Agnese Contini a Fattitaliani: l'arte e la musica possono smuovere gli animi e far riflettere. L'intervista



Fattitaliani ha intervistato Agnese Contini
chitarrista, compositrice e musicista, tornata con il nuovo singolo Fiori nell'arco su tutte le piattaforme digitali dal 20 giugno. Una bella chiacchierata da cui emerge il valore della musica come arte, certo, ma anche come portatrice di messaggio e stile di vita. L'intervista.
“Fiori nell’arco” è un titolo molto evocativo che riprende lo slogan “mettete dei fiori nei vostri cannoni”: quanto è importante per te il legame tra musica e impegno sociale?

Direi molto importante. Credo di essere molto sensibile ad argomentazioni quali la crisi climatica e i diritti umani e adoperare la musica per parlare di questi argomenti, penso sia fondamentale per sensibilizzare la gente.
Parli di musica come “arma benefica”. In che modo pensi che l’arte possa contrastare la violenza e la discriminazione?
Penso che l’arte e la musica abbiano un forte potere comunicativo. Forse con esse non si possono materialmente fermare le guerre o gli interessi dei potenti, ma si possono smuovere gli animi e condurre a delle riflessioni. Se non si facesse neanche questo, rimarrebbe tutto uguale. Quindi la musica ci dà delle possibilità.
Il brano alterna tensione armonica e passaggi ritmici: come hai lavorato alla struttura musicale per trasmettere questo messaggio?
Quando compongo mi faccio spesso trasportare dalle emozioni o dalle intuizioni  che ho nel momento in cui sto sviluppando un motivo. Nel periodo in cui componevo questo brano ero particolarmente arrabbiata per alcune questioni che non accettavo e mi rendevo conto che suonare quel brano mi scaricava moltissimo.
Hai iniziato da autodidatta con la chitarra acustica di tuo padre. Cosa ti ha spinto a continuare e a trasformare questa passione in una professione?
Credo sia stata la voglia di approfondire lo studio della chitarra e di spingermi alla ricerca di un nuovo suono mediante lo studio del banjo. Quando la passione diventa ricerca, al di là di come si vogliamo definire le cose, tutto ha un senso diverso.

Hai studiato anche logopedia e voce artistica. In che modo questa esperienza ha influenzato il tuo approccio alla musica e alla composizione?  
Laurearmi in logopedia mi è servito soprattutto per capire me stessa. Mi iscrissi perché sin da piccola soffrivo di problemi alla voce. Non sapevo però che dietro a questa professione ci fosse nascosto un mondo vastissimo che racchiudeva aspetti multisfaccettati della voce, del linguaggio e della comunicazione. Scoprii così che ci si poteva specializzare in voce artistica e questo mi avrebbe permesso di associare il mio interesse per la voce al mondo artistico dentro il quale già ero in un modo o nell’altro. E così ho iniziato a comporre.
Hai detto che la tua musica è un modo per raccontare te stessa e ciò che vivi. Quali temi ti stanno più a cuore oggi?
⁠Sono una persona che osserva molto le persone e i comportamenti umani. Mi piace parlare di quello che mi accade o di quello che osservo nella vita o nelle persone.

Dopo “Bright” e “Fiori nell’arco”, hai in programma un album o un tour?
Sì certo, sto lavorando al mio nuovo album e contemporaneamente alla pianificazione di un tour per presentarlo.
Hai collaborato con etichette come NOS Records e INRI Classic. Come vivi il rapporto con il mondo discografico indipendente?
Credo che queste realtà siano importanti perché danno  ad ogni artista l’opportunità di farsi conoscere e di crescere. Sono molto grata a chi ho incontrato in questo mio ancora “giovane percorso”. Giovanni Zambito.
Fattitaliani

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