Luca Ariano è un’eccezione nel panorama teatrale.
Si
avvicina alla regia grazie a Cesare Lievi con cui collabora (dal ‘92 al 2000),
alla messa in scena di diversi spettacoli portati poi in tournée nei teatri stabili più prestigiosi.
Dopo
quasi dieci anni cambia percorso diventando imprenditore nel food and
entertainment.
Parallelamente fonda con Chiara Bonaspetti la Lubox srl e mette a disposizione l’esperienza e i mezzi acquisiti negli anni, per la realizzazione e la promozione di installazioni artistiche, progetti culturali e teatrali, firmando nel 2022 la regia di “Party Time” di H. Pinter andato in scena al Teatro Quirino di Roma.
Nel 2023 idea, progetta e realizza una struttura scenica, vera e propria installazione artistica immersiva che racchiude in sé platea, palco e scenografia, nella quale allestire il “Riccardo III” di Shakespeare. Il pubblico, accolto all’interno di una scatola studiata per creare effetti prospettici di forte impatto visivo ed emotivo, viene invitato a sedersi in una platea composta da soli 60 posti e ad assistere ad uno spettacolo in cui lo spazio scenico e le sue regole sono in continuo mutamento.
Lo spettacolo è prodotto da Officina Teatrale di
Massimo Venturiello e sarà in scena a Roma, dal 3 al 15 ottobre, negli spazi di
CityLab 971, ex cartiera, ex centro sociale, trasformato in luogo di
produzioni cinematografiche e spazio artistico e performativo, in cui bellezza e degrado si confondono. In occasione della messa in scena di Riccardo III, gli spazi di City Lab 971, esporranno le opere dell’artista e designer Elisa Leclè e dello studio d’arte Biancofiore, collettivo artistico impegnato nella riqualificazione e rigenerazione artistica degli spazi urbani. Musiche di Davide Missoni.
Nelle sue regie
Ariano rilegge lo spazio e lo rinnova, attraverso proposte mai canoniche e
un’attenzione al site specific, con il risultato accessorio della
riqualificazione di spazi urbani non pienamente sfruttati. Il suo lavoro con
gli interpreti si caratterizza per la richiesta di verità senza filtri, così da
offrire agli spettatori le innumerevoli sfaccettature dei movimenti emotivi dei
personaggi, mai succubi dei cliché legati alla tradizione teatrale, ma anzi
connessi a modelli attuali. L’approccio ai testi classici è sempre in chiave
contemporanea.
Con “Riccardo
III”, Ariano prosegue la sua ricerca artistica, ampliando l’analisi sul tema
del Potere, centrale nell’opera shakespeariana, già iniziata con Party Time.
Come grande
sostenitore e promotore culturale, la sua missione é quella di creare una rete
di imprenditori interessati a condividere la sua visione, in un’ottica di
mecenatismo e condivisione progettuale delle quali l’amore per l’arte, la
cultura e il teatro siano motore propulsore.
NOTE DI REGIA
Tra le pareti bianche e asettiche di uno spazio scenico che è in sé installazione e progetto artistico, attori e spettatori si ritrovano circonfusi dalla volontà di ascesa al potere di Riccardo Duca di Gloucester. Sul luogo, insieme palcoscenico delle azioni e materializzazione del pensiero di Riccardo, mostro deforme e maestro dell'inganno, si muovono personaggi ridotti a sbiaditi simulacri di umanità. Corrotti dal Potere e dall'Ambizione, gli attori e con essi gli spettatori, vengono tramortiti da musiche e colori disorientanti e dal continuo fluire delle superfici e degli spazi.
Nella presente riduzione del testo shakespeariano, il Duca di Gloucester, poi Riccardo III, interpretato da Pietro Faiella, è presentato nella sua ascesa al Potere come un Demiurgo, in grado di modellare, manipolare e modificare i luoghi, la realtà e le persone: senza abbandonare mai lo spazio scenico, egli lo agisce, lo colora di tinte lisergiche e lo trasforma in trappole caleidoscopiche. Attorno a lui errano, vagando e sbagliando, altri sedici personaggi, distribuiti tra otto attrici e attori secondo schemi tematici funzionali, avviluppati nella rete mortifera del Duca, fatta di inganni e lusinghe, tranelli e mistificazioni. Assenti i detentori del potere reale, orpelli di una architettura del Potere che Riccardo di Gloucester, invece, incarna a pieno titolo, facendo della medesima corruzione fisica e morale la propria forza propulsoria. Qui si apre il divario irreconciliabile tra emozione e freddezza. Laddove i personaggi maschili sulla scena mirano ad approfittare di tale abbrivio, le donne, pur impotenti di fronte alla deriva degli eventi, cercano con ogni manovra di salvaguardare i propri cari. Ma quando Riccardo Terzo indossa la corona regale nel vuoto scenico che ottunde le grida di vendetta e giustizia dei tanti sacrificati, l'uomo-Re senza accoliti, il Demiurgo senza fedeli, l'Affabulatore senza auditorio, splende in dorata solitudine, inconsapevole del baratro che lo attende, nel quale nessun trucco ha più effetto, nessuna illusione è più efficace, nessuna minaccia ha più forza. Vittima del suo stesso terrore, orgoglioso delle proprie scelte, Riccardo resta l'epitome della seduzione assoluta del Potere.
Pietro Faiella è attore di teatro, cinema e televisione. Ha recitato
nei più importanti teatri stabili italiani diretto, tra gli altri, da Massimo
Castri, Roberto Guicciardini, Mario Martone.
Diretto da
Cesare Lievi ha conosciuto Luca Ariano, con il quale ha stabilito col tempo un
intenso scambio di collaborazione intellettuale e artistica. Al cinema e in
televisione è stato diretto, tra gli altri, da Giulio Base, Michele Soavi,
Ascanio Celestini, Andrea Molaioli, Donato Carrisi, Alessio Cremonini. Il suo
ultimo impegno, da dicembre ‘23 su Netflix, è Supersex, coraggioso
biopic sulla vita di Rocco Siffredi, dove interpreta il ruolo del padre,
diretto da Matteo Rovere.