In occasione della mostra “Giulio Paolini. A come Accademia” presso l’Accademia Nazionale di San Luca (20 aprile-15 luglio 2023), e della pubblicazione degli Scritti 1910-1978 di Giorgio de Chirico (Romanzi, poesie, scritti teorici, critici, tecnici e interviste, a cura di A. Cortellessa, S. D’Angelosante e P. Picozza, Milano, La nave di Teseo, 2023), i due artisti si incontrano idealmente sulla scena dell'Accademia, in «caduta libera negli abissi del Tempo», alla presenza dell’opera di Paolini Voyager (V).
Come sottolineava già nel 1988 Giulio Paolini a Francesco Poli: «De Chirico è uno dei miei parenti più stretti, perché come figura, quasi al di là dell’opera, rappresenta un punto di vista molto distaccato e scopertamente critico verso la pienezza della proposta artistica. Sembra che in lui, qualsiasi cosa facesse, in ogni periodo del suo lavoro, ci fosse sempre un atteggiamento che è proprio dell’artista del nostro tempo e che consiste in una sdrammatizzazione del proprio ruolo. È questa una posizione laterale rispetto a quella frontale della cultura artistica contemporanea, una posizione esemplare. De Chirico ha colto, meglio e prima degli altri, l’inevitabile ritirata dell’opera di fronte al perché dell’opera. Lui più di ogni altro, e proprio mentre continuava a produrre, è riuscito a far declinare l’imperativo del significato prendendo le distanze da tutta l’avanguardia che ancora guardava con spirito positivo alla costruzione dell’immagine».
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