“Quest’anno ci sono stati moltissimi casi di Dengue nel mondo quindi aumenta la probabilità che un malato prenda un aereo e venga in Italia. Quando arriva in Italia, se non ci sono le zanzare non succede niente, la persona viene curata e finisce lì. Purtroppo, però, se questa persona arriva in un luogo dove ci sono molte zanzare la cosa è diversa: la malattia non si trasmette da uomo a uomo, si trasmette esclusivamente attraverso la zanzara. La zanzara tigre che punge il paziente che sta male per tutta la sua vita, che dura circa un mese, è in grado di trasmettere la malattia”. Così Roberto Burioni, Professore Ordinario di Microbiologia e Virologia all’Università Vita-Salute San Raffaele, ospite di Fabio Fazio a Che Tempo Che Fa sul NOVE.
"Quello che è successo a Fano è grave, perché la trasmissione è avvenuta localmente: è grave perché la zanzara non si sposta più di 200 metri dal luogo dov’è nata mentre l’uomo prende il treno e va dove vuole. Se dove arriva ci sono le zanzare è un guaio. Adesso c’è una grossa fortuna: il fatto che le zanzare con l’arrivo del freddo diminuiscono molto la loro attività. La Dengue però non è che sia sparita dal mondo. Immaginiamo cosa sarebbe accaduto se questo si fosse verificato non a fine settembre ma ai primi di giugno: sarebbe stata una catastrofe per il turismo. Dobbiamo fare disinfestazione e dobbiamo fare di tutto per far sì che non ci siano i luoghi dove le zanzare si possano sviluppare, bisogna impegnarsi perché l’alternativa è la Dengue. Ci sono stati nel mondo milioni di casi e migliaia di morti: dicono che questa malattia è lieve ma non lo è perché in 1 caso su 20 si finisce all’ospedale e si possono aver problemi molto gravi, non va sottovalutata. Se non ci sono le zanzare, non c’è la Dengue.”
Sul nuovo farmaco contro la bronchiolite: “È un virus pericolosissimo per i bambini molto piccoli, con meno di un anno e in particolare meno di 6 mesi, perché dà problemi respiratori seri che possono anche lasciare asma e altre cose non simpatiche nel prosieguo della vita. Fortunatamente però la scienza è riuscita a trovare un farmaco che si chiama Nirsevimab ed è fantastico: se lo somministriamo a un bambino questo è protetto per tutto il periodo in cui questo virus circola, che va più o meno da ottobre fino a marzo/aprile. Quindi questo farmaco può essere dato ai bambini piccoli per coprirli contro questa infezione per tutto il periodo in cui sono a rischio e ha un’efficacia probabilmente superiore al 90%. La Lombardia ha fatto un lavoro accurato: l’anno scorso ci sono stati più di 3.000 ricoveri e sono stati spesi per questi ricoveri, perlopiù di bambini sotto i 6 mesi, quasi 15milioni di euro. Un ricovero di un bambino costa 4.000€, un ricovero in terapia intensiva costa 15.000€. Io mi rifiuto di mettere un prezzo su queste cose perché quando un bambino è in terapia intensiva, come sta? Come stanno i genitori? Un genitore che ha un figlio neonato, in ospedale, come lavora? Come produce? Non c’è una cifra che può essere quantificata… come è successo in Spagna, come è successo in Germania, alcune Regioni hanno deciso di fornire gratuitamente a tutti i neonati questo farmaco. È una scelta costosa ma conveniente, prevenire è meglio che curare. Non fermiamoci alla convenienza economica, perché non si può considerare solo quella, anche se non fosse conveniente dovremmo farlo, ma in questo caso è anche conveniente. C’è stato purtroppo un provvedimento che diceva che le Regioni che non avevano i conti a posto sulla sanità non potevano dare il farmaco gratuitamente. Questo ha provocato una sollevazione perché fortunatamente qui da noi il concetto che ci si possa curare solo se si hanno i soldi non è passato. La situazione sembra “tramontata” ma sta sorgendo inoltre un altro problema: non sono stati fatti gli ordini per il farmaco. Speriamo che in qualche modo sia disponibile, sarebbe un peccato…”