Tra nostalgia e rock: Giuseppe Gazerro svela i segreti di "How can you see the sun"

Giuseppe Gazerro, figura chiave nel panorama cantautorale contemporaneo, ritorna con un brano che cattura l'essenza dei ricordi adolescenziali attraverso le lenti della maturità e del tempo che inesorabilmente passa. "How can you see the sun" è più di una semplice canzone: è un viaggio nel tempo personale dell'artista, dove ogni nota e parola risuona con la caducità e la preziosità dei ricordi.

Parte del progetto "Biblica", questo pezzo si distingue per il suo approccio quasi filosofico alla musica. Gazerro cerca di universalizzare i sentimenti, esplorando la loro natura assoluta attraverso il linguaggio universale della musica. La traccia si costruisce attorno a un riff deciso e incalzante, morbido nei suoi angoli ma potente nella sua esecuzione, riflettendo la dualità tra la forza dei ricordi e la loro inevitabile sfocatura nel tempo.

L'arrangiamento, perfezionato in studio con un uso magistrale della chitarra solista, abbraccia una sonorità vintage con sfumature di rock, creando una compattezza sonora che avvolge l'ascoltatore. Il risultato è un'atmosfera che, pur radicata in una tradizione cantautorale, si spinge oltre grazie a influenze moderne e un'interpretazione profondamente personale e introspettiva del testo.

Giuseppe Gazerro descrive il brano come parte di un tentativo di "far uscire i sentimenti che ciascuno di noi ha dentro sotto forma delle esperienze", esplorando il paradosso delle difficoltà quotidiane percepite con un'ironia quasi comica. Questa visione, che oscilla tra il drammatico e l'umoristico, si riflette nella musica e nei testi, offrendo un'esperienza ascoltativa che è tanto riflessiva quanto emotivamente coinvolgente.

Nell'intervista a seguire, Gazerro ci guiderà attraverso il processo creativo dietro "How can you see the sun", discutendo le sfide e le ispirazioni dietro questa potente esplorazione musicale dei sentimenti umani e della loro espressione.

 

Parliamo del tuo nuovo singolo. Com’è nato? Cosa rappresenta per te?

Il brano è stato in seguito a riflessioni sulla mia adolescenza e sulla caducità dei ricordi che ad essa si accompagnano.
Il pezzo fa parte del mio repertorio più strettamente cantautorale; oltre al testo autobiografico e personale è stato costruito su un riff deciso e incalzante ma senza spigoli, con le caratteristiche melodiche tipiche delle ballate d’autore.
L’arrangiamento perfezionato in sede di Studio – specie nell’uso della chitarra solista  – ha aggiunto alla generale atmosfera vintage anche  un tocco rock che aggiunge una certa compattezza sonora.

A quale idea si ispira il videoclip?

È nato da una mia idea che voleva rendere le situazioni di disagio che viviamo quotidianamente.
Poi la nostra ottima regista Miriam Zennaro, che approfitto per ringraziare, ha dato un tono scanzonato e meno serio al tutto, confezionando un prodotto efficace ma anche godibile.

Quali sono le tue influenze musicali?

Sicuramente Dylan e tutti i cantautori (anche italiani) degli anni ’70.
Io mi sento molto rockettaro, però; il mio suono lo vorrei sempre elettrico, urlante e aggressivo.
Mi definirei un cantautore punk, se dovessi.

Come e quando è iniziata la tua passione per la musica?

Negli anni ’70, quando rimasi folgorato dal Rock – che allora si chiamava Pop, a dire il vero – e da allora la musica è sempre stata la causa di tutto quello che ho fatto, dal laurearmi in Lingue per la passione derivatami dallo studio dei testi, dal diventare Insegnante avendo sempre la parola e il suono come motori della mia espressione.

Con quale artista ti piacerebbe collaborare e perché?

Con chiunque apprezzi le mie cose.
O anche se non le apprezza, che voglia condividere una tournée.
Non ho preclusioni, anzi; apprezzo i contrasti.
Se proprio dovessi fare nomi, oggi vorrei un’artista pop che ha miliardi di amanti ma miliardi di detrattori; come Olivia Rodrigo o Taylor Swift.

Progetti futuri?

Ottenere visibilità con questo progetto in modo da poter lavorare con tranquillità sui prossimi.
Suonare dal vivo in teatri e festival rock.

 

Fattitaliani

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