"White Gloves" dei Bad Blues Quartet: recensione del nuovo disco

"White Gloves" è il quarto lavoro in studio dei Bad Blues Quartet, un album che segna un punto di svolta nella loro discografia. Sotto la guida del produttore Mike Zito, il gruppo ha creato un progetto sonoro che fonde il blues tradizionale del Delta con elementi moderni di funk, soul e rock, offrendo un’esperienza d'ascolto variegata e profondamente coinvolgente.

Il disco si apre con "No More Shuffle", un brano che destruttura gli stereotipi del blues attraverso una narrazione ironica e vivace, arricchita dalle performance strumentali di Zito e Davide Speranza. Questa traccia stabilisce subito un tono giocoso e riflessivo che pervade tutto l'album.

In "Hot Tub", la band riflette sulle proprie esperienze e le critiche esterne, usando i guanti bianchi del titolo come simbolo di purità forzata che la band rifiuta, preferendo una sincerità grezza. L'intervento di Cek Franceschetti aggiunge una dimensione ulteriore al brano, con un approccio vocale e chitarristico che rispecchia il tema di autenticità del pezzo.

Il terzo brano, "You Never Ask for Beer", è un commovente tributo a un amico perduto, una traccia che trasuda nostalgia e calore umano, enfatizzata dalle vibranti chitarre di Alle B. Goode.

"It's Been Too Long" esprime un desiderio di liberazione e rinnovamento, caratterizzato da uno shuffle inusuale e dalla profonda espressività di Zito, mentre "Fearful and Blue" presenta un lato più oscuro e intenso del blues, con un riff di chitarra hard rock che si intreccia perfettamente con l'organo Hammond di Marco Rizzi.

"Rubble" porta l'ascoltatore in un viaggio emotivo attraverso paesaggi desolati, sottolineando la capacità del gruppo di evocare immagini potenti attraverso la musica. "Can't See Nobody" esplora la solitudine in chiave moderna, unendo soul e blues in una ballata ricca di pathos.

Verso la fine, "Alibies" infonde energia con ritmi funk vivaci, e "Wrong Meeting" offre un boogie allegro che contrasta con i temi più seri dell'album. "Stupid Girl" discute le aspettative sociali con una vivacità contagiosa, e "Vanda's Lullaby" porta un momento di quiete riflessiva.

Il disco si conclude con "Mr Social", una critica acuta ai giudizi superficiali online, e "An Ancient Song", che lega il passato al presente del gruppo con una nostalgia che guarda al futuro.

"White Gloves" dei Bad Blues Quartet è un disco che dimostra la maturità artistica del gruppo e la loro capacità di rimanere radicati nel blues pur esplorando nuovi territori musicali. Un album che è tanto un tributo alle radici quanto una dichiarazione di indipendenza.


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