali e psicodinamiche, si crea “un campo vibrante in cui si imprimono le tracce della vita interiore dell’artista che cercano di connettersi direttamente con il pulsare dell'universo e dell'esistenza cosmica, con quel mistero che il mondo stesso è. Il percorso della mostra rispetta ed esalta la struttura delle sale espositive con il loro andamento rettilineo e senza deviazioni che favorisce un dialogo serrato fra le opere poste sulle pareti abbastanza ravvicinate, creando una sorta di immersione continua nella realtà spirituale di questa pittura, capace di emanare una energia calma ed una accoglienza vibrante. Se tuttora gli scienziati cercano una teoria unificata di tutta la fisica, dalla meccanica quantistica alla teoria della relatività, dall’elettrone infinitesimo all’immensità delle galassie, in modi intuitivi un artista come Wang Yancheng ci è già arrivato, mutatis mutandis, tramite la sua pittura assoluta”. 

“Ospitare alla Galleria dell’Accademia di Firenze la mostra personale di Wang Yancheng rappresenta per il museo una preziosa occasione di dialogo con il presente - afferma Massimo Osanna - Un’opportunità per accogliere la contemporaneità e favorire un confronto vivo tra tradizione e ricerca artistica attuale, tra visioni nate in epoche e contesti differenti, ma accomunate da una medesima tensione verso l’invisibile, l’essenziale, l’universale”. 

La mostra sarà corredata da un catalogo, pubblicato da Maretti Editore, che oltre alle opere esposte, contiene i testi di Massimo Osanna, Gabriele Simongini, Giorgio Agamben, Patrice Cotensin, Dong Qiang.

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