Come ti senti nel debuttare nel ruolo di Edgardo in "Lucia di Lammermoor" al Teatro Massimo Bellini di Catania?
Sono molto emozionato e felice, Edgardo è un ruolo che amo e debuttarlo nella mia terra e in questo magnifico Teatro mi rende molto felice.
Quali sono le sfide principali che hai affrontato durante la preparazione di questo ruolo così iconico?
Sicuramente la preparazione tecnica e musicale è un ruolo con molte difficoltà, ho studiato tanto e continuo a cesellare ogni cosa, con il Maestro Ranzani stiamo facendo un lavoro molto interessante, avere la possibilità di lavorare con un direttore di così alta preparazione è una grande fortuna.
Ma anche dal punto di vista del personaggio c’è una ricerca interiore oltre che storica, che stiamo lavorando con il regista il Maestro Vaccari.
Che preparazione vocale e interpretativa serve per impersonare Edgardo?
Edgardo richiede una maturità tecnica e interpretativa , è un ruolo molto complesso, che verte su una tessitura di passaggio di registro, zona della voce del Tenore molto delicata, dal punto di vista del personaggio richiede esperienza conoscenza della psicologia del personaggio per poter dare il giusto peso al testo e espressività attraverso il corretto utilizzo della parola, ma soprattutto tanto cuore.
Cosa ti attrae di più nel personaggio di Edgardo e nella storia di "Lucia di Lammermoor"?
Sicuramente la sua forza, è un uomo che combatte tra amore e famiglia. Pronto a morire per la sua amata ma anche a sguainare la spada per difendere il suo onore e la sua famiglia.
C'è un passaggio, una frase, un'aria in cui Edgardo ti si avvicina particolarmente come persona?
Sicuramente tutte le frasi che parlano di amore, sono un uomo felicemente innamorato e questa parte di me viene fuori nel mio Edgardo, ma devo dire anche la parte combattiva: sono abituato a combattere e tenere duro per portare avanti i miei ideali. Se dovessi citare una frase di Edgardo che mi rappresenta potrebbe essere “o bell’alma innamorata ne congiunga il nume in ciel”.
Quali elementi della produzione al Teatro Massimo Bellini ritieni particolarmente distintivi e interessanti?
La totale coerenza al periodo storico di Lucia di Lammermoor e la fedele riproduzione dello spartito dell’immenso Maestro Donizetti.
Quali aspetti della cultura siciliana o della tua esperienza personale pensi possano influenzare la tua interpretazione di Edgardo?
Sicuramente il temperamento sanguigno e quella punta di irrazionalità che fanno di noi siciliani degli uomini sì di grande cuore ma anche coraggiosi e sprezzanti del pericolo.
Hai qualche rituale o pratica che segui prima di salire sul palco per un'esibizione importante come questa?
Questi sono piccoli segreti che ogni artista ha (ride, ndr), in realtà non ho particolari riti anzi cerco di non creare routine ma far sì che la musica mi trascini totalmente in questo mondo meraviglioso.
Vuoi condividere con noi i tuoi prossimi progetti nel mondo dell'opera dopo questa produzione di "Lucia di Lammermoor"?
Sono molto felice di tornare il 19 maggio qui a Catania per il concerto organizzato dalla Foncanesa, tengo moltissimo alla beneficenza.
Poi sarà la volta del mio debutto in Giovanna D’Arco di Verdi a Malta.
E Traviata nei Teatri di Nantes Agers e Rennes in Francia.
E tante belle novità che presto svelerò.
Grazie per questa bellissima chiacchierata, saluto tutti i lettori di Fattitaliani e vi aspetto in Teatro. Giovanni Zambito.