LO SCRITTORE GIOVANNI MARGARONE: LA LETTURA PUÒ FARCI CAMBIARE ATTRAVERSO LA RIFLESSIONE



di Francesca Ghezzani

Demetrio conduce una vita insipida, solitaria e dominata dalle fobie: fobia delle persone, dei temporali, del denaro che scorre tra le sue mani senza che egli lo possa trattenere. Alla soglia della mezza età, è convinto che la sua routine non debba subire cambiamenti e che, seppur triste e grigia, così è stata impostata. Eppure, un giorno rimane colpito da un libro esposto nella vetrina di una libreria. D’impeto entra e lo acquista: sarà la lettura di questo e di altri volumi dello stesso autore a rappresentare per lui il punto che la sua vita incolore necessitava, e la virgola, l’inizio di una nuova esistenza. In poche righe, questa è la trama che lo scrittore Giovanni Margarone ha portato in libreria con il suo ultimo romanzo “Storia di un punto e virgola”.

Giovanni, le tue pagine celebrano la nascita di una consapevolezza mai incontrata e un inno al cambiamento. Tu, al posto di Demetrio, avresti agito come lui?

Credo che agire dopo aver visto allo specchio un’immagine degradata di noi stessi sia generalmente doveroso. Io lo avrei fatto per amore di me stesso e di chi mi sta intorno. È anche vero che non tutti lo fanno quando la rassegnazione incombe, sia per mancanza di forza, sia per mancanza di coraggio magari per paura del cambiamento.

Vorresti che, magari, un giorno, un tuo libro potesse essere la scintilla da cui nasce la metamorfosi di qualcuno? Se sì, quale titolo potrebbe essere il più adatto?

Sì, ciò che scrivo spero sempre che porti alla riflessione di chi lo legge sulla base della tematica trattata. Escludendo il titolo Metamorfosi già adottato da Ovidio e da Kafka, lo chiamerei “La forza”, perché per cambiare noi stessi, consapevoli di aver commesso errori, ci vuole tanta forza di volontà interiore e, come dicevo prima, non tutti l’hanno.

Ci sono altri personaggi, intorno a Demetrio, che contribuiscono al suo cambiamento o tutto è affidato al solo flusso di coscienza?

Sostanzialmente, Demetrio agisce grazie a un profondo percorso introspettivo e psicologico, una volta consapevole della sua vita crepuscolare. La coscienza gli detta cosa fare, dopo essersi alimentato di letture che lo hanno colto nell’intimo. Sono i libri che lo hanno destato e questo è il messaggio che ho voluto promanare: la lettura è importante e veramente può cambiare le persone, perché può indurre a riflettere su noi stessi come ha fatto Demetrio.


L’errore e il fallimento cosa sono per Demetrio? E per Giovanni Margarone?

Dal momento in cui Demetrio si rende conto di come ha vissuto fino a un certo punto della sua vita, subito si sente un fallito, riconoscendo di aver fatto molti errori; giunta in lui la consapevolezza, il fallimento e l’errore li considera aberranti e vuole riparare. Il suo risveglio lo induce a camminare verso una luce mai apprezzata, da lui un tempo considerata addirittura fastidiosa. Per quanto mi riguarda, spero sempre che gli errori commessi possano essere riparati, non mi piace sbagliare, tuttavia sono consapevole della mia natura umana: nessuno di noi è infallibile. Riguardo al fallimento, per ora non avuto modo di conoscerlo, nella mia vita ho sempre cercato di costruire e spero di continuare ancora così, anche in campo letterario.

In chiusura, dobbiamo aspettarci prossimi salti letterari o quello che hai scritto in attesa di pubblicazione rispecchia la tua precedente produzione letteraria?

Ogni romanzo che scrivo è diverso dall’altro, gli inediti che ho in cantiere sono storie completamente differenti da ciò che ho pubblicato. A me piace variare, l’unico comune denominatore può essere la caratteristica del romanzo di formazione, in fondo mi piace raccontare le storie dei miei personaggi aiutato dalla fantasia.  

Fattitaliani

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