Galleria Poggiali di Milano è lieta di annunciare la riapertura e la proroga, fino al 1° settembre 2025, della mostra Slow Burn, prima personale in Italia dell’artista americana Thérèse Mulgrew.
A seguito del grande successo di pubblico e critica, l’esposizione torna visitabile con un nuovo allestimento che include una selezione di opere inedite, giunte direttamente dallo studio dell’artista a Chicago.
Il progetto espositivo, nato come un racconto visivo sull’attesa, la tensione e la fragilità dell’intimità, si arricchisce ora di ulteriori dipinti che espandono e approfondiscono il lessico cinematografico e simbolico di Mulgrew. Le nuove opere proseguono la riflessione sulla sospensione narrativa che caratterizza la sua pittura, intensificando l’atmosfera emotiva che permea la mostra.
Tra queste, Therese (2024) è un ritratto femminile immerso in una luce morbida e malinconica: il volto, colto in un’espressione enigmatica, rafforza l’idea di un’intimità trattenuta, in bilico tra esposizione e ritiro. In Clean Hands(2024), due mani appena lavate poggiano sul bordo di un lavandino: il gesto, quotidiano e minimale, si carica di simbolismo, suggerendo una forma di purificazione, un nuovo inizio o la chiusura di un episodio intimo. Breakfast III(2023) raffigura una tavola apparecchiata con stoviglie e resti di cibo: una presenza assente sembra aleggiarvi, lasciando che ogni oggetto diventi traccia silenziosa di un incontro appena concluso o mai avvenuto. Infine, Hors D’oeuvres (2024), in grande formato, raccoglie una scena di appetizer lasciati a metà, in equilibrio tra opulenza e abbandono: un’inquadratura che suggerisce un prima e un dopo, lasciando che lo spettatore colmi il vuoto narrativo tra i due.
Rimangono in mostra anche alcune delle opere più emblematiche del primo nucleo espositivo, tra cui la serie di piccoli dipinti dedicati alle mani — The Lover, The Trickster, The Expert, The Skeptic, The Critic, The Overthinker (2025) — in cui la combustione della sigaretta diventa metafora del tempo che scorre e del desiderio che si consuma.
Attraverso una pittura densa di riferimenti al cinema e alla fotografia, Mulgrew costruisce immagini cariche di una narrativa latente, dove oggetti comuni e gesti minimi si trasformano in simboli di connessioni interrotte o appena iniziate. Slow Burn si conferma come un invito a rallentare, a sostare nei passaggi liminali dell’esistenza, dando valore all’attimo sospeso prima che qualcosa accada.
Ad accompagnare la mostra, un catalogo con testo critico di Giorgia Aprosio, realizzato per l’occasione, e un approfondimento di Luca Zuccala, scritto in precedenza a Chicago.