Lo scrittore Massimo di Taranto: La creazione è una delle qualità più belle che ha l’essere umano. L'intervista



di Laura Gorini
Dalla sua fervida penna è nato il vincente personaggio del Commisario Colasanti. Il suo ultimo romanzo, definibile come distopico, si intitola Ucrònia. Lui, l'eccellente Massimo Di Taranto, ci ha parlato di stile e di come si è scoperto scrittore, assai di recente.

Massimo di Taranto, come è diventato scrittore?

Mi sono scoperto scrittore nel 2021 dopo una sosta forzata dal lavoro durata alcuni mesi. Dopo aver ripetutamente infastidito mia moglie, poco abituata a vedermi in casa tutto il giorno, pensai bene di ritirarmi in buon ordine nella mia stanza e lasciarle la possibilità di riassettare casa come aveva sempre fatto senza la mia ingombrante presenza: tra quelle quattro mura mi sono scoperto scrittore.

Che cosa ama particolarmente della scrittura?

La capacità creativa praticamente illimitata. È un oceano sconfinato di infinite possibilità.

 

In che momento della giornata ama dedicarsi in particolar modo ad essa?

Non c’è un momento particolare; quando ero lontano dal lavoro lo facevo durante la mattinata, utilizzando le ore pomeridiani e serali per “studiare bene nei particolari l’ambito storiografico che sarebbe emerso nel racconto del giorno dopo: mi piace legare la struttura narrativa a fatti storici effettivamente verificatisi.

E alla lettura?

Prima che iniziassi a scrivere, passavo la maggior parte del mio tempo libero a leggere. È una piacevole abitudine che mantengo tutt’ora, nei limiti delle possibilità concrete che mi vengono offerte.

 

Si sostiene che un bravo scrittore sia anche un eccellente lettore, lei come si definirebbe in tale direzione?

Nel corso della mia vita ho letto tantissimo, maturando una passione piuttosto forte, al punto di ritrovarmi parecchi libri acquistati ma non ancora letti; e sinceramente non so se riuscirò a leggerli tutti.

Il suo stile è molto elegante e le trame che propone non sono mai scontate. Sono frutti di anni di sperimentazioni e di allenamenti di scrittura?

Affatto. È tutto frutto dell’intuizione del momento; certo, lo stile risente degli studi classici fatti e di decenni di lavoro nell’ambiente della pubblica amministrazione dove il burocratese abbonda in quantità industriali. Inoltre, scrivendo romanzi ambientati nei primi Anni ’50 volevo richiamarne l’atmosfera anche nello stile narrativo.


Le
i è favorevole ai corsi di scrittura creativa?

Assolutamente sì, la creazione è una delle qualità p belle che ha l’essere umano e è un’ottima idea incentivarne lo sviluppo attraverso la scrittura.

 

Come si può a suo avviso trovare il proprio stile?

Scrivendo, scrivendo e scrivendo; alla fine lo stile è come il tono di voce: unico e inconfondibile.

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