Alessandro Zannier, musicista e artista in residenza 2023 per il DVRI - Distretto Veneziano Ricerca e Innovazione, con il progetto "Arca Venice" arriva alla sua quarta tappa dopo aver tenuto 3 concerti multimediali e realizzato installazioni video e sonore.
La mostra personale "Habitat, backup, estinzione" aperta dal 02/09 fino al 24/09 alla Fondazione Bevilacqua La Masa, Giudecca 621 (Campo San Cosmo, Sala del Camino) sarà uno dei momenti fulcro dell'intera residenza dell'artista, imperniata sui temi ambientali contenuti anche nel suo nuovo concept album "Arca".
Le opere esposte, dalla tecnica eterogenea (installazioni plastiche, video, digitali e sonore, tele e grafiche) sono raggruppate attorno a questi tre argomenti chiave e rivolti con un occhio all'emergenza ambientale globale e con un altro al fragile territorio veneziano e lagunare, sia da un punto di vista naturale che culturale e storico della città.
Il mito dell' arca rivive attualizzato dall'urgenza della salvaguardia degli habitat, della necessità di fare backup di intere aree geografiche o città e di preservare dall'estinzione le loro specie, considerandole come un unico organismo fatto di intrecci di correlazioni.
Il lavoro dell’artista, in questo senso, è un’evoluzione del precedente progetto “ENT” portato in ben due Biennali di Venezia (2021 e 2022), basato sulle correlazioni tra uomo e ambiente su scala globale, fatte di intrecci di connessioni geofisiche, storiche, culturali, digitali ed economiche che hanno alla fine impattato sull’ ”habitat-mundi” intero, ridefinendolo e deformandolo.
Le opere esposte mostrano l’aspetto altrimenti inosservabile dei fenomeni umani impattanti, visualizzati utilizzando cascate di big data reperiti dagli archivi mondiali o da rilevamenti fatti ad hoc, tramutati in animazioni digitali e landscape sonori e poi ritratti su tela come nuove rappresentazioni dell'uomo, inteso nel suo aspetto di "colonia".
Altre opere (le tele “Venice Seeds” e l’installazione “Venice Seed Black Box”) descrivono un bisogno urgente di tutela, cura e salvaguardia, cercando di appallottolare idealmente intere topografie e mappature, per crearne dei simbolici semi-mondo contenenti al loro interno tutte le fitte trame di relazioni umane e ambientali degli habitat. In questo caso quelle di Venezia e della laguna circostante, una delle città e dei luoghi più a rischio diluvio ed estinzione.
L’idea antica dell’Arca di salvare le forme di vita esistenti dall’estinzione è qui aggiornata ad un'idea fantascientifica e visionaria: ogni specie del pianeta, idealmente, in questo caso verrebbe salvata traducendo le sequenze del suo DNA in onde sonore. Ad ogni specie di animali, vegetali, funghi, batteri, archeobatteri, corrisponde un suono ottenuto dalle sequenze del suo DNA.
L’artista ha infatti elaborato in collaborazione creativa con il programmatore Alex Piacentini e lo studente del Conservatorio di Venezia Davide Commone, vere e proprie rielaborazioni artistiche del DNA, mutate in paesaggi sonori attraverso la pratica della sonificazione dei dati, inserite anche nei concerti dell’Ottodix Ensemble.
E’ quindi possibile ascoltare le sonificazioni del DNA di alcune specie con delle caratteristiche particolari, come l’Armillaria, il fungo più grande ed esteso del mondo, o il Deinococcus Radiodurans, un batterio resiliente in grado di sopravvivere anche nello spazio cosmico per un intero anno, o ancora il DNA e il suono del Moa, animale neozelandese estinto da due secoli, che qui riappare sotto forma di evocazione fantasmatica di una vita perduta, resuscitata in onde sonore.
Oltre a questi soggetti è possibile ascoltare paesaggi sonori ottenuti con frammenti di suoni dell’habitat veneziano, organizzati seguendo il ritmo delle sequenze del DNA di due specie della laguna veneziana in via di estinzione: il mollusco Pinna Nobilis e la pianta alofita di barena Spartinia Maritima.
La mostra è curata da: DVRI, Alessandro Zannier con la supervisione di Sandro Orlandi Stagl e introduzione di Paolo Mozzo (Movimento Arte Etica).
DVRI - Distretto Veneziano della Ricerca e dell’Innovazione
Organizzazione no-profit che nasce sotto gli auspici dell’UNESCO alla firma del Venice Statement – La dichiarazione di Venezia per la collaborazione nella ricerca in occasione del World Science Day nel 2011 e successivamente, nel 2014, si costituisce come associazione. Unisce 14 tra enti di ricerca, centri culturali e istituti per l’higher education. Il DVRI mira a promuovere il ruolo della scienza nella creazione di comunità guidate dai principi dell’innovazione e dallo sviluppo sostenibile. Per raggiungere tale obiettivo, crea occasioni di collaborazione e scambio tra centri di ricerca e organizzazioni culturali, tali da favorire l’eccellenza nella ricerca e incoraggiare il coinvolgimento delle comunità dei membri e locali nei risultati della ricerca superiore.