L’artista così trasforma cieli stellati in criptiche informazioni. Ne sono esempio opere come "Pupille", "Sipari", "Flash" e "Montagne", dove frasi personali o citazioni di autori si traducono in costellazioni e frammenti di cielo: il risultato è un nuovo linguaggio visivo, il braille stellato.
In questo senso, Fulvio Morella invita al pubblico a toccare il cielo e le stelle con le dita, ricordandoci che i limiti non esistono e che siamo noi a tracciare la nostra poesia, vivendo ogni giorno con intensità.
«Guardare le stelle è un’attività che a tutti - eccezion fatta, doverosa - piace. Siamo attratti dal cielo stellato - conforto al senso morale dentro di noi, per citare il sempre attuale Kant - come fu Palomar, il personaggio di Italo Calvino, che non accontentandosi di guardare attraverso il telescopio cercava di osservare il cielo a occhio nudo, guardando all’insù, non solo vedendo ma anche immaginando. Oltre alla vista, oltre all’immaginazione, Fulvio Morella le stelle ce le fa toccare. Si, toccare, confrontandoci ognuno con la possibilità o l’impossibilità di scoprire che la posizione dei suoi corpi celesti sulla tela non è che l’espressione di pensieri e parole messe al posto della minuscola macchia di luce che perfora il cielo», Elsa Barbieri, Direttrice Museo Arte Contemporanea Cavalese e co-curatrice della mostra
«Da sempre, l’essere umano alza gli occhi al cielo in cerca di salvezza, speranza e sogni. Quella vastità senza confini diventa rifugio e specchio delle emozioni più profonde. Fulvio Morella ci invita a sfiorarle con un dito, fondendo l'alfabeto tattile con una dimensione universale e trascendente, che evoca il gesto michelangiolesco della Creazione di Adamo. L'artista costruisce un racconto epico e corale, dove le emozioni universali si riflettono in cieli stellati ricamati, custodi di pensieri sussurrati nell'anima o mai pronunciati. Prende forma un viaggio di consapevolezza che ci guida a riconoscere e vedere come le stelle non dette, trattenute dal tempo e dalla vita, possano – e debbano – riuscire a brillare, illuminando la nostra esistenza», Sabino Maria Frassà, Direttore creativo di Cramum e co-curatore della mostra.
Con la volontà di portare l’arte tra le persone e incontrare nuovo pubblico, il Museo d’Arte Contemporanea di Cavalese in occasione della mostra Le stelle che non ti ho detto sceglie di uscire dagli spazi museali di Palazzo Rizzoli portando alcune opere di Fulvio Morella nel cuore della città e a Tesero.
Per tutta la durata della mostra, cinque opere inedite dell’artista saranno infatti esposte presso Palazzo Ress di Cavalese, sede del Comune. Tra queste Galassia Eternità, dedicata al poeta serbo Pavlović, Flash Dream, ispirata alle parole del maestro africano Ngũgĩ wa Thiong'o sul ruolo dei bambini, e Pupilla Luna, un omaggio ai versi di Pierangelo Bertoli e dei Tazenda in Spunta la luna dal monte ("Per altre vie, con le mani le mie cerco le tue, cerco noi due").