Parte il 9 dicembre e si concluderà il 27 gennaio, la terza edizione del Civitafestival Winter.
La programmazione si svolgerà tra i più significativi luoghi monumentali della città. Prosegue l’avventura del Civitafestival Winter quest’anno alla sua TERZA edizione. L’edizione invernale nasce dall'esigenza di dar vita ad una continuità di programmazione del Civitafestival che, nel 2024, festeggerà i suoi 36 anni di vita. Un Festival di rilevanza nazionale che rappresenta il principale attrattore culturale Civita Castellana la cui proposta artistica è nota non solo al pubblico ma anche al comparto dello spettacolo dal vivo italiano. Siamo felici di continuare questa avventura che, trainata dall'edizione estiva, riuscirà a conquistare spazi sempre più significativi nella proposta artistica e culturale dell'intero territorio provinciale. Il Civitafestival Winter è sostenuto da sponsorizzazioni private ovvero dalla lungimiranza delle aziende del Distretto Ceramico e dalle più significative realtà produttive della città, riunite sotto il marchio IC - industria e cultura in terra falisca. Particolarmente evidente è la presenza delle giovani generazioni che hanno la possibilità di esprimere il loro talento accanto ad artisti di chiara fama. La terza edizione del Civitafestival Winter sarà presentata in una conferenza stampa, a cui seguirà la presentazione del romanzo di Manuele Coen “La figlia del Vesuvio”, seguirà un brindisi inaugurale, il 9 dicembre alle ore 18,00 presso i locali della Ex Chiesa dei Cappuccini ArtCeram a Civita Castellana. Il Festival è sotto la Direzione artistica di Fabio Galadini e gode del Patrocinio del Comune di Civita Castellana, della Provincia di Viterbo e dall’ENIT. L’ingresso è gratuito fino ad esaurimento posti. Non è prevista prenotazione.Info: info@civitafestival.it www.civitafestival.it
PROGRAMMA CIVITAFESTIVAL WINTER 3° EDIZIONE
Sabato 9 dicembre Chiesa Cappuccini ArtCeram
ore 18,00 Conferenza Stampa di presentazione 3°
edizione Civitafestival Winter
ore 18,40 Presentazione del Romanzo La Figlia del
Vesuvio di Emanuele Coen
Ore 19.50, Brindisi Inaugurale
All’inizio del Novecento, Elvira
Notari è stata la prima donna regista del cinema italiano. Determinata,
creativa, risoluta, ha guidato da protagonista il boom della settima arte,
eppure oggi il suo nome è noto solo tra gli addetti ai lavori e sconosciuto al
grande pubblico. Una storia in gran
parte avvolta nel mistero, anche perché della sua vasta produzione restano solo
tre lungometraggi e nessuna intervista. Partita dal nulla, cresciuta in una
modesta famiglia di Salerno, si trasferisce a Napoli nel 1902. Conosce il
marito Nicola mentre l’industria audiovisiva sta per decollare, insieme mettono
in piedi un laboratorio specializzato nella stampa, titolatura e coloritura
delle pellicole. Un salone gremito di operai, donne e uomini, che assomiglia a
una manifattura tessile. Abile e spregiudicata nel coglie- re le opportunità
che si schiudono giorno dopo giorno, abituata a comandare, soprannominata “la
marescialla”, Elvira è capace di intessere relazioni, spinta dalla voglia di
affermare sé stessa e fare il bene della propria famiglia. Realizza decine di
film e cortometraggi raggiungendo un successo straordinario in Italia e negli
Stati Uniti prima del declino rapido e inesorabile. Questo romanzo, in cui la
finzione della letteratura si mischia a un meticoloso lavoro documentario
basato su fonti consultate in archivi sparsi tra l’Italia e l’America,
restituisce al pubblico una figura irripetibile, offuscata dalla polvere del
tempo ma che brillerà per sempre, luminosa come la luce di un proiettore
Seguirà la proiezione di: L’Italia s’è desta e Napoli sirena della
canzone sono montaggi di frammenti da film non identificati di Elvira Notari.
Senza dubbio un diligente raffronto con le fotografie dei film perduti di
Notari consentirebbe di identificare la fonte di molti dei frammenti; ma
davvero dobbiamo o vogliamo farlo? La seconda vita come found footage rende
loro uno splendido servizio. Non più imbrigliate in una narrazione, queste
immagini ci appaiono ancor più suggestive e intense, come i testi delle canzoni
cui, nei tardi anni Venti, fornivano un accompagnamento visivo. Inoltre, dei
film Notari colorati a mano così spesso evocati dalla tradizione, nulla è
sopravvissuto tranne alcune scene e paesaggi compresi in queste due selezioni.
Sabato 16 dicembre ore 21.00 Sala MICE
UNA SERATA IN FAMIGLIA
di e con Stefano Viali
Una commedia dedicata ha chi ha paura
Un libero adattamento del primo tempo di un famosissimo e quanto mai attuale
testo di Steven Berkoff, attore e
drammaturgo, feroce censore dei costumi anglosassoni
Un uomo invita a sorpresa un suo collega di lavoro a cena in un giorno
qualunque. A casa la moglie e sua madre preparano da mangiare senza sapere
nulla dell'ospite. Da questa semplice premessa narrativa si scatena un vero e
proprio studio tragicomico sugli effetti provocati dall'ansia delle persone, da quell'angoscia che ci tiene svegli.
Mercoledì 20 dicembre ore 21,00 Duomo dei Cosmati
Concerto
ODM Orchestra Domenico Mazzocchi
Direttore Fabio Galadini
W.A. Mozart
Sinfonia n. 29 in la maggiore, K1 201 (K6 186a)
J. Haydn Sinfonia n. 45 in fa diesis minore Degli Addii
L’ODM Orchestra Domenico Mazzocchi prende il nome dal massimo rappresentante del barocco romano i cui natali sono di Civita Castellana. Fondata nel 2022 da Fabio Galadini, che ne è direttore principale, con lo scopo di creare un organismo sinfonico stabile e strutturato per la programmazione del Civitafestival, festival di assoluto prestigio e di evidenza nazionale inserito nella piattaforma Italiafestival. Tra le attività programmate dall’ODM il 21 aprile l’Orchestra è stata invitata Museo di Enea- Lavinium a Pomezia (Pratica di Mare) per le celebrazioni del natale di Roma. Le prime parti dell’Orchestra sono le parti solistiche del Clusterensemble, formazione di proposta musicale fondata a Civita Castellana nel 1997 da Fabio Galadini e Marco Angius. Il Clusterensemble si è distinto nella proposta del repertorio contemporaneo e del ‘900 storico e nel corso della sua decennale attività ha proposto al pubblico composizioni di rara esecuzione e prime assolute. Oggi il Clusterensemble collabora con importanti compositori della scena italiana e internazionale. Il Clusterensemble, dalla sua fondazione, ha tenuto concerti nelle più importanti istituzioni musicali italiane. Il 10 luglio è stato ospite all’Accademia Chigiana di Siena per l’esecuzione in prima assoluta di “Protocolli” azione scenica su testi di Edoardo e musiche di Fausto Razzi. Il 9 novembre ha tenuto un Concerto al Conservatorio di Santa Cecilia in memoria di fausto Razzi.
Giovedì 28 dicembre ore 21.00 Sala MICE
RECITAL PIANISTICO
FRANCESCO RICCI
L. v. Beethoven
Sonata n. 31 in La bemolle, op. 110
Moderato
cantabile molto espressivo,
Allegro
molto, Adagio ma non troppo-Fuga
F. Chopin Ballata n. 3 in La bemolle,
op. 47
F. Liszt Sonata in si minore, S.
178
Francesco Ricci, classe 2003, ha studiato presso il Conservatorio Ottorino Respighi di Latina, sotto la guida del M° Antonella Lunghi dal 2017 al 2019. Qui ha frequentato i corsi propedeutici e diverse masterclass di musica contemporanea. Ha partecipato alla sua prima masterclass da studente esterno nel 2015, dove è stata studiata in maniera rigorosa la letteratura pianistica francese del primo ‘900 e nel 2018 ha partecipato ad una rassegna dedicata all'esecuzione integrale dei preludi di Debussy. Dal 2020 è allievo effettivo del Conservatorio Santa Cecilia di Roma, dove è stato ammesso con il massimo dei voti (30/30) sia al Triennio sia al Biennio (2023) e dove continua a studiare con il medesimo Maestro. Lo studente partecipa annualmente a corsi estivi, frequentando anche masterclass con maestri come Enrico Pace, Benedetto Lupo, Anna Kravtchenko, Andrea Lucchesini e Pierluigi Camicia. Partecipa a concorsi nazionali ed internazionali, classificandosi sempre tra i primi posti e viene selezionato per rappresentare il Conservatorio in più occasioni. A gennaio 2023 è stato scelto per suonare con l’orchestra del Conservatorio durante la prima esecuzione assoluta di diversi brani contemporanei. Si esibisce regolarmente in diverse sale come la Sala Liszt dell’Accademia d’Ungheria a Roma, la Sala Accademica del Conservatorio Santa Cecilia, la Sala Baldini, il Teatro di Marcello, la Basilica di Santa Francesca Romana, la Galleria Doria Pamphilj, Palazzo Braschi, l’Auditorium Goffredo Caetani del Conservatorio di Latina, l’Auditorium comunale di Bassiano e il Palazzo Ducale di Martina Franca per la famosa rassegna pianistica Pianolab. Ha in programma vari concerti e a Marzo 2024 debutterà in Spagna, a León, per la prestigiosa Fundación Eutherpe. Il 26 ottobre 2023 si diploma presso il Conservatorio Santa Cecilia con votazione 110/110 lode e menzione d’onore. Frequenta i corsi di alto perfezionamento con il M° Roberto Plano e con il M° Alexander Romanovsky presso l’Accademia di Musica di Pinerolo. Viene definito “un giovane musicista in cui affiora una rara maturità interpretativa che lascia presagire una luminosa carriera.” Riscuote sempre un grande successo dopo le sue performances e scrivono di lui: “[…] Apice della serata è stata la magistrale interpretazione della Sonata in si minore di Liszt. Ricci ne ha restituito appieno l'impeto romantico ma anche la poetica intima […], un virtuosismo al servizio dell'espressività, una musicalità estesa come la visione” (A. F. Jannoni-Sebastianini)
Sabato 13 gennaio ore 21,00 Sala MICE
BURLA
di e con VIOLA DI CAPRIO
Ortensia è una spogliarellista pigra, veterofemminista, over quaranta. È in camerino, con le sue colleghe: Lucia, la senior retrograda; Chicca, la ventenne; Eleonora, ex danzatrice contemporanea; Rosa, la sposina; Laura, l’eterna afflitta. Con loro il ricordo di Amalia, ex collega, ormai mamma a tempo pieno. Nei loro discorsi da spogliatoio vengono sfiorati tutti i temi: il lavoro, il matrimonio, la maternità, l’amore, l’amicizia, la solidarietà, la politica. Ortensia cerca di monopolizzare il discorso, per distoglierlo dall’incombente addio al nubilato di Rosa. Propone la sua visione della vita e dell’essere donna senza un uomo. Ed un ammasso di contraddizioni e interrogativi si fa strada in modo ironico e leggero. Ognuna ha la sua ricetta, ognuna un diverso modo di zuccherare il caffè. Il tentativo è quello di contaminare il genere ‘monologo teatrale’ con la stand-up comedy, che ha più dimestichezza con l’osar dire: è un gioco, una ricerca della comicità al femminile: davvero non esiste, come molti comici uomini insinuano?
Giovedì 18 gennaio ore 21,00 Teatro Auditorium Santa
Chiara
QUARTETTO MA
Viole
Michela Marchiana
Mara Badalamenti
Marta Mastrullo
Mariama Coly
Max Reher Suite n°3 op. 131 per viola
sola
Frank Bridge Lamento per due viole
Jean-Marie Leclair
Sonata n°1 op. 12 per due viole
J.S. Bach Trascrizione per 4 viole
della Fuga dalla prima sonata per
Violino
solo BWV 1001, trascr. Luca Sanzò
J.S. Bach Trascrizione per 4
viole della Ciaccona dalla seconda partita
Per violino solo BWV 1004, trascr. Luca Sanzò
Il Quartetto MA, è un quartetto
di viole tutto al femminile, nato all’interno della classe di viola del M° Luca
Sanzò, al Conservatorio di Roma Santa Cecilia, con l’intento di approfondire il
repertorio violistico, sia solistico che in formazione da camera. Il debutto
del Quartetto MA è previsto il 18
gennaio 2024 per la terza edizione del Civitafestival Winter.
Sabato 20 gennaio ore 21,00 Teatro Auditorium Santa
Chiara
IL LUPO E LA LUNA
di Pietrangelo Buttafuoco
trasposizione teatrale Valentino Picone
con Lello Analfino, Salvo Piparo
musiche originali Lello Analfino
musiche eseguite da Lino Costa
suoni ed effetti Francesco Prestigiacomo
produzione Associazione culturale Kleis
È una storia in forma di “cuntu’;
l’antica forma di narrazione orale della Sicilia, e narra le vicissitudini e le
peregrinazioni del messinese Scipione il Cicalazadè. Giovane vigoroso e
intelligente, viene sottratto dodicenne dai pirati al padre, il Vis conte
Cicala, portato in dono al Sultano e educato alla sua corte, fino a divenire,
in qualità di Prescelto, il comandante degli eserciti Ottomani di terra e di
mare. Il suo destino è fatto di battaglie, conquiste, bottini, ma anche di
nostalgia per la sua terra d’origine e per sua madre, donna Lucrezia, una
montenegrina nata nell’Islam. C’è un lupo al fianco di Scipione guerriero, e
lui stesso è lupo nel profondo, e la sua voce è l’ululato della passione, del
tradimento, della rabbia, dell’utopia: quella di Tommaso Campanella, i cui
congiurati Scipione incontra e aiuta; quella dell’amore, che si incarna per lui
in una dama fatta Luna; quella del ritorno in patria, occasione del
ritrovamento degli affetti famigliari ma anche – per lui che è il capo del più
potente esercito musulmano – di un grande scontro con il cattolicissimo
fratello Filippo. E poi, come in un circolo magico, un nuovo ritorno al Monte
Altesina, là dove lo attende la dama fatta Luna e lo spirito guerriero del lupo
potrà trovare finalmente riposo.
Sabato 27 gennaio ore 21,00 Sala MICE
DELIRIO A DUE
di Eugène Ionesco, traduzione di Gian Renzo Morteo
regia Fabio Galadini
con Fabio Galadini, Lui – Carlotta Piraino, Lei
video Laura Girolami
sound design Mauro Lopez
Una coppia si logora nel
delirio dell’abitudine quotidiana, chiusa nel solipsismo del vivere privato
mentre fuori l’umanità marcia inesorabile verso l’autodistruzione. Lui e Lei,
normalmente normali, normalmente infelici, normalmente insoddisfatti della vita,
passano il loro tempo litigando con cattiveria e violenza su futilità di ogni
genere, rinfacciandosi disillusioni e sogni traditi. Parlano, urlano, disputano
mentre intorno a loro, come in uno spaventevole controcanto, la guerra infuria.
Nell’inconsistenza del dialogo riaffiora un passato rifiutato che, nel ricordo,
appare migliore di un presente banale, sciatto e privo di certezze, e dove il
linguaggio, invece di essere strumento di comunicazione, è un ostacolo
insormontabile. Sono i protagonisti di «Delirio a due», scritto da Eugène
Ionesco nel 1962. Con loro è di scena la stupidità comica e avvilente degli
esseri umani, offuscati dalle loro narcotizzanti abitudini, degradati nelle
loro tristi banalità, inesorabilmente chiusi nei loro miseri egoismi, nella
loro meschina autosufficienza, nel loro gretto conformismo, incapaci di dare un
senso a ciò che accade intorno. Incapaci di vedere che, intanto, il mondo lì
fuori muore.
Fabio Galadini
“Nessuna società ha mai potuto
abolire la tristezza umana, nessun sistema politico ci libererà dal dolore
della vita, dalla paura di morire, dalla sete di assoluto. La condizione umana
prevale sulla condizione sociale, non viceversa. Io invece voglio far apparire
sulla scena una tartaruga, trasformarla in un cavallo da corsa, poi far sì che
quest’ultimo diventi un cappello, una canzone, un corazziere, un’acqua di
sorgente. In teatro si può osare tutto sebbene ora sia il luogo in cui si osa
il meno possibile. Io mi sono proposto, per parte mia, di non riconoscere altre
leggi che quelle della mia immaginazione; e poiché l’immaginazione ha delle
leggi, ciò è una nuova prova che, in fine dei conti, non è arbitraria”.
Da Eugène Ionesco:
Note e contronote, Torino 1965