Cinema, João Pedro Rodrigues a Fattitaliani: nelle nuove generazioni c'è un forte moralismo. L'intervista

 


La Cinémathèque di Lussemburgo ha da poco archiviato la rassegna di film Luca Guadagnino presents: il regista ha introdotto personalmente i diversi titoli, da "The Sheltering Sky" di Bertolucci fino a "Liliom" di Fritz Lang. A lui sarà dedicata la proiezione di altri due film "I Am Love" (il 15 gennaio) e "Call me by your name" (27 gennaio e 5 febbraio). Due giorni fa Guadagnino in una conversazione sul cinema si è confrontato con il collega portoghese João Pedro Rodrigues che Fattitaliani ha intervistato.
Tanti giovani vengono alla Cinémathèque di Lussemburgo per vedere film non proprio recenti. Come pensa si possano approcciare i giovani a questo genere di film oggi e al cinema in generale?
Io ho cominciato ad amare il cinema grazie ai vecchi film, ero giovanissimo, avevo 15 anni, tanto tempo fa ormai (ride, ndr). Oggi il rapporto dei giovani coi film è completamente differente perché spesso non vanno in sala a vederlo: è un peccato perché nel mio caso mi ricordo ancora del momento in cui ho visto dei film che avevo veramente voglia di vedere; tutto oramai è accessibile su internet. Manca l'idea di desiderare un film, penso non esista più: per conto mio, continuo ad andare al cinema, spesso.
C'è un film o un regista particolare che ama in particolare?
Ce sono tanti. Molto importante per me è stato il regista francese Robert Bresson: l'ho scoperto da giovane e all'inizio non capivo bene i suoi film ma col tempo mi sono ritrovato nel suo approccio. Per me il cinema non è solo dialogo o storytelling come nella maggior parte dei film di oggi: il racconto è ovviamente importante, ma conta anche il modo in cui lo fai. 
Odete - Two Drifters (2005)

Alla Cinémathèque sono stati proiettati anche le sue pellicole "Two Drifters" et "Will-o'-the-Wisp": che cosa rappresentano per lei questi due film?

Non sono stato io a inserire questi film nella programmazione, ma Luca Guadagnino: è stato davvero un onore che abbia scelto dei film miei assieme ad altri che amo tanto. Un onore essere scelto da lui: credo che lui sia uno di quei registi che hanno una visione personale nel cinema e la coltiva. Tutto questo per me è significativo e commovente.
Fogo-Fâtuo Will-o'-the-Wisp (2022)

Che cosa vi accomuna?

In ogni suo film c'è questa curiosità verso il mondo, verso le nuove e vecchie generazioni, verso tutto quello che è l'oggi e prova sempre a fare dei film differenti l'uno dagli altri. Io sono vero ossessionato dall'idea di far film diversi e non rimanere imprigionato solo in un certo tipo di cinema in una sorta di comfort zone. Provo sempre ad essere "inquieto" in tal senso. E io penso che anche lui abbia la stessa concezione.
E nei suoi film c'è una linea, una cifra riconoscibile?
Ci sono dei registi il cui stile è riconoscibilissimo. A me piacerebbe che lo stesso succedesse con i miei film e che qualcuno, che entra nella sala del cinema senza sapere quale film ci sia in proiezione, potesse riconoscere che si tratti di un mio film. Accade un po' come la pittura. Allo stesso tempo, provo a realizzare dei film diversi, quindi c'è una sorta di contraddizione. Penso che ci siano delle cose che permangono, una linea che io seguo e spero si sia evoluta nel tempo, perché in effetti io cerco tuttora questa linea: anche il mondo cambia attorno a me, è cambiato molto dai miei inizi e a volte non lo riconosco più. Dunque, penso che i miei film siano anche una riflessione su questo cambiamento.
Nella collaborazione con altri registi cosa cambia?
I film che ho fatto in collaborazione, li ho sempre realizzati con il mio compagno con cui sto insieme ormai da più di 32 anni. Lui proviene dal design e nei miei film fa soprattutto il direttore artistico. Scriviamo molto insieme ed è diventato naturale; ma nella scrittura lavoro anche con altre persone.
Quanto conta per lei l'estetica in un film?
Un film è fatto di immagini e suoni scelti dal regista che dovrebbe essere cosciente di cosa sia un'immagine e un suono. Ho l'impressione che nel cinema di oggi non ci sia questo pensiero, come se non importasse molto e che quello che conta sia soltanto la storia e il dialogo. A me interessa il modo attraverso cui si racconta la storia con l'ausilio di immagini e suono.
Le è successo in un film di cambiare durante le riprese qualcosa rispetto alla sceneggiatura?
Succede, ma per me fare un film vuol dire scrivere una sceneggiatura in tutti i suoi dettagli. Le riprese sono una specie di conferma: ci sono dei cambiamenti in quanto si lavora con persone, tu vedi dei luoghi fisici, ma normalmente le ultime versioni delle mie sceneggiature sono vicinissime al film che sarà.

Le tematiche lgbtqia+ sono molto presenti nei suoi film. Cosa si augura di trasmettere al pubblico su questi argomenti?

Quando ho cominciato a fare dei film, ho iniziato a raccontare storie a me vicine. Essendo omosessuale, è naturale per me raccontare delle storie a me vicine. Ho fatto dei film non per fare un cinema queer o gay: sono storie dove mi sento a mio agio, che cerco di raccontare. Mi disturba quando cercano di ingabbiarmi in una categoria: non siamo usciti allo scoperto per poi farci inscatolare, non ha senso.
Se dovesse scegliere un'inquadratura della sua vita personale, quale ricordo subito le viene in mente?
Prima di frequentare e studiare il cinema, quando avevo 9 anni mio padre mi ha regalo un binocolo e io volevo diventare un ornitologo. Quindi potrebbe essere un uccello inquadrato da un binocolo ...
Utilizzando il titolo di un suo film, le chiedo Where do you stand now, João Pedro Rodrigues??
Bella domanda. Neanche quando ho fatto questo film sapevo rispondere e tuttora non ho la risposta. Non la scoprirò mai. Penso che viviamo in un momento drammatico con tutto quello che succede nella politica e con la guerra, ma anche nella morale. Nelle nuove generazioni c'è un forte moralismo: quando ero giovane mi sembrava che il mondo sarebbe diventato più aperto e invece penso si stia richiudendo.
Che cosa si augura che lo spettatore possa provare dopo aver visto un suo film?
Forse che si senta turbato ed emozionato. L'emozione è molto importante per me: mi emoziono tanto con i film che amo come anche davanti a una pittura o a un'opera di architettura. Giovanni Zambito.

 

Fattitaliani

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