PISA, IL 30 LUGLIO ANTONIO REZZA IN "IO" E ACROBAZIE CIRCENSI AL FESTIVAL DELLE COLLINE GEOTERMICHE



Il suggestivo spazio dell’impianto industriale della discarica in località Bulera a Pomarance - di SCL Ambiente, società del Gruppo Dimensione Ambiente - torna ad aprirsi al pubblico in occasione del Festival delle Colline Geotermiche. Realizzare un importante spettacolo all'interno della discarica non è solo una sfida artistica, ma anche un modo per sensibilizzare il pubblico sul tema dello sviluppo eco-sostenibile, integrando l'arte in un luogo emblematico della gestione dei rifiuti.

L’iniziativa è partita nel 2021 con Marco Baliani, per proseguire nelle successive edizioni con lo spettacolo site specific “Dittico dei rifiuti”, firmato da Officine Papage, e la partecipazione di alcuni tra gli artisti più importanti del teatro contemporaneo italiano: Babilonia Teatri nel 2022 e Giuliana Musso nel 2023. L’intento è quello di raccontare il fascino e la complessità del territorio a cui il Festival è dedicato, e contribuire a sensibilizzare turisti ed abitanti sul tema strategico dello sviluppo eco-sostenibile.

Martedì 30 luglio (ore 21.30), Flavia Mastrella e Antonio Rezza, premiati nel 2018 con Il Leone d’Oro alla Carriera alla Biennale di Venezia, allestirannno in questa insolita cornice una delle loro storiche creazioni, il coloratissimo e materico "Io". Nello spettacolo, un radiologo esaurito fa le lastre sui cappotti dei pazienti mentre un essere impersonale oltraggia i luoghi della provenienza ansimando su un campo fatto a calcio. "Io" cresce 'inumando' e disumano, inventando lavatrici e strumenti di quieto vivere. Il radiologo spossato avvolge un neonato con l’affetto della madre, un individualista piega lenzora a tutto spiano fino ad unirsi ad esse per lasciare tracce di seme sul tessuto del lavoro. Tre persone vegliano il sonno a chi lo sta facendo mentre il piegatore di lenzora, appesantito dal suo stesso seme, scivola sotto l’acqua che si fa doccia e dolce zampillare. Io mangia la vita bevendo acqua rotta che è portavoce dell’amaro nascere, il piegatore di lenzora parte per la galassia rompendo l’idillio con il tessuto amato. Si gioca all’oca, parte il dado di sottecchio, Io si affida alla bellezza del profilo per passare sotto infissi angusti.

L'allestimento scenico di Flavia Mastrella si avvale di quadri di scena completamente coinvolti nell’azione drammaturgica. La scultura è di metallo sottile, sostiene i teli che, disposti in vari piani, risentono del movimento del corpo. Tutto barcolla. Il colore dei quadri si espande, il metallo si insinua nella stoffa, i cambiamenti di scena frequenti rinnovano in continuazione l’andatura cromatica. Il giallo, il rosso, il blu di vari tessuti e intensità rispondono in modo diverso alla luce che ne esalta inoltre le diversità della trama. I verdi in velo, i bianchi di seta, rete o traforati, compatti o trasparenti coprono il corpo rivelandone i contorni; i quadri mutanti hanno vita breve e vengono abbandonati in terra formando macchie colorate sparse in un mondo buio. La simmetria non esiste, le forme giocano in verticale, i personaggi siano essi solitari o raggruppati, risultano sempre simpatici e vittime di un’agglomerazione.

Foto di Stefania Saltarelli

Fattitaliani

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