La mostra “Castelli & Friends”, allestita a WOW Spazio Fumetto dal 13 maggio al 17 settembre 2023, curata da Alex Dante e Luca Bertuzzi, racconta l’evoluzione della vita professionale e la carriera di Alfredo Castelli, uno dei più importanti sceneggiatori di fumetto a cui dobbiamo capolavori come Martin Mystère e Gli Aristocratici, e quella dei vari “Friends” che l’hanno accompagnato nel mondo del fumetto con occasionali incursioni in quello del cinema e della pubblicità.
In mostra non si trova soltanto una quantità di disegni originali, pubblicazioni, oggetti e filmati, che dagli anni Sessanta arriva ai giorni nostri, ma anche reperti dimenticati e, soprattutto, “insoliti e curiosi”: il tipo di cose, insomma, che piacciono a Martin Mystère, personaggio principe della produzione castelliana da più di quarant’anni. Tra gli inediti vi sono anche progetti non accettati e altri rimasti nel cassetto, disegni e schizzi estemporanei di amici e collaboratori che, per la prima volta, vengono mostrati al pubblico.La mostra è organizzata in collaborazione con Sergio Bonelli Editore.
Inaugurazione sabato 13 maggio alle ore 17:00 con Alfredo Castelli.
Alfredo Castelli, nato a Milano nel 1947, ha vissuto l’infanzia negli anni della ricostruzione dopo la guerra, in tempi molto diversi da oggi, più poveri ma anche caratterizzati da un forte ottimismo e dalla volontà di utilizzare al massimo la fantasia. I film si potevano vedere solo al cinema, ma c’erano moltissimi fumetti, che però Castelli leggeva poco, perché i genitori li ritenevano diseducativi.
Gli era permesso solo il Corriere
dei Piccoli, ma almeno poteva divorare tantissimi libri.
Rimasto affascinato dall’arte
dell’animazione, decise che sarebbe diventato un Disney italiano, ma capì
presto che la cosa non faceva per lui. In compenso, il libro “I fumetti” di
Carlo Della Corte lo stimolò a intraprendere la carriera di cartoonist.
Presentò le sue prime prove,
come autore di testi e disegni, a varie case editrici. Prima tentò con il
disegno realistico, poi con quello umoristico. Dopo alcuni tentativi non andati
a buon fine, come la parodia di Superman intitolata Superdan (proposta alla
Casa Editrice Universo), Angela e Luciana Giussani acquistarono alcune puntate
di una serie interpretata da un gruppo di mostri intitolata Cattiverius Junior,
che però non pubblicarono (il progetto ritornò anni dopo intitolato Zio Boris,
disegnato da Carlo Peroni). Le geniali sorelle, autrici ed editrici di
Diabolik, vollero per protagonista di questo fumetto d’esordio di Castelli uno
dei comprimari di Cattiverius, uno scheletro vivente che, ribattezzato
Scheletrino, cominciò a uscire in appendice a Diabolik nel gennaio 1965. Fu
rivedendo le sue semplici storie che Castelli decise, per il bene dei lettori,
che sarebbe stato meglio lasciar perdere il disegno e dedicarsi alle
sceneggiature. In mostra si trovano le prime tavole di Superdan e di
Scheletrino, scritte e disegnate da Castelli ispirandosi allo stile del grande
Giorgio Rebuffi.
Nel 1967 fonda, insieme
all’amico Paolo Sala, la prima fanzine italiana, Comics Club 104,
e lavora come soggettista anche per Cucciolo, Kolosso, Pedrito El Drito e altri
personaggi umoristici.
L’anno successivo, insieme a
Mario Gomboli e Marco Baratelli, con i disegni di Carlo Peroni, dà vita a TILT,
una rivista, durata solo due numeri, che prende spunto dalla fortunatissima
pubblicazione statunitense MAD, celebre per le geniali parodie di
fumetti, film e programmi televisivi.
In mostra si trovano tutti i
rari numeri di Comics Club 104 e due copertine originali, tra cui una
dedicata a Topolino disegnata da Luciano Bottaro, e due tavole da TILT,
tra cui una di Diabetik, spassosa parodia di Diabolik.
Castelli collabora poi con la
rivista Psyco - dove, in coppia con Marco Baratelli, scrive “Van
Helsing”, fumetto con lo storico antagonista di Dracula disegnato ancora da
Carlo Peroni - e dà vita (con Pier Carpi) a Horror, rivista interamente
dedicata all’orrore e al soprannaturale, pubblicata dal vulcanico editore Gino
Sansoni, dove esordiscono o trovano finalmente uno spazio alcuni dei più
importanti autori italiani. Qui esce finalmente anche Zio Boris, una striscia
comica di ambientazione horror. In mostra: tavole e numeri di queste
pubblicazioni.
Dopo Horror, Zio Boris
ricompare nel 1972 sul Corriere dei Ragazzi, il “settimanale
irripetibile” che ha tracciato una delle più ricche e interessanti proposte di
rivista e di “giornalismo a fumetti” per ragazzi. Castelli è nella redazione di
questa pubblicazione ed è uno dei principali sceneggiatori, insieme al
giornalista e autore Mino Milani. Su quelle pagine Castelli trasforma TILT in
una rubrica demenziale, con la collaborazione di Bonvi e di Daniele Fagarazzi,
creando anche l’indimenticabile Omino Bufo, una striscia disegnata in modo
approssimativo e piena di umorismo demenziale, che è rimasta nel cuore di
generazioni di lettori. Ancora, con i disegni di Sergio Zaniboni, Castelli
inventa Gli Aristocratici, un gruppo di impeccabili ladri gentiluomini inglesi.
In mostra: strisce originali di Zio Boris, studi preparatori e illustrazioni
degli Aristocratici, oltre a una selezione di numeri del mitico Corriere dei
Ragazzi.
Negli stessi anni Castelli
scrive molte storie per un’altra importante testata per ragazzi, Il Giornalino,
e in mostra segnaliamo gli schizzi-layout della storia “Una discesa nel
Maelstrom”, tratta dal racconto di Edgar Allan Poe, poi disegnata da Franco
Caprioli.
Nel 1975 scrive, insieme a
Mario Gomboli e con i disegni di Milo Manara, la storia “Un fascio di bombe”,
importante esempio di fumetto giornalistico, pubblicato originariamente dal
PSI, che racconta la strage di Piazza Fontana a Milano e l’inizio della
“strategia della tensione” che ha insanguinato il Paese.
Nel 1983 Alfredo Castelli e
Silver (Guido Silvestri, creatore di Lupo Alberto), dirigono la rivista Eureka,
ideata nel 1967 da Luciano Secchi (in arte Max Bunker). Castelli e Silver
rinnovano la rivista con una serie di numeri monografici e allegano al primo
numero della loro gestione “Come si diventa autore di fumetti”, un utile
prontuario per chi vuole avvicinarsi alla professione o è curioso di sbirciare
dietro le quinte della Nona Arte.
Sempre
attento alle novità del fumetto internazionale, Castelli ha curato nel 1966,
per l’agenzia Opera Mundi, il famoso Blue Book, il catalogo dei personaggi del
King Features Syndicate statunitense, in lingua italiana. A distanza di tempo è
anche tra i primi in Italia a parlare dei manga e delle serie animate
giapponesi, curando un catalogo in lingua inglese per l’importante casa
editrice giapponese Kodansha. In mostra, oltre a questi cataloghi, anche alcune
pagine di un progetto che si proponeva di adattare in forma di manga celebri
opere liriche italiane.
Una
parte fondamentale della mostra è dedicata alla creatura più importante e
famosa di Alfredo Castelli, Martin Mystère, disegnato soprattutto da Giancarlo
Alessandrini e pubblicato a partire dal 1982 dall’editore Sergio Bonelli (e
oggi dalla Sergio Bonelli Editore).
Martin
Mystère ha da poco tagliato il traguardo dei 40 anni e tra poco festeggerà i
400 numeri. La lunga gestazione del personaggio ha inizio con un Allan
Quatermain, ispirato ai romanzi di H. Rider Haggard. Non pubblicato dal Giornalino,
compare nel 1978 in due soli numeri di Supergulp!, settimanale a fumetti
nato sulla scia della celebre trasmissione televisiva. In mostra, per la prima
volta, le tavole inedite disegnate da Fabrizio Busticchi per quella storia
iniziata ma mai completata!
Castelli
riprende Quatermain insieme a Sergio Zaniboni per una possibile pubblicazione
sul settimanale tedesco Zack; ma il progetto non va in porto.
Ulteriormente cambiato, Quatermain diventa Martin Mystère; viene accettato da
Sergio Bonelli, presentato alla Fiera del libro di Bologna con il nome di Doc
Robinson, per poi ritornare all’ultimo momento e definitivamente Martin
Mystère.
La
mostra approfondisce aspetti meno noti e curiosità legate al “detective
dell’impossibile”: dagli studi di Murchadna, la pistola a raggi del nostro
eroe, alle planimetrie dell’appartamento di New York, alle tavole di prova di
Giancarlo Alessandrini. Presenti nell’esposizione anche alcune tavole di
Giancarlo Alessandrini tratte dai primissimi numeri della serie, con la prima
apparizione della Ferrari che guida Martin e dell’arcinemico Sergej Orloff e la
copertina realizzata per la fanzine WOW ma rimasta inedita.
Martin
Mystère è spesso richiesto come testimonial per campagne importanti e nel 1996
è protagonista dell’albo speciale “Il mystero delle nuvole parlanti”, in cui
Martin omaggia i più grandi eroi dei comics grazie ai disegni di autori come
Luciano Bottaro, Lucio Filippucci e Michele Pepe.
Ad
arricchire la mostra una timeline ripercorre visivamente tutta la carriera di
Alfredo Castelli e uno spazio dedicato a ritratti e caricature realizzate da
Graziano Origa, Daniele Caluri, Lola Airaghi e altri.
La
mostra, che fa seguito a una prima versione allestita da Alex Dante per la
Sergio Bonelli Editore a Lucca con lusinghiero successo, è arricchita e
completata da materiali della Fondazione Franco Fossati e ulteriori
ritrovamenti dell'archivio privato di Alfredo Castelli. Offre quindi al curioso
e all'appassionato anche una corposa selezione di pubblicazioni originali,
videogiochi, dvd, il solo e unico Mac di Martin Mystère e libri scritti da
Alfredo Castelli, che spaziano dalle uniformi militari (progetto di autori come
Roy Dami e Mario Faustinelli) a rivelazioni sui precursori del fumetto, albi e
volumi a fumetti da tutto il mondo, in un affascinante percorso inedito tra
curiosità e sorprese.
Naturalmente
non mancano gli “effetti speciali” che la webapp geolocalizzata del museo è
ormai in grado di offrire a tutti i visitatori muniti semplicemente di uno
smartphone o di un tablet, senza necessità di iscrizione: una Interactive
WEBapp Emotional Mobile in costante crescita tecnologica e creativa, frutto
della collaborazione di GlobalMedia per WOW Spazio Fumetto.