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Foto: Mario Teli, courtesy of CISIA |
COSA EMERGE DAL SONDAGGIO "ORIENTARSI DOPO LA SCUOLA 2025"
L’università? Si decide all’ultimo La maggioranza di ragazzi e ragazze prende la decisione di iscriversi durante l’ultimo anno degli studi scolastici (o anche dopo il diploma). Per il 18% del campione la decisione assume invece i connotati di una vocazione ed è stata presa alcuni anni prima di finire la scuola. Gli influencer sono in casa Familiari e amici sono le figure che hanno il maggior peso nel determinare le scelte universitarie. Anche i docenti contano ma non in misura equa: chi insegna materie scientifiche ha un peso leggermente maggiore rispetto a chi insegna materie umanistiche. Interessante l’analisi di fattori “laterali” rispetto all’idea di scelta. CISIA ha indagato anche asset ispirazionali ottenendo risposte che illuminano: al primo posto fra ciò che ha stimolato la scelta universitaria ci sono le esperienze di vita come i viaggi e il volontariato. Si sceglie ciò che piace Fra i motivi delle scelte il primato assoluto va all’amore per le materie: si studia cioè quello che si ama. Al secondo posto, ma con un forte distacco, la prospettiva di svolgere il lavoro dei sogni, seguita (anche qui a grande distanza) dall’ipotesi di guadagnare bene. Scegliere di studiare ciò che piace è confermato anche dall’analisi delle risposte alla domanda sul perché si è deciso di optare per una determinata università. La risposta più gettonata è “rispecchiava di più i miei interessi/mi piaceva di più”. “Rappresentava il meglio nel percorso di studi che ho scelto di fare” è la seconda risposta scelta dal campione, ma il distacco fra le due è di 23 punti percentuali. L’orientamento è sempre più diffuso (e sempre più utile) I 3/4 dei ragazzi e ragazze del sondaggio ha partecipato, almeno una volta, a esperienze di orientamento, in particolare a open day universitari, soprattutto alla fine delle scuole superiori. Dal sondaggio emerge che si ha bisogno di capire e toccare con mano cosa sia l’università, dall’aver chiaro come si svolge una lezione in ateneo sino all’ascolto dell’esperienza di chi già frequenta; il desiderio più diffuso è quello di calarsi in una simulazione universitaria lunga un giorno. Il bisogno di capire nel concreto cosa sia l’università per poter decidere risulta chiaro anche dal fatto che la tecnica del gaming è, per chi ha risposto, una scelta di retrovia. Questa generazione, quando si tratta di futuro, vuole vederci chiaro e vuole farlo nella maniera più semplice, concreta e lineare possibile. Oltre l’11% di chi ha risposto ha partecipato ad attività sulla conoscenza del sé, a significare come scuole e università inizino a prendersi carico di una modalità più introspettiva di fare orientamento, più centrata sulle persone e sui loro bisogni. L’orientamento è ormai un fatto la cui importanza è riconosciuta, e il ruolo della scuola risulta determinante per partecipare alle iniziative. C’è però anche un altro fenomeno che ne sancisce il valore, ed è il fatto che cercare in autonomia occasioni di orientamento sia un comportamento decisamente diffuso fra la popolazione studentesca. La famiglia conta Oltre l’80% dei ragazzi e ragazze con almeno un genitore laureato ha seguito percorsi di orientamento, contro una percentuale che supera di poco il 73% di coloro i cui genitori non hanno un diploma di laurea. Il divario si acuisce se si considera la situazione lavorativa: solo il 36% di chi ha genitori inattivi o inoccupati ha seguito iniziative di orientamento. |
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Foto: Mario Teli, courtesy of CISIA |
COSA EMERGE DAI TOLC Quasi 1 corso di laurea su 2 adotta i TOLC e quasi il 60% delle persone che si iscrivono all’università fa un TOLC. Questi a seguire sono i dati derivati dall’esame di 340.315 test effettuati nel corso del 2024, oltre al totale dei test relativi al 2022 e al 2023. Lingua italiana sotto osservazione Si evidenziano punteggi medi in calo per la comprensione del testo nel focus che riguarda in modo particolare il TOLC-SU, sviluppato per gli studi umanistici. Nello specifico, è la grammatica a mostrare sia i punteggi più bassi, sia il calo più vistoso nel triennio 2022-2025. Sono le regole che stanno alla base della comunicazione linguistica a essere particolarmente ostiche per la generazione Z, che in rete discute e dibatte animatamente sull’utilità stessa della grammatica e sui metodi per poterla comprendere al meglio. Fra gli argomenti sondati dai TOLC, l’area del lessico – anche se i punteggi sono in calo – è quella che fa segnare i maggiori tassi di successo. Il punteggio peggiora in ogni caso, anche per chi proviene dal liceo classico. In linea generale – escludendo la grammatica – il divario che c’è in italiano fra studenti di scuole diverse è mediamente più basso rispetto a quello che c’è in matematica. Più difficoltà in matematica I punteggi dei test relativi alla matematica (considerando in particolare il TOLC-I dedicato alle aree dell’ingegneria) vedono un calo costante. Da sempre materia che divide (Richard J. Trudeau la definiva il gioco più bello del mondo, mentre per Darwin era ripugnante), la matematica vede punteggi in calo dal 2022. Particolarmente difficile risulta la geometria che fa segnare i tassi più bassi di risposte esatte ai test. Chi esce dal liceo scientifico ottiene mediamente i punteggi migliori in matematica, dalle scuole professionali invece i punteggi peggiori. Il dato interessante riguarda la statistica, ambito in cui tutte le scuole, professionali comprese, hanno buoni risultati. Un calo generalizzato, ma con qualche differenza Considerando i vari TOLC, si nota che l’andamento dei punteggi registra un calo generalizzato nell’ultimo triennio. Chi proviene da un liceo ha però punteggi migliori. A totalizzare score più alti sono inoltre studenti e studentesse che provengono dal Nord-Est. |
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Foto: Mario Teli, courtesy of CISIA |
QUALCHE CURIOSITÀ • 1 aspirante ingegnere su 20, fra coloro che fanno almeno 2 test, sceglie di fare il test di psicologia dopo quello di ingegneria (il percorso inverso è meno praticato: 1 aspirante psicologo su 30 fa anche il test di ingegneria); 1 su 10 prova il test di scienze umane • Il 22% di coloro che hanno partecipato a iniziative di orientamento afferma che il periodo era troppo vicino al momento della scelta, il 13% che era troppo lontano • Il 2,2% dichiara di aver scelto una determinata università per poter “seguire le mie amicizie”. |