Dentro "Scusa se" Alma parla di conflitti, illusioni e libertà

Dopo il successo di Polaroid, Alma torna con Scusa se, un brano che esplora il conflitto tra il desiderio di riconnettersi e la consapevolezza di lasciar andare. Con atmosfere calde e misteriose, influenze dalla musica francese e un approccio sperimentale, il singolo segna un’evoluzione del suo sound.

In questa intervista, Alma ci racconta il processo creativo, i temi che ispirano la sua musica e i suoi progetti futuri. Scopri di più!

 

Hai parlato di un conflitto interiore tra il desiderio di riconnettersi e la consapevolezza di non voler tornare. Potresti approfondire questo dualismo e come hai cercato di trasmetterlo musicalmente?

Certamente, si tratta del conflitto interiore con noi stessi. L’incertezza di voler o non voler fare qualcosa; ma credo che sia meglio lanciarsi nelle situazioni invece di ritirarsi, meglio provarci che non aver mai provato e restare con il dubbio.

Cosa ti ha attratto della musica francese e come hai deciso di integrarla nel tuo sound? Pensi che questo tocco internazionale abbia arricchito il messaggio della canzone?

C’è qualcosa che mi affascina della Francia, la trovo romantica, elegante e poetica. I sound è frutto di un vasto esperimento durante le ore di registrazione, penso che abbia notevolmente arricchito il brano ma possiamo sentirlo spesso in altri artisti italiani.

Il tema dell'illusione è molto presente nel testo. Credi che l'amore possa a volte essere costruito su fondamenta fragili e che l'illusione sia un elemento necessario in una relazione?

L’amore esiste, si tocca e si sente; prima di vivere una storia d’amore ci illudiamo tutti un po’ pensando a come possa andare. Penso sia una tappa necessaria e che viviamo tutti.

"Scusa Se" rappresenta un'evoluzione del tuo sound rispetto a "Polaroid". Cosa ti ha spinto a sperimentare con nuovi generi e sonorità?

Mi piace farlo, mi piace sperimentare cose sulla mia voce; Polaroid e Scusa se sono entrambe dance/pop ma è come se il loro linguaggio musicale sia diverso. Polaroid è fresca, scusa se è calda, come se l’atmosfera avesse qualcosa di misterioso e cupo al suo interno.

Hai iniziato come cantautore e ora ti stai affermando nel panorama pop italiano. Come hai vissuto questo passaggio e come pensi che influenzi la tua scrittura?

La mia scrittura è cambiata molto negli anni, fa parte dell’esperienza e delle esperienze personali, ma credo che si riconosca, già solo dal fatto che la mia scrittura tende a metaforizzare tutto e a raccontarlo.

Come pensi che la tua formazione accademica e le tue esperienze musicali abbiano contribuito a definire il tuo stile e la tua identità artistica?

Lo studio sta sempre alla base di tutto, studiare è importante e la voce deve essere curata. L’artista invece si forma con le esperienze.

Le tue canzoni spesso affrontano temi personali e intimi. Quanto è importante per te trasmettere un messaggio attraverso la tua musica e quali sono i temi che ti stanno più a cuore?

Libertà, un tema che mi sta molto a cuore e che inserisco sempre nei miei brani. Il lancio di un nuovo brano è collegato sempre al lancio di un messaggio che ascolteranno gli altri.

Quali sono i tuoi progetti per il futuro? Puoi anticiparci qualcosa sui tuoi prossimi lavori?

Continuo a scrivere, sperando di essere sempre ascoltato.

 

 

 

 

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