Frankavilla, dalla passione per la musica allo sport: il cantautore pugliese si racconta a Fattitaliani



Il talentuoso cantante pugliese Frankavilla, all'anagrafe Raffaele Francavilla, si racconta in un’intervista a tutto tondo, dalla passione per la musica, allo sport e alla collaborazione con il produttore Beppe Stanco.  

Dopo l'ottimo riscontro ottenuto con i brani "Due Settimane" e "Un pianeta che non c'è", Frankavilla continua a consolidare la sua posizione, con un progetto che parte da questo brano fino ad arrivare al suo primo album, che vedrà la luce quest’anno. 

Che periodo è della tua vita?
È un periodo particolare, ultimamente sto lavorando al mio primo disco e devo ammettere che sto avendo un'ispirazione pazzesca, passo intere giornate a scrivere nuove canzoni.

Sei sempre stato appassionato di calcio?
Sì, il calcio e la musica sono le mie due più grandi passioni. Mio padre è un comandante dei Vigili Urbani in pensione, ma è stato anche allenatore, con patentino conseguito a Coverciano. E quindi, sin da piccolino, mi sono ritrovato in una famiglia di musicisti ed ero sempre in giro per i vari campi di provincia e delle zone limitrofe.

Messico 86 cosa rappresenta per te?
Messico 86 per me rappresenta la fase più bella della mia vita. Ecco, se questa è la più particolare, quella era la più bella. L'estate dell'86, come ho detto in altre interviste è stata stupenda, una villeggiatura indimenticabile con i miei, infatti Messico 86 è dedicata a loro, oltre che naturalmente a Diego Armando Maradona, che di quell'estate è stata la vera stella, l'idolo indiscusso.
Perché si è consacrato come il Campione che tutti abbiamo ammirato. Che Mondiale Messico 86.
Come canto alla fine del pezzo: “Ci sono notti in cui rimango sveglio a pensare, che vorrei tornare indietro chissà che darei, per ritrovare quel bimbo che credeva ancora alle favole”. 

Com'è nata la collaborazione con Beppe Stanco?
La collaborazione con Beppe Stanco è nata casualmente.
E come dico sempre, non potrò mai ringraziarlo abbastanza, gli sono debitore a vita. Ci siamo conosciuti ad una festa. Avevo lasciato la musica da oltre 10 anni. Però lui ha creduto in me e mi ha fatto rinascere quel fuoco che non si era mai spento.
Sono di parte, ma senza di lui Vivo così, Un pianeta che non c'è, Due settimane e Messico 86 non sarebbero le canzoni che sono.


Qual è la tua squadra del cuore?
La mia squadra del cuore è la Juventus per una questione familiare, ma sono un tifoso anomalo. Ho amato e amo la nostra nazionale, il Napoli della MaGiCa (Maradona, Giordano, Careca), la Samp di Vialli e Mancini, il Milan degli olandesi, la Roma di Falcao prima e di Totti, Batistuta, Montella poi, il Foggia di Zeman, la Lazio di Signori, Rambaudi (tutte e due ex Foggia appunto) e Casiraghi, l'Inter dei record del Trap, con Matthaus, Brehme, Zenga, Serena e Diaz, quella di Mourinho del Triplete. Il Lecce di Carletto Mazzone e il Brescia di Mazzone, Baggio, Guardiola e Toni. Il Parma di Nevio Scala, il Torino e l'Atalanta di Mondonico, il Genoa di Scoglio, il Palermo di Corini e l'Udinese di Zaccheroni e Guidolin. E soprattutto la Juventus del Trap con Platini e quella di Lippi, con due giocatori su tutti, Baggio prima e del Piero dopo e sempre. Ma io amo il calcio in generale.
Anche le squadre straniere, Real, Barca, Boca Juniors , River Plate, i due Manchester, il Chelsea, il Bayern Monaco, l'Ajax, seppur in Europa tifi sempre per le italiane.

E l’Inter di Inzaghi? 
Uno squadrone. Complimenti ad Inzaghi, ai giocatori e soprattutto a Marotta. E pensare che era un dirigente della Juventus.

Stai lavorando al tuo primo album?
Sì, sto lavorando al mio primo album di cui farà parte anche Messico 86. Per ora mi godo questo brano che mi sta regalando tantissime soddisfazioni. Una menzione speciale, oltre che naturalmente per Beppe Stanco, il mio mentore, anche per il mio sponsor Giuseppe Palanga, che ha creduto in me e sta collaborando a questo progetto con il fantastico team Beatsound.
Fattitaliani

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