Matteo Ruggieri, "Il paesaggio che emerge" mostra di pittura e incisioni


A distanza di un anno Matteo Ruggieri, in collaborazione con la Fondazione Paolina Brugnatelli, presenta una serie di nuovi lavori inediti con la mostra: Il paesaggio che emerge.

Quasi ideale prosecuzione della ricerca pittorica precedente, che tra pittura ed incisione presentava una sorta di visione tra reale e immaginazione, in cui il soggetto scivolava in un’astrazione del luogo, la presente mostra propone la visione di opere che sono il frutto del connubio tra pittura e scrittura. Il lavoro sulla scrittura è un tentativo del linguaggio visivo di dialogare con il linguaggio verbale. Non riuscendo a esemplificare il concetto a pieno, la parola cade nell’impossibilità di un discorso diventato incomprensibile, cedendo il posto alla figura che a sua volta emerge dalla stratificazione di questo fallimento. La sovrapposizione di parole, di frasi, di testi, di frammenti di un discorso, sono parole mutilate, la loro stratificazione insieme alla macchia dà luogo ad un paesaggio in uno stato sempre dinamico, mai statico, ma in un costante rifluire di immagini, le cui forme nascoste devono essere scoperte dallo sguardo insistente dello spettatore. Sarà lo sguardo attivo a riscoprire progressivamente, tramite una sorta di epifania, un paesaggio familiare, riconducibile ad un vissuto perduto, vivendo il recupero della memoria, avvertendo l’emersione dell’invisibile, stratificato oltre il velo che nasconde.

Questo momento di osservazione, di percezione, di ricordo, è anche un attimo di fascinazione. L’oggetto non è chiaro, sembra assomigliare a qualcosa di conosciuto, di già visto. Didi-Huberman lo definisce un momento di malinconia “luminosa ed estensiva”, di “profonda e spaziosa solitudine”, in cui il ricordo aleggia su ogni cosa. “Un’ estasi del tempo della durata di un lampo”. Uno spazio in cui si presenta un ricordo, un fantasma della malinconia che si estenderà come profondità interna “che tuttavia produrrebbe un effetto, di “lembo” – di pan -, cioè di panico: vertigini e cadute”.


Le opere presentate nascono da una base di scrittura, con conseguente stratificazione forzata, che porta a un accumulo, la formazione di macchie, ombre, silhouette di immagini; alcune nascono da una base pittorica sulla quale l’autore interviene con complesse stratificazioni della scrittura, frammenti di pensieri spontanei, personali e non, di scrittura automatica, di frasi spezzate, richiami e appropriazione e reinterpretazione di testi classici. Si profila quindi un guazzo di scritte sovrapposte, un groviglio indecifrabile, sarà lo sguardo indagatore a cogliere progressivamente l’emersione di forma, ombre e immagini, essenze del luogo il cui profilo continuamente tende a ri-confondersi con il fondo del paesaggio, del luogo che vivono, di cui fanno parte.

Inaugurazione lunedì 18 settembre 2023, ore 18:30

Apertura mostra 19-23 settembre 2023 | 15:30-19:00

Corso Buenos Aires, 66, Milano

Fattitaliani

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