Un’informazione intelligente origina la vita: sono i fattori presenti nei 5 stadi di differenziazione delle cellule staminali che determinano il destino delle cellule.
Il codice che origina la vita e che regola le funzioni
di tutte le cellule è il codice epigenetico. Questo, nel momento in cui la vita
si forma, è presente nella sua totalità e con tutte le sue diverse funzioni.
Tale codice infatti, seppure suddiviso e frazionato in diversi stadi di
differenziazione, può essere studiato e compreso nel suo funzionamento globale.
L’intero codice epigenetico, che regola la vita, il “Codice della Vita”,
ovvero il codice in grado di regolare tutti i geni di tutte le cellule che
costituiscono un intero organismo, si otterrebbe considerando tutte le sostanze
presenti in tutti i differenti stadi di differenziazione a cui le cellule sono
sottoposte.
La possibilità di studiare il codice epigenetico nella sua completezza
esiste solo nell’embrione e solo nel periodo in cui si differenziano le cellule
che poi vanno a costituire tutti gli organi ed apparati.
Terminata l’organogenesi, non è più possibile studiare l’intero codice
epigenetico nella sua globalità e nelle sue differenti funzioni. Infatti quando
l’organogenesi è terminata, il codice epigenetico viene suddiviso in vari
organi e tessuti ed in ogni organo si trova quella parte del codice che serve a
controllare e a regolare l’espressione genica delle cellule di quello specifico
organo, ma non si ha più la possibilità di studiare tutte le diverse ed
incredibili funzioni del “Codice della Vita”.
È quello che è stato fatto, scegliendo anzitutto un embrione che fosse un
modello di studio del differenziamento cellulare, come quello del pesciolino Zebrafish.
I fattori prodotti dalle cellule staminali trapiantate sono
gli stessi fattori che si prelevano dall’embrione di Zebrafish che, sono
proteine ed acidi nucleici con proprietà regolatorie, ovvero sostanze che il Prof.
Pier Mario Biava, (https://www.biava.me/) in un’analisi approfondita con spettrometria di massa ha individuato
ad una ad una, dimostrando che esse sono le stesse di quelle presenti nella
specie umana.
“Lo studio dell’intero codice epigenetico e delle sue funzioni ci ha portato
a scoperte fantastiche. Queste diverse funzioni vengono brevemente descritte
solo per far capire quali grandi opportunità offre lo studio del codice della
vita” ha riferito il prof. Pier Mario Biava.
Vengono qui di seguito elencate le diverse attività regolatorie
del codice epigenetico: Attività Anti-Aging, Rallentamento della
moltiplicazione e della crescita delle cellule tumorali, Attività nella
Prevenzione della Neuro-Degenerazione. In
seguito gli studi di Biava sono continuati nel tempo con la collaborazione di
diversi Istituti Universitari: l’Università La Sapienza di Roma, l’Università
di Pisa e l’Università di Bologna, oltre che con Università straniere.
Attività Anti-Aging - La scoperta del prof. Pier Mario Biava, risulta essere un metodo per ottenere cellule riprogrammate alternativo a quello del Nobel Shinya Yamanaka. È stata individuata una frazione del codice epigenetico, che si è rivelata in grado di mantenere attivi in modo naturale, senza manipolazioni genetiche (quelle del metodo Yamanaka), i geni staminali in grado di impedire l’invecchiamento cellulare.
Rallentamento della moltiplicazione e della crescita
delle cellule tumorali - Le ricerche di Biava e
dei suoi collaboratori hanno permesso di individuare i vari meccanismi
molecolari con cui i fattori di differenziazione delle cellule staminali
normali, prelevati dall’embrione di Zebrafish fossero in grado di riprogrammare
(recuperare) o di condurre alla morte cellulare programmata le cellule tumorali
(apoptosi). Così è iniziata la riprogrammazione cellulare.
Numerosi studi in
vitro, su animale e sull’uomo stanno dimostrando che la tesi, di
somministrare questi fattori prelevati dall’embrione dello Zebrafish è valida e
le principali ricerche si sono concentrate sul tumore al fegato, al colon, alla
prostata, al rene, al seno e poi sono stati studiati anche il glioblastoma, il
melanoma, l’adenocarcinoma e leucemia linfoblastica. Le terapie frutto delle
ricerche del Prof. Biava, già in commercio, non sono in alternativa alle
terapie tradizionali antitumorali, ma le integrano potenziandone gli effetti.
Inoltre non facendo uso di farmaci, ma di sostanze naturali, già presenti nel
corpo umano, non hanno effetti collaterali.
Attività nella
Prevenzione della Neuro-Degenerazione – Infine, si
è anche dimostrato che la completezza dell’informazione e la ridondanza
di questi fattori che fanno parte del codice epigenetico, prelevati
dall’embrione dello Zebrafish è in grado di impedire in modo molto
significativo la degenerazione delle cellule nervose.
Un esempio tra tutti: il team di ricercatori si è impegnato
in un lavoro scientifico mai svolto prima, che verificasse la rigenerazione dei
tessuti nervosi in pazienti con ipoacusia neurosensoriale (perdita
dell’udito). I risultati sono stati a dir poco straordinari: 37 pazienti
su 41 hanno migliorato, recuperando l’udito.
Inoltre ciò che si è capito, conducendo gli esperimenti sulle
cellule dell’ippocampo, ovvero su quelle cellule che nel cervello vanno per
prime incontro alla neuro-degenerazione nei malati di Alzheimer, che per
combattere questa malattia, bisogna somministrare tutte le sostanze prelevate
dallo Zebrafish che sono in grado di differenziare le cellule staminali in
cellule nervose specifiche.
In
conclusione, si può dire che l’approccio del Prof. Pier Mario Biava, è una
nuova visione della medicina esattamente opposta al riduzionismo dominante che
pensa di intervenire a curare le malattie complesse, con singole molecole.
È
quello che ha fatto il Dott. Biava scrivendo insieme al Prof. Ervin Laszlo “Il
Manifesto del Nuovo Paradigma in Medicina” sottoscritto da numerosi medici,
psicologi e psichiatri e per questo, Laszlo (candidato
due volte al premio Nobel per la pace) ha proposto
di recente il prof. Biava alla candidatura al Nobel per la medicina 2025.
È nata una medicina
che considera l’organismo non come la somma di singole parti o cellule ma come
un sistema complesso in cui scorrono flussi di informazione, dove la malattia è
data dall’alterazione dei meccanismi con cui avviene questa comunicazione.
Ripristinandola, la guarigione è possibile. E, soprattutto, la biologia non è
solo materia ed energia ma informazione intelligente che informa di sé il tutto.
L’equilibrio dell’universo è assicurato da questa informazione che ha già in sé
tutto ciò che serve per la vita.
Vito Piepoli