Italo Zanner, nel libro "Senza parole" un intenso racconto per immagini e parole della sua vita

 


Pensatore della fotografia e “fotografo innocente”, come ama definirsi, Italo Zannier è un intellettuale, docente e fotografo, primo titolare di una cattedra di Storia della fotografia in Italia, nonché figura di riferimento per il riconoscimento della disciplina nel nostro paese, e nel nuovo volume Senza Parole (Contrasto), ci offre un breve ma intenso racconto per immagini e parole della sua lunga vita.

Una vita da grande cultore e appassionato collezionista di fotografia, caratterizzata dalla dedizione a un sogno, puntellata di scoperte, conoscenze, incontri, visioni e tanta scrittura, dove il fil rouge si rivela sempre il fermo immagine fotografico.

Il libro si presenta con un doppio formato che racchiude al centro un inserto di parole e immagini di dimensioni più ridotte. Quello costruito da Zannier è un percorso che dalle “fotofanie” realizzate a colori e in digitale procede a ritroso alle immagini “neorealiste” in bianco e nero dei primi anni – come per accompagnarci dal “fatto a macchina”, con l’istantaneità di una digitale compatta o di un cellulare, al “fatto a mano” con negativi e acidi di sviluppo – per poi ricondurci nel tempo presente.

 

Zannier ci guida in questo tuffo nei ricordi in cui incontriamo persone, aneddoti, visioni di un artista che non si è mai stancato, in oltre settant’anni di attività, di confrontarsi e sperimentare con l’immagine fotografica, uno strumento della memoria, un diario dell’evoluzione dello sguardo personale e umano.

Ispirato al piacere che la fotografia può generare, il suo entusiasmo è sorprendente e ci riporta progressivamente verso quella dimensione epicurea affermata e ispirata da Guillaume Apollinaire.

 

“Il tuo sorriso m’attira come
M’attirerebbe un fiore
Fotografia sei il fungo bruno
Di quella foresta
Ch’è la sua bellezza
I bianchi vi accendono
Un chiaro di luna
In un giardino quieto
Pieno d’acque vive e di giardinieri indiavolati
Fotografia sei il fumo di quell’ardore
Ch’è la sua bellezza
E ci sono in te
Fotografia
Toni illanguiditi
Vi si ode
Una melopea
Fotografia sei l’ombra
Di quel Sole
Ch’è la sua bellezza”

Italo Zannier (Spilimbergo, 1932), dopo gli studi di architettura e di pittura, si è dedicato alla fotografia (dal 1952) ed è stato un pioniere della storia della fotografia in Italia. Tra i fondatori del Gruppo friulano per una nuova fotografia (1955), interessato a ricerche sociologiche e ambientali, ha lavorato dapprima in Friuli (1952-65) e successivamente su tutto il territorio nazionale, dedicandosi in particolare alle coste e ai monti grazie a un’importante committenza da parte dell’ENI (1967-76). Impegnato nell’insegnamento universitario dal 1960, ha collaborato con diverse riviste (L’architettura. Cronache e storia, Camera, Foto magazine, Popular photography) e ha curato Fotologia. Studi di storia della fotografia e Fotostorica. Gli archivi della fotografia. È membro, tra l’altro, della Société européenne d’histoire de la photographie; ha collaborato a diverse esposizioni internazionali (“La fotografia”, in “Paesaggio mediterraneo”, Siviglia, Expo, 1992; la sezione di fotografia in “The Italian Metamorphosis”, New York, Guggenheim Museum, 1994, e Wolfsburg, Kunstmuseum, 1995; “L’io e il suo doppio. Cent’anni di ritratto fotografi co in Italia”, Venezia, Biennale, 1995). Tra i saggi ricordiamo inoltre: Breve storia della fotografia (1961); Settanta anni di fotografia in Italia (1978); Storia e tecnica della fotografia (1982); Storia della fotografia italiana (1986); Architettura e fotografia (1991); Leggere la fotografia (1993); Le grand tour (1997); Fantastoria della fotografia (2003); Alle origini della fotografia scientifica (2008); La lanterna della fotografia. Dall’invisibile all’ignoto (2017).

Fattitaliani

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