Nelle aziende italiane spopola l'utilizzo degli assistenti virtuali: al top PA (1°), finanza (2°) e utilities (3°)



Le aziende italiane guardano al futuro, abbracciando l’innovazione sin dal presente
: questo è il messaggio che emerge dal report stilato da QuestIT, realtà senese specializzata nella realizzazione di tecnologie proprietarie d’intelligenza artificiale che, in occasione della Giornata Internazionale dei Virtual Assistant, ha condotto un’indagine interna coinvolgendo oltre 100 imprese italiane. Queste ultime, dalla fine del 2022, hanno puntato proprio sull’utilizzo di assistenti virtuali, dotati di IA, all’interno di piattaformetotem e sistemi ad hoc al fine di accrescere il proprio business e l’operatività quotidiana. Dall’analisi dei dati raccolti, emerge che il settore maggiormente coinvolto da quest’ondata evolutiva è quello delle Pubbliche Amministrazioni (20%) e, in particolar modo, le PA del Centro Italia (50%) seguite da quelle del Nord e del Sud (entrambe al 25%). Il secondo gradino più alto del podio, invece, è occupato dal mondo finanziario (17%): a questo proposito risaltano le realtà bancarie del Nord (79%), alle quali fanno seguito quelle del Centro (14%) e del Sud (7%). E la medaglia di bronzo? Viene assegnata al mondo delle utility (14%). In questo caso specifico, torna in primo piano il Centro (63%) che precede Nord (25%) e Sud (12%).

Questi spunti assumono un significato ancor più rilevante proprio oggi, venerdì 19 maggio, data in cui si celebra la giornata internazionale dedicata ai virtual assistant, fondata negli anni ’40 dall’insegnante britannico Isaac Pitman. “Il ruolo della tecnologia, degli assistenti virtuali e dell’intelligenza artificiale non sarà mai quello di sostituire l’uomo, bensì di amplificarne le potenzialità per essere ancora più efficace e performante nella quotidianità – afferma Francesco Elmi, Marketing Manager di QuestIT – In quanto realtà di spicco proprio nel mondo degli avatar conversazionali, siamo ben consapevoli delle potenzialità possedute da questi aiutanti virtuali. Non è un caso che il mercato globale degli stessi digital assistant raggiungerà quota 70 miliardi entro il 2028. Le loro applicazioni, come abbiamo potuto vedere dal report stilato, possono essere innumerevoli e, soprattutto nel corso dei primi mesi dell’anno corrente, abbiamo visto sempre più realtà interfacciarsi per la prima volta al mondo degli avatar conversazionali e siamo convinti che, con il passare degli anni, ce ne saranno sempre di più”.

 

Il viaggio alla scoperta della diffusione dei virtual assistant all’interno delle aziende italiane prosegue con altri due settori che, per poco, finiscono giù dal podio stilato da QuestIT. In primis ecco il comparto delle software house (12%). Tra queste, sono quelle del Centro Italia e del Nord che occupano il primo posto a pari merito (40%), seguite da quelle del Sud (20%). In seguito, c’è il comparto turistico (11,5%), con il Centro Italia che precede il resto del Bel Paese (67%), e quello sanitario (10%). In quest’ultimo caso, sono sempre le regioni centrali a prendersi la scena con il 50%. “Al di là dei comparti più influenzati positivamente dalla wave dei virtual assistant, possiamo affermare con certezza che, in vista dei prossimi anni, il mondo delle HR, del turismo, dell’e-commerce e della logistica accresceranno i propri investimenti sotto questo punto di vista – aggiunge Elmi – Il lavoro da svolgere è sempre maggiore e, proprio per questa ragione, siamo chiamati a fornire ai singoli professionisti tecnologie di ultima generazione utili a velocizzare i vari processi operativi e migliorarne l’efficacia”.

Fattitaliani

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