Si chiama “Interferenze” la nuova stagione organizzata dalla compagnia torinese Onda Larsen allo Spazio Kairòs, la fabbrica, convertita in teatro, che sorge tra Barriera di Milano e Aurora, in via Mottalciata 7.
«Abbiamo chiamato così la nostra stagione perché vogliamo distinguerci come qualcosa di positivo che va a interferire, appunto, nella routine quotidiana delle persone - spiega Riccardo De Leo, vicepresidente di Onda Larsen - L'interferenza è vista come un cambiamento positivo che spezza i meccanismi di tutti i giorni, una bellezza inaspettata che coinvolge tutti, dai bambini agli adulti. Ma l'interferenza è intesa anche come sovrapposizione, perché noi entriamo nelle vite delle persone grazie al teatro e, senza accorgercene, creiamo bellezza, tutti insieme. Questa è una stagione diversa dalle altre con proposte inaspettate».Il via sabato 9 novembre con “Art”, una produzione Fondazione Luzzati e Teatro della Tosse di Genova, per la regia Emanuele Conte con, sul palco, Luca Mammoli, Enrico Pittaluga, Graziano Sirressi di Generazione Disagio pronti a mettere in scena una commedia crudele e divertente sull’amicizia, scritta da Yasmina Reza e tradotta in circa trenta lingue: «Abbiamo voluto esordire con un testo di un'autrice internazionale e con Generazione Disagio, una compagnia simile a noi nella quale ci rispecchiamo per età e linea artistica - continua De Leo - Siamo andati a pescarli oltre regione, compiendo uno sforzo economico non indifferente, perché crediamo che il nostro pubblico, in costante crescita, debba meritarsi sempre più qualità e originalità. In particolare, questa opera è una vera "interferenza" perché spiazza lo spettatore per il suo linguaggio feroce e critica alla società contemporanea».
"Interferenze" quest'anno proporrà, fino al 10 maggio, 15 titoli di qualità, mescolando monologhi e commedie, testi sull'attualità e spettacoli musicali. Una stagione che è frutto di una ricerca di spettacoli provenienti da tante regioni italiane con particolare attenzione, laddove possibile, a ospitare compagnie che promuovono spettacoli innovativi, con linguaggi attuali e alte capacità di intrattenimento. Genova, Parma, Cagliari, Modena, Livorno, Roma, Trento, Brescia: queste sono le città da cui provengono le compagnie del 70 per cento della programmazione: «A noi piace guardare anche oltre i nostri confini regionali, cercando di cogliere delle perle sparse per tutta Italia, valorizzando anche gli spettacoli per bambini aumentati di un paio di appuntamenti rispetto all'anno passato: arriviamo a sette titoli per le famiglie, tutti abbinati a merenda». La scelta è stata fatta attraverso lunghe selezioni e in prima persona, cercando spettacoli in linea con l'idea di interferenza di Onda Larsen. Due le anteprime nazionali, "Tekken drama" per adulti e "Animal perfezione?" per i bambini.
«Abbiamo poi riproposto un format molto inclusivo della scorsa stagione che è uno spettacolo "al buio" dove viene presentato un grande classico del teatro per una capienza ridotta di spettatori che possono assistere bendati alla performance - spiega Lia Tomatis di Onda Larsen - La sensibilizzazione su un tema così delicato è un argomento che ci sta molto a cuore ma che esalta soprattutto un grande classico di Shakespeare attraverso una compagnia giovane, under 35. In questo caso parliamo davvero di innovazione e tradizione. L'interferenza sta in ciò che non si vede».
Naturalmente non manca Onda Larsen con le sue produzioni “Resti Umani”, “Io, me e Lupin” e "Il sogno di Bottom": «Riteniamo che i nostri spettacoli siano scritti per divertire e nel migliore dei casi, fare in modo che il pubblico possa porsi le domande giuste».
Ultima aspetto: i generi. «Ospitiamo dal drammatico alla commedia, passando per la stand up comedy e chiudendo con i Moderni, il concerto di una band rinomata del torinese composta da artisti che hanno avuto anche un piccolo successo nazionale grazie ad X Factor» continua Tomatis. Alcuni spettacoli sono stati inseriti nella stagione grazie alla collaborazione con il Torino Fringe Festival, da sempre attento a ospitare interessanti lavori su scala nazionale. «Abbiamo cercato di spaziare su tutto per non avere etichette precise ma solo dare la certezza che a Spazio Kairòs il tempo sarà sempre ben speso perché come dice il nome, Kairòs, la nostra è la casa del tempo di qualità».
Torna, dopo la positiva esperienza della scorsa stagione, la stand up comedy con la “Settimana della Stand up comedy", e quattro serate consecutive dedicate al genere.
Ultima nota, i biglietti. Sono stati creati dei biglietti cumulativi proprio per esaltare il senso di comunità e fare in modo che le persone si organizzino per venire insieme, risparmiando. Si è deciso anche di sostenere le famiglie numerose creando biglietti cumulativi per gli spettacoli per bambini se si hanno due figli o più.
La rassegna è realizzata da Onda Larsen con il contributo di ‘’Eppela + risorse’’ di Fondazione CRT, Compagnia di Sanpaolo e Regione Piemonte.
IL PROGRAMMA
9 NOVEMBRE ore 21
ART
Fondazione Luzzati - Teatro della Tosse (GE)
Di Yasmina Reza
Regia di Emanuele Conte
Con Luca Mammoli, Enrico Pittaluga, Graziano Sirressi di Generazione Disagio
Durata 70’
Una commedia crudele e divertente sull’amicizia, scritta da Yasmina Reza e tradotta in circa trenta lingue. In una stanza, i tre protagonisti, si confrontano sulla qualità artistica di un quadro completamente bianco discutendo sul prezzo d’acquisto per il quale è stato comprato da uno dei tre. La discussione diventa ben presto un dibattito dai toni accesi sull’arte contemporanea e sfocia in un violento litigio che non riguarda più l’arte ma il rapporto di amicizia tra i protagonisti. L’autrice dimostra quanto anche un rapporto profondo come l’amicizia nasconda insidie insospettabili. I dialoghi serrati raccontano di come i tre amici, non riescano a comunicare realmente, arrivando a incrinare, forse in modo irreparabile, il loro rapporto.
Note di regia
A come amicizia, A come arte contemporanea.
Un giorno sentii dire da un uomo di teatro d’altri tempi: “Qui si fa il teatro con la A maiuscola” Yasmina Reza, drammaturga raffinata e profonda. Il suo è un teatro con la A maiuscola. Le sue parole creano personaggi reali, indagano l’intimo dei rapporti umani, scoprono gli artifici che regolano le relazioni nella società contemporanea. Può addirittura sembrare spietata, ma il suo è amore per la verità. Dialoghi serrati, a tratti straordinariamente comici, eppure poco a poco, mentre ridiamo scopriamo che capirsi è veramente difficile; quanti silenzi, quante bugie sono necessari per evitare la fine di un’antica amicizia o di un amore. La sincerità è davvero la via più efficace per dare continuità ad un rapporto? e l’arte? Che c’entra l’arte contemporanea in tutto ciò? Esiste qualcosa di più soggettivo? Un quadro bianco, tutto bianco, con delle scriminature quasi invisibili diventa il campo di battaglia dei sentimenti di questi tre grandi amici. Quanto vale quel quadro? A discuterne tre amici, tre “tipi” che rappresentano la gran parte degli uomini, quasi archetipi contemporanei di una società maschile di quarantenni ormai in età per essere padri da tempo, ma ancora in difficoltà con le responsabilità della vita adulta. I tre attori, brillanti e affiatati, vengono dall’esperienza felice di Dopodichè stasera mi butto in cui raccontavano, con feroce divertimento, di una generazione di trentenni ancora in piena crisi adolescenziale. Come a continuare un’ideale linea temporale, quando lessi il testo per la prima volta comincia a riconoscere nei personaggi Serge, Marc e Yvan le fattezze e i modi di Graziano Sirressi, Luca Mammoli ed Enrico Pittaluga. Già alla prima lettura d’assieme, per fortuna, hanno dimostrato di essere gli interpreti perfetti per un testo dinamico e intelligente, che ha nel ritmo la sua arma vincente.Emanuele Conte
17 NOVEMBRE ore 16:30
IL LUPO E LA CAPRA
Teatro del Cerchio (PR)
Progettato e diretto da Mario Mascitelli
Con Mario Aroldi e Mario Mascitelli
Assistente alla regia Silvia Santospirito
Durata 60’
Teatro d’attore e giocoleria
Dai 5 anni in su
MERENDA ORA 16
Tratto dal bellissimo racconto di Yuiki Kimura, lo spettacolo rappresenta la storia di un’amicizia nata in maniera spontanea pur se generata da un equivoco.
Durante un temporale due personaggi diversissimi tra loro (come un lupo e una capra) si troveranno a condividere storie al buio di una capanna, pensando, sia l’uno che l’altro, di appartenere alla stessa specie. Alla fine i due diventeranno amici e si daranno appuntamento il giorno dopo per potersi conoscere alla luce del sole. Pur non potendo immaginare che cosa accadrà, la lezione data fino a quel momento farà riflettere il giovane pubblico sull’importanza dell’uguaglianza e dell’amicizia oltre i pregiudizi e i preconcetti.
23 NOVEMBRE ore 18 e ore 21
I TEATRI DELLA MENTE - MACBETH
Teatro della Juta / Commedia Community (AL)
Tratto da William Shakespeare
Drammaturgia e Regia di Luca Zilovich
Con Giacomo Bisceglie, Enrica Fieno, Lorenzo Fracchia, Michela Gatto, Giulia Maino, Fabio Martinello e Mattia Stango
Paesaggi sonori e olfattivi Enzo Ventriglia
Durata 70’
Quello dei teatri della mente è uno spettacolo sensoriale in cui lo spettatore bendato, coinvolto direttamente nella performance, seguendo l’ambizioso Macbeth attraverso la profezia delle streghe, si trova con lui sul campo di battaglia e viene condotto nel lato più profondo della sua mente. Seduto in quello che è lo spazio scenico, il pubblico assiste ad una delle più famose tragedie di Shakespeare, in questa inedita versione in cui le vicende del tiranno scozzese vengono narrate esclusivamente tramite stimoli uditivi, olfattivi e tattili.
Ci si immergerà quindi nelle atmosfere di una Scozia oscura, governata da despoti e abitata da streghe, in cui attori e spettatori daranno vita insieme allo spettacolo, i primi recitando e i secondi immaginandolo nella loro mente.
24 NOVEMBRE ore 16:30
OLTRE L’ARCOBALENO
Tita Giunta e Fabio Rossini (TO)
Di e con Fabio Rossini e Tita Giunta
Durata 50’
Teatro di narrazione e interazione
Dai 3 anni in su
MERENDA ORA 16
Solo le pagine scritte riescono a far apparire maghi, fantasmi, animali parlanti e a trasformare un pomeriggio piovoso in una mirabolante lettura.
La letteratura per ragazzi ha dato vita a luoghi e personaggi entrati ormai nell’immaginario collettivo, non solo infantile, grazie al cinema e alla televisione.
I racconti animati si propongono di restituire a queste immagini la magia e il fascino della pagina scritta e di far rinascere nei bambini il desiderio di accostarsi a quei magici oggetti che sono i libri e a quel linguaggio speciale che è la musica.
Il racconto teatrale “OLTRE L’ARCOBALENO” è un mini spettacolo (con un minimo apporto scenografico) della durata di 45/50 minuti circa con due attori; la narrazione della storia è accompagnata da musiche, filastrocche, canzoni, giochi ritmici, face painting pensati per coinvolgere il bambino, che in alcuni momenti prenderà parte attiva della storia trasformato in un vero e proprio personaggio.
L'intento è far rinascere nei bambini il desiderio di accostarsi a quei magici oggetti che sono i libri e a quel linguaggio speciale che è la musica, attraverso il gioco del teatro.
“Oltre l’arcobaleno” è tratto da “Il meraviglioso Mago di Oz” di L. Frank Baum: una storia all’insegna del viaggio e alla scoperta dell’amicizia e dell’avventura. Zio Enrico e Zia Emma non riescono più a trovare la loro nipotina Dorothy, la cercano tra i bambini, per la scuola; cercando cercando trovano un libro, un diario in cui la bambina racconta la fantastica avventura vissuta nel meraviglioso mondo di Oz.
Iniziano a leggere questa storia e scoprono che Dorothy a causa di un uragano atterra con la loro casetta sopra la strega cattiva dell’est, uccidendola, guadagnandosi la fama di eroina da tutti gli strani abitanti del piccolo paese dove era capitata. Incontrerà molti personaggi, streghe buone e cattive che la aiuteranno o cercheranno di ucciderla, uno spaventapasseri, un leone e un boscaiolo con i quali affronterà viaggi più o meno movimentati. Per raggiungere il mago del villaggio attraverserà tutto il paese per poi incontrare il famoso mago di Oz che finalmente la farà ritornare a casa, ma scoprirà che il mago non è colui che dice di essere, quindi farà un ultimo viaggio per poi venire e sapere che sarebbe potuta tornare a casa sin da subito con le scarpette magiche che le aveva offerto la prima strega che aveva incontrato.
E' un racconto facile e ambientato in paesaggi fantastici che vuole trasmettere una morale importante: la capacità di credere in se stessi, di valorizzare le proprie abilità, ma anche l’enorme importanza che ha l’amicizia e l’affrontare le difficoltà insieme.
6 e 7 DICEMBRE ore 21
RESTI UMANI
Onda Larsen (TO)
Scritto da Lia Tomatis
Regia di Luigi Orfeo
Con Riccardo De Leo, Gianluca Guastella, Daniele Ronco, Lia Tomatis
Durata 70’
Il primo riordinamento mondiale che ha catalogato le persone rimandandole ognuna a “casa loro”, sembra purtroppo non essere bastato a sconfiggere i problemi della gente come ci si aspettava. È tempo quindi per un secondo riordinamento, affidandosi alla “Legge delle segnalazioni”. Un sistema tutto nuovo che permette di segnalare le persone che si ritiene abbiano differenze fastidiose per la propria identità, in modo da ricollocare tutti questi “loro” lontano da i “noi” e nel giusto Paese.
Differenza dopo differenza, però, il risultato è che non c’è altra scelta se non creare Paesi composti da un unico abitante, assegnando ad ognuno i metri quadri disponibili per la creazione del proprio Stato.
Ma lo spazio abitabile sulla terra è ormai limitato, perciò accade che quattro Paesi, di quattro persone diverse, finiscano a confinare tra loro all’interno di uno stesso appartamento.
E così, tra accordi internazionali per l’uso del bagno e confini che dividono mobili a metà, degli esseri umani che fino a quel momento avevano avuto a che fare solo con la loro propria immagine, devono fare i conti con altri esseri umani e infine, forse, anche con loro stessi.
Note di regia
L’idea drammaturgica di “Resti umani” nasce dalla lettura di Bauman, dalla teoria sui “Discorsi” di Focault, ma anche dagli avvenimenti di cronaca, di politica e vita quotidiana che stanno portando ad un ribaltamento della morale.
In particolare le pagine che hanno fatto nascere in me l’urgenza di scrivere “Resti umani” sono quelle di Retrotopia di Bauman. Ed ecco esattamente il punto di partenza di RESTI UMANI: una distopia che affonda consistenti radici nel nostro presente, in cui la divisione tra “noi” e “loro” è portata alle estreme conseguenze, in cui i confini per dividere le persone si sono moltiplicati e inspessiti così tanto da essere diventati, spesso, confini personali, come se ogni persona fosse un mondo a sé stante e sconnesso da tutto il resto. Perché ogni differenza può essere discriminante fino far diventare ogni individuo una categoria.
Si dice che l’ovvio è che quella cosa che hai sotto gli occhi ma che non vedi finchè non ti viene indicata e così è stato per la chiave attraverso cui ho costruito i personaggi: renderli “nemici” tra loro non perché lo siano davvero o perché divisi tra bene e male, ma perché incapaci di comunicare, chiusi in uno spesso guscio di false convinzioni autoalimentate attraverso i fraintendimenti.
È importante capire le ragioni sociali e umane che conducono al fenomeno che vogliamo raccontare per poter comprendere sospendendo il giudizio, costruendo esseri umani a tutto tondo, con le loro crudeltà, contraddizioni, qualità positive, crisi, senza che appaiano semplicemente “buoni” o “cattivi”. Il pubblico deve poter riconoscere sé stesso o il suo vicino senza proporre un giudizio ma uno stimolo alla riflessione. Perché anche mia è la riflessione, perché io sono la vicina di qualcuno e qualcun altro il mio vicino.
8 DICEMBRE ore 16:30
A CHRISTMAS RECIPE
Effimero Meraviglioso (CA)
Di Francesco Cappai
Regia di Leonardo Tomasi e Francesco Cappai
Con Michela Cidu, Elisa Giglio, Federico Giaime Nonnis e Alessandro Redegoso
Durata 55’
Teatro di narrazione e interazione
Dai 3 anni in su
MERENDA ORA 16
Ah, il Natale! I festoni, i fiocchi, i nastri e poi ancora le letterine, i regali, le luci e ancora il cenone, i brindisi, il vischio, la neve, l’albero, le palline, i balletti, le canzoni... insomma non sembra manchi nulla, no?
Gli elfi conoscono a menadito il procedimento per “fare” il Natale. Lo conoscono talmente bene da far perdere il senso a quei gesti che, di anno in anno, diventano sempre più vuoti, mentre la scena si riempie sempre di più. Qualcosa comincia ad andare storto per gli elfi: e se il natale fosse qualcosa di più delle lucine, delle ceneluculliane e del vischio sulla porta?
Una lunghissima attesa godotiana, non ce ne voglia Samuel Beckett, nei confronti di qualcosa che doni – che stranezza il donare qualcosa al Natale – il senso al Natale, e un tacchino da cucinare che non arriva. Saranno collegate le due cose?
“A Christmas Recipe” è uno spettacolo che parla dell’essenza delle tradizioni oltre la loro fastosità, alla ricerca di ciò che s i nasconde sotto la routine della festa.
In un gioco colorato e musicale di ripetizioni e scatole cinesi, i bambini andranno alla scoperta dei valori straordinari che s i nascondono dietro l’ordinarietà dei gesti che talvolta, privati del loro contenuto, rimangono pura forma.
13 DICEMBRE ore 21
TEKKEN DRAMA *** ANTEPRIMA NAZIONALE
Come farsi amici i mostri
Anomalia Teatro (TO)
Di e con Francesca Becchetti
Regia di Alice Conti
Scenografia di Andrea Gagliotta
Tecnica Ilaria Bertazzi
Durata 60’
Questo lavoro rappresenta un’indagine intima intorno al tema delle relazioni.
La protagonista è Eveline, una ragazza di trent’anni, che ci conduce nei meandri della sua psiche. Lo fa portandoci lontano nel tempo e nei ricordi partendo da un pretesto banale: la fine di una relazione amorosa.
Ci fa dialogare con i suoi mostri, le emozioni e gli impulsi che la tormentano. Il dialogo si instaura anche con i suoi alleati immaginari, la femminista e l’anarchico, che sono portatori di buoni consi-
gli, spesso perentori.
È un percorso che mette in luce le asimmetrie nelle relazioni tra “pari” e poco convergenti tra il binarismo uomo/donna, bambino/bambina, ragazzo/ragazza.
Vuole essere un moto di rivolta interno e necessita di scostarsi dalla narrazione autocommiserativa che sta alla base di una certa retorica affibbiata alle “donne”.
Ci prova, ma non sempre ci riesce.
Tekken perché è una lotta, fatta di pugni e pugnalate allo stomaco dentro scenari competitivi e malsani. Perché è uno spettacolo pop in una cornice anni ‘90 ai giorni nostri.
Drama perché luogo di tragedia e satira e perché si accosta alla riappropriazione della nomea di cui molte soggettività sono additate: drammatiche, piagnucolone e queen.
Il lavoro Tekken Drama comincia dalla collaborazione con Educadora Onlus, realtà educativa nella zona nord di Torino, che lavora con pre-adolescenti e adolescenti del territorio.
Un quartiere con una percentuale maggioritaria di abitanti di origine straniere e migrante.
L’autrice ha ideato e condotto per tre anni il laboratorio Sistar! per sole ragazze adolescenti sul tema della sessualità e l’affettività. Questa indagine laboratoriale insieme ad altre educatrici pone il seme alla drammaturgia che inizierà a prendere forma durante il Festival Montagne Racconta condotto da Francesco Niccolini.
Il lavoro inizia la sua indagine registica insieme alla collaborazione con l’attrice, autrice e regista Alice Conti del collettivo nomade Ortika.
Francesca Becchetti: Attrice e formatrice della compagnia Anomalia Teatro, dal 2021, che produce e distribuisce i propri spettacoli e la propria offerta formativa in modo libero e indipendente.
La sua formazione multidisciplinare la fa interessare agli studi di genere, da cui la sua poetica artistica è profondamente radicata. E’ fondatrice de Le Disgraziate, un percorso teatrale per adultx, che avvia la sua indagine artistica su famiglia, mostruosità e sessualità.
Nel suo percorso di formazione artistica ha l'opportunità di formarsi e lavorare nelle Marche con Tommaso Paolucci e frequentare l’Accademia di Teatro Fisico P. Radice di Torino.
17 e 18 GENNAIO ore 21
IO, ME E LUPIN
Onda Larsen (TO)
Scritto e diretto da Lia Tomatis
Con Riccardo De Leo, Luciano Faia, Gianluca Guastella, Lia Tomatis
Scenografie Jacopo Valsania
Costumi Valentina Menegatti
Durata 80’
Arsenio Lupin, il ladro gentiluomo più famoso del mondo, è tornato. E non è solo, con lui ci sono anche Jigen, Goemon e Margot. Eppure non siamo in un racconto di Maurice Leblanc, o in un fumetto di Mangaka, o in un film, un manga o un cartone animato: siamo qui e ora… ma come è possibile trovarsi oggi in un teatro, borseggiati proprio da Lupin in persona?!
Perché quando non si sa più come sbarcare il lunario in questo mondo difficile, a volte non si vede altra via d’uscita che utilizzare le proprie competenze per mettere su una banda di ladri…ma tutto questo senza tralasciare una certa classe e una certa “esigenza artistica”. Pertanto, perché non ispirarsi a uno dei propri eroi d’infanzia: lui, Lupin? E la cosa sembra funzionare bene, anzi forse fin troppo bene, fino a sfuggire loro di mano…e così il gioco alla sopravvivenza di quattro sprovveduti diventa una moda così diffusa tanto da costruire una sorta di realtà alternativa. Come uscirne?! Ma soprattutto: uscirne!
26 GENNAIO ore 16:30
SGAMBE SGHEMBE
Compagnia Enrico Lombardi / Quinta Parete (MO)
Scritto, diretto e interpretato da Alessandra Crotti
Produzione Compagnia Enrico Lombardi / Quinta Parete
Durata 50’
Teatro di narrazione e interazione
Dai 3 anni in su
MERENDA ORA 16
E se camminare all’indietro fosse la normalità?
Se i pantaloni si indossassero nelle braccia?
Se si potesse avere per amica una lampada?
50 minuti per elogiare il sottosopra.
Sul palco una figura, sola. Che si incarta, si sorprende, si reinventa continuamente. Che cerca di dar voce al desiderio profondo di mettere in luce tutto quello che è contrario, differenza, diversità, stranezza, insolito.
“Sgambe Sghembe” è uno spettacolo nato su basi clownistiche con l’intenzione di proporre la tematica della diversità attraverso un contesto quotidiano ma personalissimo. Sono assenti la parola e il testo (compare una breve lettura soltanto nel finale,
liberamente rielaborata sui racconti di Gianni Rodari “Il giovane gambero” e “La strada che non andava in nessun posto”) per dare rilievo alle immagini e al corpo.
SETTIMANA DELLA STAND UP COMEDY
30 GENNAIO ore 21
COME TANTA GENTE
Giordano Folla (TO)
Di e con Giordano Folla
Durata 70’
In questo monologo irriverente un giovane comico tenta di esorcizzare i suoi problemi, a partire dalle sue numerosissime ansie, ma anche di trovare una logica nelle molteplici contraddizioni che si celano nella vita quotidiana di un twenty-something che vive il mondo post pandemia e pre devasto climatico. Fallisce ad entrambe le cose, ma almeno fa ridere.
Giordano Folla - Dopo aver deciso che una laurea in DAMS non fosse abbastanza per deludere i suoi genitori, dal 2017 comincia a esibirsi nei locali di stand up comedy di tutta la penisola. Con l’ambizioso obiettivo di peggiorare la televisione italiana partecipa ai programmi “Stand up Comedy” su Comedy Central e poi “Battute?” su Rai 2.
Lavora come autore a Mediaset e successivamente al programma "The Roast of Life in Italy". Ha all'attivo due spettacoli di Stand up Comedy: "A Tutto Xanax" e "Mi Amerò Quando Sarò Morto".
Nel 2023 è apertura fissa del tour in tutta Italia "Salutava Sempre" di Alessandro Cattelan.
Conduce il podcast "Tazza di Caffè" insieme a Sandro Cappai.
31 GENNAIO ore 21
ALCUNE COSE DA DIRE
Francesco Giorda (TO)
Di e con Francesco Giorda
Produzione Teatro della Caduta
Durata 60’
Il nuovo one-man-show di Francesco Giorda è un dialogo aperto col pubblico che affronta l'attualità tra provocazioni e comicità tagliente in equilibrio tra fake news, allarmismi e finte paure del nostro tempo per aprire nuove ed inimmaginabili prospettive del piccolo grande universo in cui viviamo.
Prendete la comicità sagace, brillante e cattivella dello stand up comedy anglosassone e mischialo con l’esperienza teatrale e clowneristica di 15 anni di teatro di strada.
In un attimo vi ritroverete in uno spettacolo in cui tutto è live e accade “qui e ora”.
Pronti per affrontare i facili allarmismi del nostro tempo fino alle categorie dell’amore passando da un elisir di lunga vita rinunciando alla democrazia? Preparatevi ad essere coinvolti nello show più provocatorio e frizzante a cui abbiate mai assistito.
Lui è Francesco Giorda e arriva direttamente dal teatro della Caduta.
Francesco Giorda, attore e autore comico, da anni unisce l'esperienza di 15 anni di teatro di strada in festival e piazze di tutta Europa con la passione per la comicità sagace e brillante tipica della stand p comedy anglosassone.
“C'è sempre da ridere con Francesco Giorda […] Ma tutto ha una misura, tout se tient, ed il gioco a cui l'attore fa partecipare i suoi interlocutori è molto serio.”
(Maura Sesia, sipario.it)
“Il ciclone Giorda ha guidato la platea in un viaggio surreale. Tra retorica e cliché, si tenta la strada di un’intelligenza collettiva che possa cambiare la società […] perché c’è sempre un “Io” che deve emergere e tentare di cambiare il corso delle cose.”
(Antonio Ucci, Sannionews.it)
1 FEBBRAIO ore 21
GOD SAVE THE SEX
Stefano Santomauro (LI)
Di e con Stefano Santomauro
Collaborazione ai testi Daniela Morozzi
Durata 70’
“L'amore è la risposta, ma mentre attendiamo la risposta il sesso può suggerirci delle ottime domande". E di domande Santomauro se n'è poste molte perché nell'era multimediale e della velocità 5G, sembra impossibile riuscire a trovare tempo e voglia di fare sesso. Lo dicono le statistiche: secondo una ricerca mondiale del Censis facciamo meno sesso della generazione precedente. Non sicuramente tu che stai leggendo queste righe, ma gli altri sono messi davvero male. ”God Save The Sex” è un monologo al vetriolo, una bomba surreale che affronta il delicato e attualissimo tema del sesso nella tipica cifra comica di Stefano Santomauro: mai scontato, mai leggero, sempre fedele alla realtà. Un racconto comico di quello che il mondo è diventato da quando abbiamo smesso di fare sesso. Non tu che stai leggendo queste righe, ma gli altri sono messi davvero male”.
Stefano Santomauro con gli spettacoli Like e Happy Days ha raggiunto oltre 35.000 spettatori in tutta Italia registrando il tutto esaurito. “I suoi spettacoli sono imperdibili”, conferma La Stampa. Con il suo nuovo show comico God Save the Sex promette di stupire ancora con la sua cifra comica caratterizzata da grande cinismo, abilità narrativa e superba capacità di leggere la realtà.
2 FEBBRAIO ore 21
COME SE NIENTE FOSSE
Davide Grillo (RM)
Di e con Davide Grillo
Produzione Teatro Metastasio di Prato
Durata 60’
Un’allerta meteo avverte la popolazione che è in arrivo nella penisola italiana una gigantesca ondata di scetticismo, la perdita di senso che ne deriva si estende progressivamente a tutte le cose e minaccia di trascinare il paese nel caos, nella disillusione e di lasciarlo privo di sensi. Il tutto proprio nel mezzo della pausa di riflessione di una giovane coppia ormai non più sicura del senso del loro stare insieme.
Come se niente fosse è un monologo comico sul rapporto tra il precariato, la mancanza di senso e la fine delle cose, sul post-fordismo e sul continuo senso di inadeguatezza che questi ci regala. Nella pratica si prova a fare della nostra depressione un fatto climatico.
Il progetto
Come se niente fosse è nato dal tentativo di raccontare attraverso il genere fantastico e il pensiero esistenzialista, un certo tipo di inadeguatezza e di smarrimento mio e della mia generazione, i nati tra gli anni ottanta-novanta. Il fatto di sentirsi costantemente in ritardo rispetto alla vita, l’ansia di riuscire in qualcosa, l’assurdo di questa competizione continua (non si sa bene con chi) e sopratutto il senso di colpa. Perché il fatto che quasi tutti i miei amici siano precari come me non mi fa sentire meno solo o inadeguato? Perché problemi endemici come il precariato o l’assenza di futuro per quanto siano percepiti da tutti, non si trasformano più in proteste collettive come in passato ma al contrario vengono sentiti, vissuti, trattati e a volte medicalizzati come problemi individuali?
Ponendomi queste domande ho scoperto che forse l’apparato teorico dell’esistenzialismo era necessario ma insufficiente a descrivere come ci si sente ora, mancava una parte, sono cambiate delle cose ed è come se avessimo a che fare con un male di vivere del tutto nuovo, forse il nostro è un male di vivere post-fordista. Per trovare questa parte mancante mi sono rivolto principalmente ai libri di Mark Fisher.
Note
Come se niente fosse è una favola scettica. Si racconta la nascita e l’evoluzione di un dubbio collettivo che da minuscolo diventa iperbolico trascinando l’intero paese nel caos e nell’indeterminatezza. Una vicenda incresciosa destinata a generare una serie di situazioni tragicomiche e riflessioni sparse sulla casualità del mondo, degli affetti, i demoni meridiani e l'idea di felicità. Il tutto a favore di un futuro approccio metereologico all’insignificanza.
Bio Davide Grillo
Davide Grillo vive e lavora a Roma come attore e autore. Dopo la laurea in filosofia decide di continuare con le scelte sbagliate dedicandosi al teatro. Comincia con il clown e la recitazione, studia scrittura con Giacomo Ciarrapico perfezionandosi in scrittura scenica presso Rialto Centro di Formazione Teatrale e in sceneggiatura presso il Master della Escuela de Cinema y Tv di San Antonio de los Baños, Cuba.
Dal 2016 scrive monologhi che poi recita per teatri, locali e festival in giro per l’Italia. I suoi precedenti lavori sono Stendhal Comedy e il tempo stinge, brevi monologhi contro l’affanno.
A teatro negli anni ha lavorato tra gli altri con Lucia Calamaro, Deflorian\Tagliarini e Elio Germano. Al cinema nei film e serie di Giorgia Farina, Alessio Lauria, Marco Amenta e Stefano Sollima. Insieme a Christian Raimo ha scritto articoli per L’essenziale, Il Tascabile e Minimamoralia. Come creativo e copywriter insieme a Claudio Morici ha lavorato per Save the Children Italia, il MIUR e l'ISS. Ha ideato e cura attualmente una rubrica dal titolo la linea gotica per il podcast romano Sveja e un format mensile sui racconti nel quartiere di Torpignattara dal titolo tre racconti belli e uno mio.
9 FEBBRAIO ore 16:30
I 3 MINUTI DELL’UOMO
Compagni di Viaggio (TO)
Scritto da Cristina del Corso
Regia di Riccardo Gili
Con Riccardo Gili, Costanza Frola e Marzia Scala
Durata 45’
Teatro scientifico
Dai 8 anni in su
MERENDA ORA 16
Immaginiamo di dover racchiudere il tempo - tutto il tempo, dal big bang fino ad oggi - in un anno. Quale porzione di questi dodici mesi occuperemmo noi, gli esseri umani e la loro storia? Un mese? Una settimana? Un giorno? No, minuti. Gli ultimi minuti del 31 dicembre, tre per l’esattezza. Solo?! E quello che è venuto prima? Da queste domande è nato “i tre minuti dell’uomo” un viaggio nella storia del nostro universo in diverse tappe animate dai protagonisti di quei passaggi che hanno portato il pianeta Terra ad essere un luogo veramente speciale.
Un racconto che ci dà l’esatta percezione della nostra presenza nella storia dell’Universo per aiutarci anche a riflettere sul rapporto che dobbiamo instaurare con la natura. Una rappresentazione con un piede nella scienza e uno nel divertimento grazie ai personaggi che animano la storia: dagli atomi di idrogeno, agli organismi unicellulari, dai dinosauri ai primati e finalmente lui, l’Uomo padrone del mondo da ben... tre minuti!
14 FEBBRAIO ore 21
PUTTANA
Compagnia TeatroE (TN)
Scritto da Maura Pettoruso
Regia di Mirko Corradini
Con Beatrice Elena Festi
Durata 60’
Sinossi Poetica
Si vede? Cosa sono?Un corpo usato. Una donna-puttana. Un uomo-che-va-a-puttane.Un uomo che compra. Una donna che vende. Sesso. Chi ha iniziato? Tu! Non ti avrei pagata se tu non ti fossi offerta. Non ti avrei cercato se tu non mi avessi voluta. Ora non siamo più distinti. La vergogna della puttana. L’orgoglio del puttaniere. Un mostro a due teste. Un orribile creatura da cancellare. Non vedere. Solo sbirciare. Accusare. Lapidare. Chi vuole lanciare la prima pietra?
Sinossi classica
Dove inizia l'idea che un corpo sia carne in vendita? Dove inizia il pensiero che ogni corpo abbia un prezzo? La società in cui ci muoviamo dentro questo primo studio è l'imputata al banco del tribunale. Slogan pubblicitari, messaggi patinati carichi di sessualità, incitano al consumo indiscriminato: che sia di un corpo di donna o un petto di pollo. La possibilità è la stessa: pago, posso. La compra-vendita, il rapporto puttana-cliente, è nascosta, mai alla luce del sole. Ma le regole sono le stesse di qualunque altro mercato. O no? Una giovane donna - una studentessa - ha bisogno di soldi. Un uomo - un padre, marito, lavoratore - ha bisogno di sesso. L'inizio è scontato. Il resto? E' nello sguardo di chi giudica.
23 FEBBRAIO ore 16:30
YOYO PIEDERUOTA
Santibriganti Teatro (TO)
Di Maurizio Bàbuin, Valentina Aicardi, Marco Ferrero, Eva Maria Cischino
Con Arianna Abbruzzese e Marco Ferrero
Regia di Maurizio Bàbuin
Durata 50’
Teatro di narrazione e interazione
Dai 5 anni in su
MERENDA ORA 16
Il progetto YoYo piederuota, nasce dal desiderio di raccontare la disabilità che incontra l’abilità; in questo caso abilità intesa sia nell’accezione di normodotati sia nella capacità di rendere abile e quindi speciale un corpo nel compimento di un atto fisico performativo come potrebbe essere in questo caso uno sport: il basket. Il tutto attraverso gli sguardi, gli incontri e gli scontri di due bambini che, un po' come animaletti, attraverso il puro istinto, scoprono la loro fisicità, il loro corpo, sia corpo libero da impedimenti che corpo impedito nella libertà delle azioni.
E’ la scoperta e l’accettazione di se stessi e conseguentemente dell’altro. Di tutti gli altri. Sarà probabilmente una strada faticosa e piena di difficoltà e che durerà tutta una vita. YoGiorgia e YoGiovanni ci stanno provando. Intanto crescono.
Lo spettacolo desidera innanzitutto andare alla ricerca di una leggerezza che riteniamo fondamentale per raccontare una storia come questa. I sorrisi e le risate dei bambini che assisteranno allo spettacolo sono uno degli obiettivi che ci siamo posti, così come la possibilità di emozionarli su aspetti che sentiamo sensibili in loro, come la competizione, l’amicizia tra maschio e femmina, il bisogno di omologazione piuttosto che la diversità intesa come risorsa e non limite.
Ma innanzitutto racconteremo una storia: che è ciò che i bambini non si stancano mai di vedere e ascoltare.
Primo posto giuria 100 ragazzi
Festival Internazionale I Teatri del Mondo 2015
Menzione speciale giuria esperti Festival«G.Calendoli» Padova 2012
Terzo posto tra gli spettacoli più votati dai bambini Festival «G.Calendoli» Padova 2012
Menzione speciale giuria adulti Giocateatro Torino 2012
Menzione speciale giuria bambini Giocateatro Torino 2012
Dicono
E’ un’operina curiosa e delicata YoYo Piederuota di Santibriganti Teatro in collaborazione con Uicep Torino Minibasket, si narra l’amicizia a scuola di due compagni di classe, di cui la femmina è in sedia a rotelle ed il maschio è scarso in matematica ma è bravo a basket: è la relazione infantile tra un “normale” ed una disabile scevra di retorica come solo i rapporti tra i bambini sanno esserlo, recitata con naturalezza ed intensità.
Maura Sesia / www.sistemateatrotorino.it
Uno spettacolo dunque che racconta la disabilità che incontra l’abilità, che racconta l’incontro di due corpi diversi con la scoperta e l’accettazione di se stessi e conseguentemente dell’altro […] assolve il suo compito facendo riflettere e ponendo un tema di grande rilievo con naturalezza e semplicità.
Mario Bianchi / www.eolo-ragazzi.it
28 FEBBRAIO ore 21
CONFESSIONE
di un ex presidente che ha portato il suo paese sull’orlo della crisi
Chronos3 (BS)
Scritto da Davide Carnevali
Regia di Vittorio Borsari
Con Fabrizio Martorelli
Costumi Chiara Zanini
Durata 70’
MASSIMO 50 SPETTATORI
USO DI CUFFIE WIRELESS
“Lo spettatore più contempla, meno vive; più accetta di riconoscersi nelle immagini dominanti del bisogno, meno comprende la propria esistenza e il proprio desiderio.”
Guy Debord
Sinossi / presentazione
Immaginiamo di essere in Argentina. Oppure in Spagna, Brasile, Italia..
Confessione di un ex presidente è uno spettacolo riguardo il linguaggio della politica. Attraverso un’esperienza immersiva dal punto di vista sonoro, lo spettatore sarà condotto dentro i complessi ragionamenti della manipolazione della parola: come un prestigiatore, il politico disegna un confine ambiguo tra realtà e rappresentazione. L’ex presidente parla un linguaggio che cerca il consenso del popolo: una semplificazione che si rivolge direttamente al popolo per spiegare tutto ciò che è successo durante il suo mandato. Un' utopia dove solo la finzione teatrale può avere il privilegio di essere “vera”. Il pubblico sarà il popolo, pronto a pesare le parole dell’ex presidente attento a valutare la nostra capacità di ascolto. A che punto è il nostro senso critico, il nostro grado di libertà e di democrazia?
Un flusso di coscienza ben organizzato per portarci a riflettere, ridere e pensare alla fragilità delle nostre democrazie nell’epoca della post-verità, dove il cittadino diventa consumatore di illusioni. La sfida è raccontare il potere e la retorica di stampo politico mettendone in luce l’ambiguità, la pericolosità, ma allo stesso tempo anche il fascino e la capacità comunicativa.
Note di regia
Il punto di partenza è il testo Confessione di un ex presidente che ha portato il suo paese sull'orlo della crisi di Davide Carnevali: un testo in linea con la poetica della Compagnia Chronos 3 nella drammaturgia contemporanea italiana.
In Confessione, c'è un ex presidente di un paese colpito dalla crisi come, ma ci sono molte somiglianze tra la figura di Menem e Silvio Berlusconi o José María Aznar, per esempio. Tutti sono ricchi, potenti, hanno amici industriali. Tutti erano fedeli alla dottrina liberale degli Stati Uniti d'America. Sono tutti laureati in legge, e paradossalmente sono stati tutti al di là della legge. E soprattutto, sapevano come sfruttare la loro immagine mediatica, costruendo un profilo “attraente” per i cittadini.
Confessione di un ex presidente che ha portato il suo paese sull'orlo della crisi è stato selezionato dal Festival PIIGS di Barcellona. Il nome della rassegna è mutuato dall’acronimo dispregiativo coniato dalla stampa inglese PIIGS (in inglese il nome rimanda alla parola “maiali) formato dalle iniziali di Portogallo, Irlanda, Italia, Grecia e Spagna, ovvero i paesi dell'Unione Europea con problemi economici e di bilancio. Il Festival ha commissionato ad autori dei cinque paesi altrettante opere che parlassero dei problemi economici e sociali che il loro paese stava vivendo. Il testo è stato anche e presentato in forma di lettura al festival Tramedautore presso il Piccolo Teatro di Milano
“Il presidente svela i meccanismi che stanno dietro l’orazione politica, “confessa” le strategie della menzogna. Eppure, proprio mentre lo fa, continua a fingere: il confine sfuggente tra realtà e rappresentazione – essenza stessa del teatro – è ben difficile da rintracciare nel discorso di un politico. Il presidente, a mandato ormai concluso, getta via la maschera e ammette di aver deliberatamente portato il paese sull’orlo della crisi: ma il volto che appare dopo il disvelamento, sembra avvertire Carnevali, non è meno artefatto del precedente.
[...]
Il testo (un assaggio delle capacità drammaturgiche di Carnevali, che emergono appieno in testi più ampi e articolati) offre così una discesa negli inferi del lessico politico contemporaneo, e l’occasione per riflettere con lucidità su ciò che abbiamo sotto gli occhi tutti i giorni. “
Maddalena Giovannelli
16 MARZO ore 16:30
ANIMAL PERFEZIONE? *** ANTEPRIMA NAZIONALE
Liberipensatori “Paul Valery” (TO)
MERENDA ORA 16
DEBUTTO NAZIONALE
Testo di Camilla Bassetti
Con Stefania Rosso e Cristina Argirò
Regia di Emily Tartamelli
Durata 60’
Teatro di narrazione e interazione
Dai 5 anni in su
MERENDA ORA 16
“Animal Perfezione?" è uno spettacolo che esplora le vite complesse degli animali, rivolgendosi a bambini dai 6 ai 106 anni. Un'attrice e una scienziata intrecciano narrazione teatrale e divulgazione scientifica in un divertente e rocambolesco gioco delle parti. Attraverso storie, dati, e performance, lo spettacolo ci invita a riflettere sul nostro rapporto con gli animali, sulla loro intelligenza, emozioni e comunicazione, e su come queste nuove conoscenze possano promuovere una società più inclusiva e rispettosa. Una finestra su temi come la cognizione animale, le relazioni interculturali nel trattamento degli animali, e le discrepanze tra rappresentazioni letterarie e realtà scientifica. "Animal Perfezione ?" ci invita a riflettere sul riconsiderare il nostro ruolo umano nella relazione con il mondo animale.
22 MARZO ore 21
COMICORO
Silvia Laniado, Flavia Chiacchella (TO)
Produzione Circo Madera
Con Silvia Laniado, Flavia Chiacchella e Comicoro
Durata 80’
SPETTACOLO
Una vera e propria jam vocale al confine tra improvvisazione musicale e teatrale. Chi tra il pubblico vorrà, potrà salire sul palco e giocare insieme ai cantanti comici del Comicoro. Saranno loro infatti a guidare il pubblico nell’improvvisazione, proponendo giochi e regole all’insegna della creatività e della libera espressione: nessun limite e nessun vincolo alla sperimentazione vocale, vale tutto!
WORKSHOP “COMICORO” (facoltativo)
È un laboratorio di canto corale comico dove la voce si sperimenta e si gioca con la voce. I brani polifonici vengono appresi e interpretati come sketch musicali comici, cantati con ironia. Grazie a giochi teatral-musicali tratti dall'improvvisazione vocale, dal teatro fisico e dal circle-singing si impara ad unire il movimento, il canto, l'emozione, e a prendere consapevolezza del proprio potenziale comico e vocale. Un viaggio attraverso la vocalità e l'ascolto del suono, l'improvvisazione vocale e teatrale, i diversi timbri e generi musicali, i meccanismi del clown e della risata che portano ad una formazione poliedrica che unisce voce, teatro e comicità. Parte del lavoro creato verrà restituito la sera dello spettacolo al pubblico. Info e costi: comicorotorino@gmail.com
4 e 5 APRILE ore 21
IL SOGNO DI BOTTOM
Onda Larsen (TO)
Scritto e diretto da Lia Tomatis
Con Riccardo De Leo e Gianluca Guastella
Durata 70’
Spin off di uno dei più divertenti personaggi di Shakespeare. Siamo nel 1595, nel bosco di Sogno di una notte di mezza estate, Bottom e Quince provano lo spettacolo per il Duca. Finita la prova, Bottom si addormenta e si risveglia quattro secoli dopo davanti a un giovane regista che sta cercando di allestire uno sgangherato progetto teatrale nella speranza di ottenere qualche finanziamento pubblico. Bottom si lascerà coinvolgere con non poche difficoltà e involontariamente metterà a nudo le contraddizioni del nostro presente grazie alla sua semplicità.
I dialoghi serrati e divertenti invitano a una riflessione sui meccanismi burocratici che regnano sovrani nel mondo del lavoro e ridicolizza quegli aspetti che oggi sono considerati “vantaggiosi” ma che in realtà badano più alla forma che al contenuto. “Il sogno di Bottom” è stato coprodotto da Onda Larsen insieme alla Fondazione TPE (Teatro Piemonte Europa), ora TRIC (Teatro di Rilevante Interesse Culturale), ed ha debuttato nel 2016 al Teatro Astra all’interno della rassegna After Shakespeare riscuotendo un’ottima accoglienza da parte del pubblico. È stato poi riallestito per il Torino Fringe Festival 2017.
Note di regia
Lo spettacolo IL SOGNO DI BOTTOM è scritto mescolando battute di Shakespeare, un linguaggio “Elisabettiano” e un linguaggio moderno, contemporaneo, così come nelle opere di Shakespeare si alternavano realtà e magia, momenti di dramma e di commedia.
È scritto in modo da essere fedele all’ordine cronologico in cui sono state scritte le opere di Shakespeare: Bottom non conosce le parole dei drammi che sono stati scritti dopo “Sogno di una notte di mezza estate”, gli frullano solo nella testa in maniera inconsapevole, mentre conosce “Romeo e Giulietta” che risulta precedente. Le informazioni storiche che passano, anche se solo di sfuggita, tra le parole dei personaggi sono corrette.
Vista la scelta di creare una coerenza filologica drammaturgica, anche per l’impianto scenico e la regia si è scelto una pulizia che ricordasse il teatro elisabettiano.
In scena infatti c’è un solo elemento: un cubo che può viene utilizzato nel finale come veniva utilizzato il balcone nel teatro elisabettiano. Lo spettacolo è pensato per poter essere rappresentato in ogni tipo di luogo, anche in arene a pianta semicircolare. Come nel teatro seicentesco, gli attori possono recitare quasi tra il pubblico e con il pubblico interagiscono e i cambi di scena e di luogo sono segnalati dall’uscita degli attori da una quinta e un rientro in palco da un'altra quinta.
Con una recitazione naturale, informale, che alterna momenti di grande poesia e momenti di comicità e dramma si è cercato di restituire un po’ di quell’anima del teatro elisabettiano in chiave moderna.
12 APRILE ore 21
BELLY BUTTON
Crack24 (TO)
Scritto e diretto da Agnese Mercati
Con Erica Landolfi, Agnese Mercati, Carola Rubino, Elia Tapognani.
Assistente alla regia Lorenzo De Iacovo
Durata 60’
Belly Button nasce dall’ombelico e risponde al desiderio di riscrivere il passato, giocando a cambiarlo e non più a subirlo, per arrivare a comprenderlo. Evitare il viaggio di ritorno a casa, è evitare se stessi, evitare la vita. Come mi trasformo da vittima a creatore? Come ti dico quello che non ti ho mai detto?
Lo spettacolo esplora il tema delle relazioni familiari e il desiderio di riappropriarsi del proprio ombelico, ponte di passaggio verso il passato e le proprie origini. Come l’ombelico è il segno di un distacco, così lo spettacolo vuole essere testimonianza della crescita di una figlia e delle scelte che ne costituiscono il percorso di vita. Tutto ciò da cui siamo stati sradicati o da cui ci si è voluti sradicare continua a essere parte di noi: le tracce di chi siamo stati da piccoli, del modo in cui siamo stati cresciuti, dell’ambiente sociale che abbiamo respirato e del suo linguaggio. In che misura ne siamo dominati? Siamo veramente noi a scegliere? Siamo ciò che facciamo o ciò che non abbiamo fatto?
Quando e come è nato il progetto
Belly Button nasce da un’idea di Agnese Mercati della Compagnia Crack24 nel 2021 all'interno del progetto Fahrenheit 2.0 #ArtNeedsTime - un format artistico partecipato che usa come argomento la letteratura, ideato e curato dalla compagnia teatrale Il Mulino di Amleto diretta da Marco Lorenzi e Barbara Mazzi in collaborazione con Asterlizze. Alla domanda "Che libro salveresti da un ipotetico rogo?" ho risposto “Chi ha ucciso mio padre” di E. Louis ed è da questo testo che sono partita per creare un primo studio. Nel 2023 grazie al percorso di accompagnamento alla produzione di CasaFools mi sono allontanata sempre di più dal pamphlet di E. Louis mantenendosi invece salda alle sensazioni che ho provato leggendolo, ciò che mi ha attraversato è diventato materiale di indagine per un secondo studio.
Riconoscimenti
Belly Button è tra gli 8 progetti finalisti del concorso Scintille 2022 e tra i 6 spettacoli finalisti di Direction Under 30 2023.
"Alla mia famiglia, che ha sempre nascosto tutto"
Premessa artistica
Da dove vengo? Da una vecchia casa in mezzo al bosco, la famiglia che vi abita ha radici profonde come gli alberi che si vedono dalla finestra. Ci sono maledizioni di vecchia generazione, alberi che cadono, dipendenze ereditarie, violenze
meccaniche, morti precoci e morti che invece non arrivano mai. Da qui è difficile credere che si possa scappare. Chi sono? Una scappata di casa. Dove sto andando? Sto ritornando a casa.
Questo spettacolo nasce dal desiderio di riappropriarsi del proprio passato per arrivare a comprendersi, ad accettarsi, a ri-partorirsi magari. È necessaria una riconciliazione con tutta una parte di me che ho rifiutato, respinto, rinnegato. Tutto ciò da cui mi sono voluta sradicare continua a essere parte di me: le tracce di chi sono stata da piccola, della famiglia che mi ha cresciuta, del paese che ho respirato e del suo linguaggio resistono in me anche se l'ambiente in cui vivo ora è cambiato. In che misura ne sono dominata? Più le nego, più le nascondo, più ne sono schiava. Per uscire dalla prigione bisogna conoscerla.
Come facciamo a cambiare? Possiamo costruirci il nostro destino? Cosa c’è oltre l’odio? Cosa c’è fuori dalla prigione? La verità è che non accetto di perdere, di morire nella casa in mezzo al bosco e mi fa male pensare che altri credano di essere costretti a restarci, per questo nasce Belly Button.
Progetto scenografico
Durante lo spettacolo si sperimentano spazi virtuali e fisici. Prima dell'inizio di Belly Button il pubblico, inquadrando un codice QR con il cellulare, accederà al gruppo whatsapp Famiglia, una grande chat collettiva in cui potrà votare tramite sondaggi il corso della storia. Sulla scena, quasi spoglia, sovrasta un grande schermo su cui verrà proiettata in live la chat. Lo spazio in cui si muovono i tre attori è una scatola della memoria, uno spazio del ricordo, un non-luogo onirico in cui far ballare tutto ciò che è accaduto o che avremmo voluto accadesse, tutto quello che ci siamo detti e soprattutto non detti. Le possibilità acchiappate o le mille negate, ricordi veri e falsi, realtà e immaginazione si mischiano, si contagiano, si confondono sempre più, così il confine tra ciò che è possibile e impossibile diventa sempre più sottile. Il passato torna per essere vissuto non passivamente, in questo spazio si presenta la possibilità di giocare con lui, di ripararlo, distorcerlo, ripeterlo all’infinito. Sulla scena oltre agli oggetti che appartengono ai ricordi scelti dal pubblico, rimarranno tutti quelli non scelti, simbolo delle possibilità mancate e delle identità perdute.
Ruolo del pubblico
Gli spettatori hanno un ruolo attivo all’interno dello spettacolo, saranno loro i responsabili delle scelte dei 3 protagonisti e i sondaggi a cui risponderanno sulla chat Famiglia saranno a duplice scelta. Ad una spettatrice chiamata in casa-causa verrà affidato il ruolo di figlia, diventerà così il doppio della protagonista sotto gli occhi degli altri spettatori che assumeranno invece il ruolo di “paese”, “mondo”, autori e testimoni della storia familiare. Un'unica domanda aperta arriverà in chat e sarà quella finale dopo la quale ognuno potrà scrivere ciò che non ha mai avuto la possibilità o il coraggio di dire al proprio padre. Lo spettacolo cambierà forma ogni sera, in una dinamica di interazione ludica dove la domanda sarà una possibilità condivisa e avrà molteplici direzioni.
La Compagnia Crack24
“Un uomo solo non vale un cazzo”. Questa frase di Hemingway è alla base della poetica culturale di Crack24. La compagnia nasce a Torino da 24 artist* under35 che indagano temi riguardanti il presente attraverso l’uso di drammaturgie originali o classiche, sviluppando tecniche e linguaggi innovativi, seguendo una ricerca che non si limita alle quattro mura teatrali ma che si nutre della comunità che li circonda, cercando di intercettarne le storie e le vocazioni. Il primo spettacolo è Sogno Americano con la regia di J. Ferrini. Nel 2018 debutta Le prénom. Dal 2019 inaugura #ClimateIsNotCool, progetto che indaga il tema del cambiamento climatico realizzato con il sostegno di Ass. PEM/ IrenCollabora/ ARCI Torino/ Environment Park/ Torino Respira. Nel 2022 debutta a Primavera dei Teatri Nitropolaroid, con la regia di R. Lai e L. De Iacovo, nato dal lavoro con C. Pezzoli e sostenuto da Società per Attori/ Sardegna Teatro/ Elsinor. La guida di C. Pezzoli conduce alla ricerca di un teatro in cui gli artisti “suonino” i propri strumenti attoriali come jazzisti in una jam session. Il 2023 è l’anno de I GIUSTI (o anche) quella per nulla scontata fatica di diventare grandi sotto gli occhi della gente di L. De Iacovo, prodotto insieme ad A.M.A. Factory.
10 MAGGIO ore 21
GRAN PASSATO
I Moderni (TO)
Scritto da Celeste Gugliandolo, Placido Gugliandolo, Fabio Perretta
Con Celeste Gugliandolo, Placido Gugliandolo, Vittorio Campanella
Consulenza suoni e luci Massimiliano Bressan
Supporto alla produzione di Tangram Teatro Torino
Durata 70’
Uno spettacolo tra stand-up comedy e musica live, uno show interattivo eseguito dal vivo (chitarra, cajón e tastiere) e scritto per tre voci, in un semi-perenne medley di canzoni di ieri e di oggi. Tra cover celebri, brani a cappella e giri armonici che tornano e ritornano, scopriamo insieme che il grande dono della musica pop è quello di saper parlare ai propri tempi giocando con la musica di tutti i tempi, rendendo l'originalità un concetto del tutto relativo.
Bio
I Moderni sono un gruppo musicale formatosi a Torino nel 2007 e composto da Celeste e Placido Gugliandolo, Fabio Perretta e Vittorio Campanella, salito alla ribalta nel 2011 e classificatosi secondo durante la quinta edizione del talent show X Factor. Autori dei singoli 'Non Ci Penso Mai' e 'L'estate si balla' per Sony Music Italia.
UTILITA’
Acquisto biglietto: https://www.ticket.it/
TEATRO ADULTI
Intero 12 euro
Ridotto (Universitari, abbonamento musei, turismo torino, disabili, over 65,
TAT, CRAL, carta giovani, abitanti circoscrizione 6, aiace) 10 euro
Ridottissimo (Under 18, disabili) 8 euro
Ridotto Scuderia (alliev* Scuderia Onda Larsen 24/25) 6 euro
Ridotto Speciale (se ti tesseri allo Spazio Kairos: riduzione sul primo spettacolo) 3 euro
Pacchetto comitiva (acquisto minimo di 6 biglietti per lo stesso evento) 48 euro
Abbonamento “Onda” 4 spettacoli a scelta 32 euro
TEATRO RAGAZZI
Biglietto unico comprensivo di merenda 9 euro
Ridotto Speciale (se ti tesseri da noi il tuo primo spettacolo lo vedi a 3 euro!) 3 euro
Pacchetto famiglia (acquisto di minimo di 4 biglietti per lo stesso evento) 32 euro
I prezzi indicati si riferiscono alla modalità di acquisto online. Necessaria la tessera Arci.
I biglietti ridotti possono essere acquistati esibendo tessera/copia del documento che certifichi il diritto alla riduzione.
Per maggiori informazioni:
3514607575 (anche whatsapp) - biglietteria@ondalarsen.org
Lun-ven 14-19. Sabato 14-20 e domenica 11-16 solo nei giorni degli spettacoli