La XX edizione del Premio Nazionale Franco Enriquez, diretta da M° Paolo Larici, si svolgerà, anche quest’anno, il 30 agosto, ore, 21,00, al Teatro Cortesi di Sirolo.
Nella serata saranno premiati personaggi, imprenditori, esponenti del mondo della cultura e del teatro che attraverso la loro professione sono diventati ambasciatori dell’Italia nel mondo. Il direttore artistico illustrerà lo stato di “salute del teatro” oggi, riferendosi anche all’importante ruolo svolto dai personaggi in platea. «Nell’ambito scolastico credo - ha annotato Larici nella presentazione del programma 2024 - sia giunto il momento di inserirlo come materia principale in ogni istituto, rientrando in un programma didattico formativo con una programmata frequentazione dei teatri e dei luoghi di spettacolo».È dunque il premio andrà a Brunello
Cucinelli (cat. Arte Cultura e Mestiere Sez. Grandi Personaggi e Filantropi). «L’opera di Cucinelli si riassume in un
concentrato di filantropia che ha il sapore di una rinascita dello spirito per
un futuro luminoso dove, parafrasando Benedetto Croce, i valori ideali di
pensiero, di bellezza, dignità morale vivono eterni… ».
A Geppy Gleijeses (cat. Teatro
Classico e Contemporaneo Sez. Grandi personaggi, Attori, Registi, Drammaturghi
e Produttori) - Premio alla Carriera. Nella lunga “cavalcata artistica” di Gleijeses, si ricorda che «ha fondato e diretto il Teatro Acacia di Napoli, Il Teatro
Nazionale di Milano, Il Teatro Stabile di Calabria; presidente e direttore
artistico del Teatro Quirino-Vittorio Gassman. Nel 2021 ha fondato e dirige il Festival
Internazionale di Capri…». Invece a Manuela Kurstermann (cat. Teatro
Classico e Contemporaneo, Cinema e Tv Sez. Grandi
Attrici e Direttrici Artistiche) - Premio alla
carriera. Kustermann è una «attrice simbolo del Teatro italiano e
internazionale…. Accanto alle sue interpretazioni teatrali, sono numerose e
significative anche le presenze
televisive e radiofoniche».
Per
lo spettacolo Circe diretto a Giuseppe Dipasquale a Luciano Violante
(cat. Teatro Classico e Contemporaneo Sez. Nuova Drammaturgia) – Premio per la drammaturgia
perché nella «sua versione dei fatti, [emerge] la versione di una donna
imprigionata dal volere altrui che
cerca di liberarsi dai vincoli patriarcali» e a Viola Graziosi (cat. Teatro Classico e Contemporaneo Sez. Miglior Attrice)
per l’interprete-protagonista. Invece a Giuseppe Dipasquale (cat.
Teatro Classico e Contemporaneo Sez. Regia e Scenografia), direttore di
Marche Teatro (Teatro di rilevante interesse culturale) di Ancona,
per lo stesso spettacolo. Il suo lavoro «ci offre uno sguardo caleidoscopico
che ci rimanda ad un linguaggio cinematografico, all’immagine inconscia e
metafisica. Circe è parte di un mondo fluido, Circe tra mito e realtà;
prigioniera del suo abito crisalide e del suo stesso incantamento che le
impedisce la piena libertà: ricca di rimandi iconografici da Bottazzi a
Waterhouse in una sinergia tra mitologia e lirismo, il percorso di una donna
alla ricerca dell’essenza dell’essere».
Premio a Luca Micheletti (cat. Teatro Classico e Contemporaneo Sez. Miglior attore
protagonista) per la sua
interpretazione nello spettacolo Il
Misantropo di J. P. detto
Molière diretto da Andrèe Ruth Shammah
perché riesce a mostrare come «gli uomini vivono fra di loro.
Dappertutto non trovo se non bassa
adulazione, ingiustizia, avidità, inganni, frodi, birbonate; non resisto più,
io scoppio e voglio gridare il mio schifo sul muso a tutta la razza umana».
A Paola
Fresa (cat. Teatro Classico
e Contemporaneo Sez. Miglior Attrice
e Autrice) nello spettacolo P come Penelope di /con Paola Fresa
con la seguente motivazione: «Fresa ci racconta di una donna che è
figlia di un padre che forse voleva ucciderla,… l’illusione di un interesse paterno che non
c'è... ».
Per
lo spettacolo Edipo a Colono di Sofocle con la regia di Giuseppe
Argirò a Micol Pambieri
(cat. Teatro Classico e Contemporaneo Sez. Miglior Attrice)
e a Vinicio Argirò (cat. Teatro Classico
e Contemporaneo Sez. Miglior Attore)
«per maturità e compostezza espressiva, una presenza scenica che si fa
riconoscere, confluendo armoniosamente in una coralità di gruppo davvero
notevole…».
A Silvia
Siravo (cat. Teatro Classico
e Contemporaneo Sez. Miglior interprete)
nello spettacolo Giorgia di Silvia
Siravo L’Amori Rubati di Dacia Maraini. L’attrice «ci consegna una grande prova ...una prova di impegno civile che solo il
teatro può regalare…. Una denuncia chiara e forte contro gli effetti di
uno stupro che annichilisce non solo il corpo ma anche la mente, e che mette la vittima in conflitto con il suo doppio di
fronte all’accettazione di se stessa». A Carlotta Proietti (cat. Teatro Classico e Contemporaneo Sez. Miglior interprete)
per lo spettacolo La concessione del telefono di Andrea Camilleri
e Giuseppe Dipasquale di regia dello stesso Giuseppe Dipasquale.
La concessione del telefono
è «indiscutibilmente vitale nel suo essere intricato e intrigante, nei
suoi ritmi vorticosi colorati da un siciliano stretto e avvolgente, così tonico
e sonoro da trascinare anche quando sembra nascondere il significato delle
parole...». Invece, a Chiara Salvucci
(cat. Teatro Classico
e Contemporaneo Sez. Miglior Attrice) protagonista
nello spettacolo Otello
di Shakespeare
- drammaturgia e regia di Corrado D’Elia con
la seguente motivazione: l’attrice « attira su di sé, tutto il peso
della tragedia, con una eleganza e una leggerezza che incanta come quel
fazzoletto perduto, pretestuoso messaggero di morte».
E ancora Alberto
Onofrietti (cat. Teatro Classico e Contemporaneo Sez. Attori protagonisti)
nello spettacolo La Storia (tratta dal romanzo) di Elsa Morante;
drammaturgia di Marco Archetti e regia di Fausto Cabra.
L’umanità custodita
«all’interno di questo capolavoro che mette in
luce due parti di una stessa
medaglia in tempo di guerra e di pace; una
coraggiosa interpretazione e celebrazione della
vita in tempo di morte e della morte durante la vita».
A Giuseppe
Marini (cat. Teatro Classico
e Contemporaneo Sez. Miglior Regia)
per lo spettacolo La Morte
della Pizia. La rappresentazione «...è
piccolo capolavoro di ingegno e ironia di Frederich Dürrenmatt… che riesce
mirabilmente a conservare la
leggerezza del testo e nello stesso tempo la sua complessità». Anche Giuseppe
Argirò (cat. Teatro Classico
e Contemporaneo Sez. Drammaturgia e Regia) per lo spettacolo Centomila, Uno
e nessuno. Giuseppe Argirò compie un
«viaggio ironico e profondo nel mondo pirandelliano, un ritratto inedito
attraverso le figure più significative della sua vita, delle sue opere e del
suo pensiero… [dove si trovano] tutte le sfaccettature dell’uomo pirandelliano,
la sua autenticità sospesa tra il
surreale e il faceto che ne determina la grandezza intuitiva e il racconto drammaturgico, meravigliosa e leggiadra
l’interpretazione di Giuseppe Pambieri». A Federico Grassi e Alberto Oliva
(cat. Teatro Classico e Contemporaneo Sez. Direzione Artistica
e regia) per la direzione
artistica della stagione di Prosa 23/24 del Teatro Sociale «Delia Cajelli» di
Busto Arsizio e per la regia di Baruffe,
Sottane e Zecchini la vita in commedia di Carlo Goldoni. « … Bravi tutti gli interpreti a partire
dallo stesso Federico Grassi nel ruolo di Goldoni, vogliamo menzionare: Claudia
Donadoni, Gustavo Volpe, Silvia Giulia Mendola, Gea Rambelli». A Franco
Giuffrè (cat. Cinema d’Autore Sez. Miglior Regia) per il lungometraggio Amleto è mio fratello che «…ci coinvolge
in una follia collettiva che porta quattro diversamente abili ad una fuga in
pulmino alla volta del teatro San Ferdinando di Napoli…». Al Teatro Basilica
di Roma (cat. Teatri e luoghi di spettacolo Sez. Programmazione e Nuovi Linguaggi)
per la Direzione Artistica a Daniela Giovanetti che ha dimostrato «Una
particolare attenzione rivolta alla scrittura drammaturgica che di questo
teatro è il punto di partenza e di arrivo, senza la scrittura i pensieri non
hanno memoria, la drammaturgia è il sale del teatro. Il nostro plauso per la
direzione artistica a Daniela Giovannetti e Alessandro Di Murro».
A
Federica Luna Vincenti (cat. Teatro,Cinema e tv Sez. Attrici, Produttori e Compositori) cui non possiamo elencare tutti
i suoi numerosi e personali successi, ma citare la «sua creatura più preziosa: La
Goldenart Production, impresa di
produzione, centro sinergico di multiformi arti sceniche, in collaborazione con
il maestro Michele Placido». A Pino
Strabioli e Fabio Masi (cat. Cinema Contemporaneo Sez. Documentari o Docufilm) per il Docufilm dal titolo
Via Sicilia 57-59. “Il Teatro è vita” nell’anniversario
dei cento anni dalla nascita di Giorgio Albertazzi. Nella pellicola, i due registi riescono a
fare emergere «il disincanto
e le speranze di un grande attore come Giorgio Albertazzi, il racconto di una
vita vissuta attraverso le vesti di tanti personaggi e le speranze di alcuni giovani attori che progettano il loro
domani artistico… Un pensiero va anche a Franco Enriquez che di Albertazzi era
un fratello acquisito e che ai teatri di Roma e agli spazi alternativi della
capitale e a molti altri teatri italiani, diede vigore e slancio…».
A
Matteo Mancuso (cat. Musica classica, Jazz e Contaminazione Sez. Grandi interpreti)
per l’album The Journey “primo album di inediti del 2023 dal titolo.
«The Journey” è un … [lavoro] affinato e maturo che mette in risalto le
sue doti creative ed esalta il suo genio espressivo, al servizio di una
esecuzione mai ostentata ma sapientemente dosata e unica». A Giovanni Nuti e
Grazia Di Michele (Cat. Canzone d’autore Sez. Miglior Album) per l’album “Una storia d’Amor”
- omaggio a Luigi Tenco e Dalidà. L’album è un omaggio «alla memoria
di chi voleva essere conosciuto attraverso le sue canzoni…» .Infine, un
riconoscimento è particolare è andato all’Archivio Basaglia (Cat. Conquiste sociali e rivoluzioni culturali
Sez. Archivi e Biblioteche di impegno sociale
e civile) alla memorai di
Franco Basaglia nel Centenario della nascita
(1924-2024) affinché si ricordi «…l’opera
di questo straordinario uomo e psichiatra attraverso l’esistenza dell’Archivio
Basaglia e delle testimonianze artistiche, letterarie, cinematografiche e
teatrali che ne rievocano l’opera e la grande conquista sociale e civile». E
Alla rivista «Hystrio» (cat. Editoria
e Informazione teatrale
Sez. Riviste, Giornali
e Collane) che rappresenta un « “farmaco” salvavita che protegge e
cura…. » il teatro.