VENEZIA - Il Ghetto di Venezia ospita la prima retrospettiva delle opere di Norman Raeben, artista ebreo ucraino-americano, maestro di Bob Dylan.
Norman Raeben, nato Numa Rabinovitz nel 1901, era figlio di Sholem Aleichem (alias Shalom Rabinovitz), padre della moderna narrativa yiddish.
Quaranta opere di Raeben, esposte in uno spazio diffuso, propongono un itinerario ideale nei luoghi della sua pittura e dei suoi viaggi – Parigi, New York, Venezia, Provincetown – riscostruendo, assieme, la sua evoluzione artistica e la sua influenza su numerosi artisti americani, intellettuali ebrei immigrati di cultura yiddish. E di artisti e intellettuali ebrei newyorkesi sono i suoi ritratti – Sholem Aleichem, Mary Adler, Pearl Pearson Adler, Luba Harrington, Miriam Kressyn, Bob Haggart, Paul Musikonsky, Bob Dylan, Seymour Osborne, e Stella Adler, che con il Group Theater rivoluzionò la storia del cinema e del teatro americani del Novecento.
L’ultima tappa del percorso porta nell’atelier dell’artista, che dal 1946 si dedicò all’insegnamento all’undicesimo piano della Carnegie Hall. A esporre le teorie artistiche di Raeben è la sua stessa voce attraverso materiali e video di lezione. Fra i lavori di studio di Raeben e dei suoi allievi, figura anche un quadro attribuito al poliedrico Bob Dylan.
Proprio a partire dalle dichiarazioni di Bob Dylan, si è potuto ricostruire l’itinerario artistico di Raeben fra America e Parigi, dove aveva conosciuto Chagall, Soutine, Matisse, Bissière.
“Le ragioni che fecero di Raeben un punto di riferimento per gli ambienti ebraico-newyorchesi – spiega Fabio Fantuzzi, Marie Skłodowska-Curie fellow all’Università Ca’ Foscari Venezia e curatore della mostra – dipendono dal fatto che il suo lavoro e le sue teorie sono segnati dalla volontà di ridefinire la cultura e l’identità yiddish e di fonderla in maniera laica e artistica con le tradizioni americane ed europee” per trovare un percorso creativo verso quella che lo storico dell’arte Nico Stringa ha definito “una modernità compatibile”.
“Uno dei fulcri della mostra – aggiunge il curatore Fabio Fantuzzi – è incentrato su due cicli di pastelli di paesaggi urbani: in essi, la ricerca di Raeben di un linguaggio universale raggiunge la sua massima espressione, sfociando in una sorprendente sintesi tra le lezioni del post-impressionismo e della scuola di Parigi e quelle del realismo americano. Emblemi di questo ideale artistico sono le figure umane rapidamente tratteggiate in queste opere, disegnate come sagome effimere che brulicano in un ineffabile spazio urbano, paradigma dell’erranza contemporanea”.
Un’altra sezione della mostra è dedicata agli oli, nature morte e vedute di Venezia e di Provincetown, e a ritratti e caricature a pastello e a carboncino.
La mostra propone anche materiali inediti: fotografie dello studio dell’artista, immagini digitali ad alta qualità dell’artista e un documentario – Painting: a Laboratory of Aesthetics, girato da Bill e Harvey Fertik – che include quattro lezioni performative di Raeben.
La mostra è legata al progetto di ricerca Marie Skłodowska-Curie POYESIS (“Perspectives on Yiddish Cultural Evolution and Its Legacy: Visual Arts, Theatre, and Songwriting Between Assimilation and Identity. A Case Study”) finanziato dall’Unione Europea e sarà accompagnata da un convegno internazionale “Sulla mostra di Norman Raeben. Percorsi nell’arte e nella cultura yiddish da Sholem Aleichem a Bob Dylan”, organizzato dal dipartimento di Studi Umanistici dell’Università Ca’ Foscari Venezia.
La mostra, curata da Fabio Fantuzzi (Università Ca’ Foscari Venezia), in collaborazione con Stefania Portinari e Nico Stringa, è promossa, organizzata e sponsorizzata da Comunità ebraica di Venezia, Dipartimento di Studi Umanistici (Università Ca’ Foscari Venezia) e Opera Laboratori (che ne ha curato l’allestimento), ed è resa possibile anche da un contributo della Regione Veneto.
La cerimonia di apertura della mostra si terrà domenica 24 novembre alle 11.00. Evento gratuito.
Il convegno internazionale si terrà il 12 dicembre 2024 presso la Sala Montefiore della Comunità ebraica di Venezia