Ogni anno vengono uccisi più di 100 milioni di squali e razze, con alcune popolazioni declinate del 95%. Il 36% di queste popolazioni, circa un terzo quindi, sono a rischio di estinzione, con gravi conseguenze su tutto l’ecosistema marino. Negli ultimi 50 anni il loro numero si è ridotto del 70%.
Verdesca, palombo, smeriglio, spinarolo, mako o gattuccio: secondo il Food Balance Sheet della FAO, (l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Alimentazione e l'Agricoltura) nel 2017 circa il 3% del consumo totale pro capite di prodotti di pesca e acquacoltura era composto da elasmobranchi (squali e razze); tra il 2009 e il 2021, l’Italia è risultata essere il terzo più grande importatore di prodotti di squalo a livello globale, con circa 98mila tonnellate di prodotti di squalo importati.
«Si tratta di un commercio legale. Per contribuire alla conservazione degli squali e migliorare la salute degli oceani, è necessaria una migliore comprensione del loro ruolo e una conoscenza del loro oscuro e complesso commercio mondiale».
Sono i numeri impressionanti attorno a cui si sviluppa il documentario SHARK PREYED.
Un progetto di “riqualificazione” dello squalo nella società moderna, animale cardine nel mantenimento dell’equilibrio della biodiversità marina, storicamente demonizzato e attualmente a rischio di estinzione.
A condividerli sono ANDREA e MARCO SPINELLI, che questo progetto l’hanno ideato e realizzato.
Siciliani, entrambi molto seguiti sui social, legati al mare da una profonda connessione ereditata dal padre, che li portava in esplorazioni subacquee sin da quando erano bambini. Biologo marino e ricercatore presso la Fondazione dell’Oceanografico di Valencia il primo; documentarista, fotografo subacqueo e, nella categoria “divulgatori”, tra i 100 under 30 selezionati da Forbes lo scorso anno il secondo. Marco Spinelli, peraltro è già un nome noto nel mondo della divulgazione ambientale grazie a “Missione Euridice”, documentario realizzato nel 2021 sulle reti fantasma nei mari siciliani, sempre con il fratello Andrea, e “Io, Tevere” sul mutamento del fiume nel rapporto con l’uomo, realizzato con il surfista Roberto D’Amico, entrambi pubblicati sulla piattaforma Prime Video.
Shark Preyed è il risultato di oltre tre anni di ricerca e riprese, immagini con cui vogliono raccontare il rapporto con questi animali e «provare a svelare ciò che si “nasconde” dietro la pesca e il commercio della loro carne, con l'obiettivo di sensibilizzare le persone sul suo commercio legale, aumentando la consapevolezza sulle minacce che gli stessi squali affrontano nei nostri mari».
Alla presenza di Andrea e Marco Spinelli, sarà possibile vedere il documentario in anteprima martedì 10 giugno a Milano, presso Santeria Toscana in viale Toscana, 31 dalle 20:30 con apertura porte alle 18:30.
Registrazione gratuita all’evento su DICE https://dice.fm/event/3o5y8l-
Così, la proiezione sarà l’occasione per seguire i fratelli Spinelli nel lungo viaggio che hanno intrapreso tra Italia e Spagna alla scoperta dell’intera filiera, dalla cattura alla vendita, svelando il lato nascosto del commercio di carne di squalo, spesso venduta con nomi fuorvianti e consumata in modo inconsapevole.
Attraverso testimonianze esclusive, come quella del documentarista specializzato sugli squali Mike Bolton, il fondatore di Earth League International - noto per il documentario Caccia all’Avorio (Netflix, 2016) - Andrea Crosta, e analisi scientifiche, Shark Preyed vuole mostrare l’esperienza diretta con questi animali, sfatando miti e pregiudizi.
E fare informazione approfondendo temi cruciali come lo shark finning (lo spinnamento dello squalo, pratica che spesso avviene mentre l’animale è ancora vivo), le catture accidentali, le reti fantasma (le reti da pesca abbandonate), in un documentario in cui anche Sea Shepherd, l'organizzazione senza scopo di lucro che si occupa della salvaguardia della fauna ittica e degli ambienti marini, ha concesso alcune immagini.
“Con un terzo delle specie di squali a rischio estinzione, Shark Preyed porta alla luce un’emergenza ambientale ignorata. Non è solo un’inchiesta, ma un viaggio di consapevolezza per rivelare la verità sugli squali e sulla loro fondamentale importanza per la salute degli oceani” - concludono Andrea e Marco Spinelli.